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MACHIAVELLI: TRADE WAR: WAR IS PEACE!

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Oggi più che mai, George Orwell è lo scrittore che andrebbe più di moda in mezzo alle dinamiche del mondo attuale, 1984, forse il suo romanzo migliore, sulla facciata del Ministero della Verità appare la scritta, “War is peace!”, la guerra è pace!

Lo stato di guerra permanente che vede coinvolti gli stati di Eurasia, Estasia e Oceania è un meccanismo di distruzione eterna del surplus di produzione, guai a permettere il miglioramento delle condizioni economiche della classe media, guai,

Wikipedia scrive che, allo scopo di perpetuare la guerra, vengono compiuti periodici rovesciamenti d’alleanza, bisogna a tutti i costi far si che l’unico meccanismo sia quello di impedire che l’eccedenza di beni e servizi venga usata per redistribuire ricchezza alla popolazione,attraverso la guerra permanente, guerra è pace!

Dite la verità, non è affascinante quanto sia attuale il nostro Orwell, oggi, impedire un miglioramento delle condizioni della classe media attraverso il continuo stato di crisi.

Lo abbiamo già scritto, recentemente, Noah Smith ha espresso un interessante punto di vista sui reali motivi per cui le élite sostengono così tanto l’austerità, anche se in pratica non funzionano. Le elites, egli sostiene, vedono le difficoltà economiche come un’opportunità per costringere a delle “riforme” – cioè in sostanza i cambiamenti da loro desiderati, che possano servire o meno a promuovere la crescita economica – e si oppongono a tutte le politiche che potrebbero attenuare la crisi senza rendere necessari questi cambiamenti. 

Per loro guerra permanente è pace, nel fine settimana per il nostro Machiavelli, “War is peace” parleremo della pace apparente imposta dalle banche centrali a beneficio unico di chi ricco lo è già, l’unica via di salvezza dalla prossima crisi.

Mentre i fessi esultano per il finto accordo,la finta tregua, war is peace, tra la Germania e l’America, si perché Juncker è andato in America esclusivamente per fare gli interessi della Germania…

La tregua sui dazi tra Juncker e Trump fa felice Berlino e i colossi auto tedeschi (che corrono in Borsa). Parigi irritata: “Servono chiarimenti” https://t.co/E9Bgc82bcC di @clapaudice

— L’HuffPost (@HuffPostItalia) July 26, 2018

L’obiettivo è “zero tariffe”, ha detto il presidente americano e, in questo periodo di trattative, c’è l’impegno di Washington a non proseguire lungo la strada minacciata più volte di applicare dazi anche sulle importazioni di auto europee, dopo quelli su alluminio e acciaio. La conferma è arrivata dal segretario Usa al Tesoro Mnuchin: “Durante il negoziato misure punitive sulle auto”. Il portavoce della cancelliera Merkel ha definito “costruttivo” l’incontro di ieri. “Il governo saluta l’accordo per un’azione costruttiva sul commercio. La Commissione Ue può continuare a contare sul nostro sostegno”, ha detto. Il ministro degli Esteri tedesco Maas non ha nascosto la sua soddisfazione: “L’Europa ha dimostrato che non si lascia dividere. E l’abbiamo visto: quando l’Europa è unita la nostra parola ha un peso”.

Solo i fessi non hanno ancora capito che non durerà, l’esempio di cosa è accaduto con la Cina è evidente, un accordo, promesse continue e poi all’improvviso, la guerra commerciale è ripresa più cruenta che mai.

La Francia ha storto il naso e, attraverso il ministro dell’Economia Bruno Le Maire, ha chiesto “chiarimenti” sull’accordo raggiunto a Washington, fissando però le sue linee rosse. A cominciare dal rifiuto di un nuovo “grande accordo” commerciale (di tipo TTIP) tra Ue e Usa. “Una buona discussione commerciale – avverte il ministro di Parigi – può avvenire solo su basi chiare e non può essere condotta sotto pressione”. Poi “l’agricoltura deve restare fuori dalle discussioni perchè le barriere non tariffarie agricole non sono negoziabili: abbiamo norme sanitarie, alimentari e ambientali elevati così come regole di produzioni alle quali siamo attaccati che garantiscono la protezione e la sicurezza dei consumatori”. Su questo non bisogna “transigere”.

Infine ci sono “dei nostri interessi da difendere:..

