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MILLEPROROGHE: LA RIFORMA NELLA RIFORMA DELLE BCC!

Chi mi conosce sa che provengo dal mondo cooperativo, da oltre 33 anni il mio cammino professionale è stata all’interno del mondo cooperativo, in una banca di credito cooperativo, come consulente finanziario negli ultimi anni. La mia totale contrarietà alla recente riforma delle BCC è risaputa, una riforma fatta sulla base del fate presto, ce lo chiede l’Europa, ce lo chiede la BCE.

Assolutamente d’accordo sull’assunto, sulla tesi della necessità di creare una struttura efficiente e in grado di competere oggi sul mercato, per far fronte alle sfide che il futuro ci prospetta, ma non in quella maniera, la maniera con la quale il precedente governo ha imposto le riforme delle banche popolari e delle banche di credito cooperativo.

Non da ultimo, uno dei motivi per cui la precedente riforma mi lasciava estremamente perplesso, le sue modalità, era questo…

Ma andiamo oltre e veniamo alla splendida notizia di ieri, il primo step di un lunga battaglia che proseguirà in Europa, grazie all’attuale governo, soprattutto grazie alla Lega di Alberto Bagnai e al suo prezioso ed infaticabile lavoro…

E’ ufficiale. Non diamo le nostre banche all’estero. Governo M5S-Lega blocca riforma Renzi delle banche di credito cooperative che ricevono maggior potere#24luglio #Governo https://t.co/uMsY3MXC8i

— Affaritaliani.it (@Affaritaliani) July 24, 2018

Non entro ora nel merito, ci sarà tempo e modo di parlare più avanti di questa riforma ora quello che è importante è che in questa prima fase, si è messo mano a una serie di criticità che rischiavano di mettere a serio rischio uno degli ultimi patrimoni che è rimasto a questo Paese.

La tragica situazione nella quale versano le Casse regionali del Credit Agricole, dal punto finanziario, la loro attuale leva finanziaria, sono per noi un punto di riferimento per non commettere gli stessi errori…

Il bello è che il Credit Agricole, modello di aggregazione fallimentare delle BCC francesi, ha ben sei casse regionali nei primi dieci posti del modellino che nel 2008 mi ha permesso di individuare 9 banche USA fallite, incorporate, nazionalizzate su 10#sapevatelo https://t.co/lWAEddV3Vf

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) July 19, 2018

Noi avevamo messo tutti in guardia ancora nel 2015…

BCC: IL MODELLO GIUSTO E’ IL CREDIT AGRICOLE! 

Ma torniamo ai punti salienti di questa riforma della riforma, avvenuta soprattutto grazie al personale interessamento del senatore Alberto Bagnai.

Una riforma, quella di Renzi, lanciata a colpi di tweet e senza un dibattito pubblico su un sistema che per 150 anni ha funzionato. A dimostrazione c’è da ricordare che anche durante la crisi bancaria 2011-2013, quando si è avuta un problema col credito erogato dalle banche, le Bcc sono riuscite ad andare in controtendenza. Nel 2014 avevano coefficienti patrimoniali più elevati del resto del sistema bancario italiano e del sistema bancario estero.

Con questo non si possono nascondere, comportamenti spregiudicati, criticità e malgoverno attuati da alcune BCC in Italia, ma si deve guardare all’insieme del sistema.

Dopo gli annunci di Conte, ad inizio mandato, sembra che sul caso abbiano pesato le parole dell’economista della Lega Alberto Bagnai che ha chiesto l’immediato blocco della riforma Renzi, fino a quando le regole europee continueranno a penalizzare le banche italiane, ignorando i fattori di rischio accumulati invece dalle banche di minori dimensioni in Germania.

Qui gli aspetti tecnici!

La proroga alle Bcc per i patti di coesione sale a 180 giorni. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria spiega che che lo slittamento è stato deciso “per consentire alle banche di tener conto anche di questa nuova riforma. Penso che gli istituti avrebbero avuto difficoltà per valutare le modifiche in pochi giorni e immaginiamo che attendano la conversione del decreto”. Tra l’altro, aggiunge Tria, “viene rafforzato il mantenimento effettivo del carattere di credito cooperativo” delle Bcc, “il carattere mutualistico di banche strettamente legate al territorio e con una finalità molto specifica. Questa riforma va incontro alle osservazioni raccolte”.

