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Come misurare la qualità dell’aria negli ambienti indoor? C’è Aircare

Author: redattore4 Rinnovabili

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Per l’Environmental Protection Agency l’inquinamento interno può essere fino a 5 volte peggiore di quello esterno

(Rinnovabili.it) – “Con Aircare misuri ciò che non puoi vedere, la qualità dell’aria!”, racconta a Rinnovabili.it Lorenzo Facello, Marketing & Product Manager di Harpa Italia e tra gli ideatori di Aircare, un piccolo smart device con fino a 15 sensori che identificano elementi come Composti Organici Volatili, Co2, polveri sottili, umidità, inquinamento elettromagnetico e acustico, presenza di wi-fi.  “Abbiamo lavorato su un dispositivo che potesse monitorare la qualità dell’aria perché ci siamo resi conto che si parla spesso di inquinamento esterno ma pochi si soffermano su quello indoor. Grazie alla collaborazione di ingegneri esperti e dei nostri colleghi, abbiamo approfondito la materia e ci siamo resi conto dell’importanza del tema. Basti pensare che l’inquinamento interno può essere fino a 5 volte peggiore di quello esterno, come dice l’EPA  – Environmental Protection Agency”, continua Lorenzo Facello.

Quando pensiamo all’inquinamento atmosferico, infatti, facciamo di solito riferimento alle polveri sottili legate al traffico urbano, allo smog, agli agenti inquinanti degli impianti industriali o di riscaldamento che hanno effetti dannosi sulla salute delle persone. Non si pensa invece, almeno nell’immediato, ad un altro tipo di inquinamento, quello causato dagli agenti inquinanti che possono alterare le caratteristiche ambientali dei luoghi chiusi. E per misurarlo gli ingegneri di Harpa Italia hanno progettato e prodotto questo dispositivo che misura in tempo reale la qualità dell’aria negli ambienti in cui si vive tutti i giorni. “Ci siamo confrontati con i nostri clienti, abbiamo ascoltato le esigenze di aziende private, pubbliche e organismi internazionali. Abbiamo individuato insieme quali fattori rilevare, lavorando su tre aree in particolare: la qualità dell’aria, il comfort ambientale e l’inquinamento elettromagnetico”, spiega Facello.

Si tratta di un piccolo dispositivo che può essere posizionato su mensole e tavoli ma che può anche essere fissato alla parete. Il funzionamento è facilissimo. Basta configurarlo tramite l’app: Aircare si collegherà alla rete WiFi (o altri protocolli su richiesta) per raccogliere i dati ambientali che potranno essere inviati alla piattaforma McuboEnergy di Harpa Italia o al proprio sistema di monitoraggio. Inoltre Aircare è alimentato da una batteria integrata, che può durare fino a circa 2 anni, o tramite cavo micro USB. “Passiamo il 90% del nostro tempo in ambienti indoor, – continua Facello – l’ambizione era quindi quella di creare un oggetto rivolto principalmente ad un mercato business, uffici, studi, esercizi commerciali, palestre, ospedali, scuole, hotel, fabbriche. Ora stiamo prendendo i primi ordini per il mercato business ma stiamo lavorando anche sul mondo consumer affinché Aircare possa essere installato nelle case”.

Questo progetto nasce nell’estate 2017, in quattro mesi è arrivato il primo prototipo e in sei mesi è cominciata in produzione. “Proprio in questo momento stiamo prendendo gli ordini per i primi dispositivi che sono dotati di 8, 14 e 15 sensori. Grazie ad Aircare possiamo rendere visibile ciò che è invisibile. Talvolta gli impianti di condizionamento, alcuni materiali di arredo, vernici o detergenti di bassa qualità hanno un impatto sull’aria che respiriamo, ma dobbiamo considerare anche altri parametri ambientali come umidità, temperatura e inquinamento acustico e l’emissione di radiazioni elettromagnetiche di cui siamo circondati, sia in altra che soprattutto in bassa frequenza. Grazie ad Aircare possiamo davvero misurare ciò che respiriamo e viviamo nei nostri ambienti indoor con un unico device. Ogni giorno emettiamo circa 22mila respiri che meritano attenzione e con questo dispositivo ciò è possibile”.

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