Probabilmente era ubriaco come sempre Juncker mentre negoziava con Trump e Trump si è divertito a prenderlo in giro. Prima Juncker dichiara che non è sua intenzione raggiunger un accordo, poi che è quello che ha sempre pensato tra un bicchiere e l’altro.

Solo un idiota può pensare che l’Europa vada a rifornirsi di gas in America, quando quello russo costa assai di meno, solo un idiota!

“L’obiettivo – ha spiegato – è di arrivare a zero barriere commerciali e zero sussidi sui beni industriali che non siano auto”

Ma quale gas, quale soia, nessuna possibilità oltre le parole, l’Europa al momento della decisione non sarà unita, davvero si vuole il ritorno del TTIP imposto sotto minaccia per fare contenta la Germania? MA davvero c’è qualche ingenuo che crede che la Germania rinuncerà al progetto Nordstream?

Nel frattempo ordini durevoli che deludono le aspettative e trend annuale in ribasso…

…oggi uscirà la prima lettura del pil del secondo trimestre, si prevedono meraviglie, vedremo, ma non ne sono tanto sicuro, il canto del cigno dell’economia americana.

Nel frattempo crollano le esportazioni ed aumentano le importazioni, notizia negativa per il pil che verrà…

Trade Deficit Jumps 5.5% as Exports Decline and Imports Rise: Winning Nothttps://t.co/yjfCh8V4sp pic.twitter.com/39ooB2b05o

— Mike Mish Shedlock (@MishGEA) July 26, 2018

… e i mercati continuano ad ignorare la brusca frenata del mercato immobiliare, prima con il crollo dell’avvio di nuove costruzioni, poi con il brutto dato delle abitazioni esistenti e ora anche con quello delle vendite di nuove abitazioni, non dimentichiamolo, quello che più conta.

La sintesi ve la faccio qui sotto, tutto peggio delle aspettative, senza dimenticare le revisioni al ribasso dei mesi precedenti, sembra di essere tornati ai bei tempi del 2007…

June Housing data so far:Housing Starts: Weaker than expectedBuilding Permits: Weaker than expectedExisting Home Sales: Weaker than expectedHouse Price Index: Weaker than expectedNew Home Sales: Weaker than expected

— Bespoke (@bespokeinvest) July 25, 2018

New Home Sales Tumble To 8-Month Lows Despite Price Plunge: https://t.co/U3AmS8aCkO @zerohedge $XHB pic.twitter.com/cNPXPS9XqM

— Lance Roberts (@LanceRoberts) July 25, 2018

Housing Stocks $ITB revisited the lows today as did New Home Sales pic.twitter.com/kdefWajAOV

— Keith McCullough (@KeithMcCullough) July 25, 2018

Per concludere, ma davvero Juncker ha detto a Trump “Se vuoi essere stupido, anch’io posso essere stupido.”?

Juncker’s Trade Pitch to Trump: ‘I Can Be Stupid, as Well’ – How bravado, flip cards and a White House ally helped European official sell Trump on trade detente https://t.co/2kZS2OpeWC via @WSJ pic.twitter.com/QQvcDyes0d

— Michael Hennigan (@Finfacts) July 27, 2018

Sostenendo i suoi punti, il signor Juncker ha sfogliato più di una dozzina di carte colorate con spiegazioni semplificate, ha detto l’alto funzionario dell’UE. Ogni carta aveva al massimo tre figure su un argomento specifico, come il commercio di automobili o gli standard per i dispositivi medici.

“Sapevamo che questo non era un seminario accademico”, ha detto il funzionario dell’UE. “Doveva essere molto semplice.”

Incredibilmente Juncker era sobrio, lo potete vedere dalle immagini qui sotto, non aveva alcuna sciatica, ma non ci sarà alcun accordo, non puoi mettere insieme sotto interesse unico della Germania, il parere di altri 27 Paesi in europa, soprattutto la Francia ma mi auguro che anche il nostro Governo sia sul pezzo, dia filo da torcere agli interessi della Germania.

Serve il disegnino, oltre al maiuscolo?

European Commission President @JunckerEU: “When I was invited by the President to the White House, I had one intention. I had the intention to make a deal today and we made a deal today.” pic.twitter.com/Tt7KLHSVdV

— FOX Business (@FoxBusiness) July 26, 2018

Appuntamento nel fine settimana, con il nostro Machiavelli, analisi macroeconomiche, empiriche, cicliche e tecniche sulla reale situazione dell’economia mondiale, sempre e solo per tutti coloro che hanno o vogliono liberamente sostenere il nostro viaggio.

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