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WALL STREET: il mercato stempera la tensione ma qualcosa non quadra

Dopo una fase di apparente tensione, anche il COT Report ci riporta dei segnali di tregua, indicando quindi nuovi possibili scenari rialzisti. Ma l’intermarket non sembra così allineato. Analisi dal CFTC di Chicago. [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali sembrano aver ignorato tutti i timori di una potenziale guerra commerciale. Evidentemente credono che non si arriverà ad conflitto di vasta portata e che in qualche modo si troverà un accordo. Più influenza, invece, sembrano avere i buoni dati dell’economia Usa. La Fed di Atlanta prevede, infatti, un incremento del Pil Usa, nel secondo trimestre, del 3,8 %. Qualcuno dice che in America le imprese fanno addirittura fatica a trovare personale per le loro attività.

Ciononostante non si evidenziano particolari tensioni sui più importanti fattori produttivi. Restano infatti sotto controllo i prezzi delle commodities, il costo del capitale, ed anche il costo del lavoro, nonostante l’economia Usa sia ormai in piena occupazione.

Lo scenario intermarket conferma appieno quanto sopra detto. In particolare, il dollar index, resta tonico, ma senza esagerare. Quota infatti 94,11, circa il 5 % in più di quattro mesi fà. Le commodities, invece, tranne il petrolio, non sembrano confermare una fase di fine ciclo economico. Nelle ultime 6 settimane hanno perso oltre il 5 % in termini reali. Rispetto a 10 anni orsono le loro quotazioni sono sotto del 30 % in termini reali. Ciò costituisce, a mio avviso, l’elemento cardine, il segreto di questo interminabile ciclo espansivo dell’economia.

Anche il costo del capitale non desta molte preoccupazioni. I rendimenti dei bond decennali Usa, oggi sono al 2,85 %. L’inclinazione della yield curve Usa, tuttavia, si riduce sempre più, ed oggi è pari a soli 27 bps. I mercati azionari Usa, invece, dopo molti anni di crescita sostenuta, quest’anno si mostrano molto più cauti. In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, quota oggi 2.793,84 punti, ossia solo il 4,5 % in più di fine 2017.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 72.260Large Traders : + 47.236Small Traders : + 24.024

Si conferma, quindi, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa in auge ormai da oltre 7 mesi. In quest’ultima ottava, registriamo comunque variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, abbastanza significative ed ingenti, pari a ben 37.745 contratti. In particolare, i Large Traders, dopo molti mesi riducono in maniera consistente la loro esuberante e pericolosa posizione Net Long. Cedono, infatti, l’intero lotto dei 37.745 contratti long, ma restano ancora e ben saldamente in posizione Net Long. Gli Small Traders, ne acquistano solo una piccola quota, ossia solo 380 contratti long, e consolidano la loro ragionevole posizione Net Long. I Commercial Traders, infine, dopo aver tenuto per mesi ed a ragione una posizione molto prudente, sembrano oggi molto più tranquilli. Acquistano infatti ben 36.965 contratti long, e riducono la loro abituale posizione di copertura Net Short, poco sopra le settantamila unità. Le movimentazioni di quest’ultimasettimana sembrano voler riportare, dopo quasi un semestre, il mercato dei derivati azionari ad una situazione più serena e meno estrema. Potrebbe comunque esser questo l’inizio della fase finale di questo anomalo ed interminabile ciclo espansivo dell’economia, che dura ormai da oltre 9 anni. Ho letto su un post di Danilo che si prevede una nuova recessione per l’economia Usa nel 2020. Io sono meno ottimista, credo infatti che la stessa si verificherà nel 2019. Ma viste le premesse, non credo che la stessa sarà devastante come le ultime due. Sarà credo solo un salutare rallentamento dell’economia. In ogni caso spero che finisca al più presto questa improduttiva fase di lateralizzazione dei mercati azionari, che dura già da 6 mesi, e che rende davvero difficile conseguire delle onorevoli performance .

Futuro che si prospetta, quindi, ancora cauto ed incerto per i mercati azionari, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. In questi prima parte dell’anno, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, ha conseguito un guadagno dell’ 1,56 %, performance superiore a quella registrata, nel contempo, dal nostro Ftse All Share, pari al + 0,31 %. Conseguita quindi una sovra-performance dell’ 1,25 %, che conferma le prerogative del mio trading system, che negli ultimi 5 anni ha conseguito una sovra-performance media annua pari al 16 %, ma che ci lascia comunque, per ora, insoddisfatti.

Ciò premesso, in coerenza con quanto in precedenza esposto, questa settimana modifico l’assetto del mio portafoglio, incremento cioè dal 70 al 75 % le mie posizioni long, ed riduco nel contempo dal 30 al 25 % le mie posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net Long, pari al 50 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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Author: Finanza.com

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