La linea è quella di “restituire più potere alle banche di credito cooperativo, che nel progetto di riforma” precedente “venivano pressoché assorbite nella capogruppo”, afferma ancora Conte. Per il capo del governo con questo decreto viene rafforzata la finalità mutualistica e viene conservato il radicamento nel territoriodi questi organismi bancari. Nell’ambito della riforma delle Bcc “le partecipazioni sociali” degli istituti di credito cooperativo nella banca capogruppo “salgono al 60%, i rappresentanti salgono alla metà più due, è prevista consultazione delle banche di credito cooperativo, c’è una maggiore autonomia sul piano delle strategiee delle politiche commerciali“.

Due gli obiettivi della riforma, sostiene il governo: il rafforzamento del patrimonio delle Bcc e la garanzia del carattere mutualistico delle banche di credito cooperativo, del loro carattere localistico. “Secondo noi – dice Tria – mentre la prima finalità era garantita dalla riforma così com’era stata attuata, la seconda presentava dei problemi critici e quindi siamo intervenuti”. Con la riforma sarà innalzata al 60 per cento – dal 50 più uno per cento previsto in precedenza – la quota minima capitale della capogruppo che deve essere detenuta dalle singole Bcc, e la possibilità di ridurre questa soglia di partecipazione al capitale della capogruppo può essere decisa solo da un Dpcm e non su semplice delibera del ministero dell’Economia”, spiega Tria. Inoltre la metà più due dei componenti dei cda del gruppo “dovranno essere espressione delle banche di credito cooperativo aderenti al gruppo”.

È stato un grande lavoro di ascolto, di mediazione, e di verità: si sono chiariti gli interessi in gioco, e si è cercato di migliorare una riforma che senza la mozione Giorgetti/Bagnai avrebbe conservato tutte le sue criticità. Alcune sono state attenuate. https://t.co/zTyFKmnglt

— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) July 25, 2018

Lavoriamo per migliorare l’esistente, senza dimenticare che il governo è entrato in carica a giochi praticamente fatti, e favoriamo il dialogo senza dimenticare che ci sono state posizioni di chiusura preconcetta da chi ora apprezza il risultato del nostro lavoro.

— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) July 25, 2018

Il dato è che finora è stato il sistema BCC a pagare per i fallimenti altrui. Rafforzarne le peculiarità, pur in un quadro non conforme agli esempi tedesco e austriaco, non può quindi essere considerato come una minaccia per la stabilità del sistema bancario.

— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) July 25, 2018

In altri termini: sovvertire il modello che abbiamo ereditato presentava rischi, e nessuno voleva farlo. Rinunciare a migliorarlo presentava rischi, e qualcuno voleva farlo. Il buon senso ha prevalso. Tutto è agli atti. Guardiamo avanti, che è cosa prudente quando si guida…

— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) July 25, 2018

Non è (più) uno one-man show: ringrazio tutti i colleghi della VI Comm al @SenatoStampa, fondamentale aiuto nel dialogo col governo, scusandomi con chi voleva di più e con chi voleva di meno. Questo è quello che si poteva e doveva avere. https://t.co/3kspn8CAZZ

— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) July 25, 2018

L’inizio di una nuova storia, è bastato un semplice NO per migliorare molte criticità!

Attendiamo con fiducia il fuoco di sbarramento di coloro che non perderanno tempo a criticare, a cercare di denigrare, distruggere, ascolterete come sempre nei prossimi giorni le critiche dei principali portatori di interesse della recente riforma del Governo Renzi, imposta dalla BCE.

Ora il prossimo step è impedire che il nostro sistema cooperativo, passi sotto la vigilanza asettica della BCE

Non bisogna mai avere fretta, enorme era l’interesse nazionale in gioco, ma è solo l’inizio di un lungo cammino, ricco di insidie e di pericoli, ma foriero di opportunità e migliooramenti. Oggi splende il sole, sul mondo cooperativo, godiamoci questo giorno.

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