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Regione Lombardia, la buona notizia dei contraccettivi gratuiti per under 24

Author: Alberto Grandi Wired

Quanti italiani usano la contraccezione? Secondo il Contraception Atlas 2018 poco più del 50%. In Belgio e in Francia si arriva al 90%, in Spagna e in Portogallo al 70% circa e in Irlanda al 65%.
Sono passati più di 40 anni dalla legge 405 del 1975 sui consultori familiari, forse la più visionaria e rivoluzionaria in tema di salute pubblica. E la meno applicata. Negli anni seguenti, la distribuzione e la diffusione dei consultori familiari sono state infatti poco omogenee.

La contraccezione ha spesso causato reazioni di scandalo e di proteste, soprattutto quando nella stessa frase comparivano le parole “scuola” e “minorenni”. Indimenticabile la storia di Come ti frego il virus!, l’albo di Lupo Alberto commissionato dal Ministero della salute. Inevitabili le polemiche sollevate ogni volta che qualcuno propone, per esempio, di installare un distributore di preservativi in un istituto scolastico.

Ogni tanto ci sono anche delle buone notizie. A volte addirittura sorprendenti, considerando il contesto.

È il caso della Regione Lombardia, che ha approvato un ordine del giorno i cui obiettivi sono prevenire le malattie sessualmente trasmissibili e informare, soprattutto i più giovani. Fino ai 24 anni, sia le consulenze specialistiche nei consultori familiari sia i metodi contraccettivi scelti saranno gratuiti. L’impegno delle Regione Lombardia riguarda anche i consultori privati accreditati.

La prima firmataria, la consigliera regionale Paola Bocci, ha giustamente ricordato quanto sia diminuita l’attenzione per patologie come l’Hiv. La diffusione di corrette informazioni e la prevenzione dovrebbero essere un impegno istituzionale costante – non fosse altro perché, banalmente, è conveniente evitare la diffusione di malattie evitabili. E poi perché gli avanzamenti clinici non hanno alcun corrispettivo nella percezione e nello stigma che circonda l’Hiv. Il paradosso è che aumenta la qualità della vita grazie a nuovi trattamenti e farmaci, ma la “colpa” rimane un marchio indelebile (e non basta il telefono verde dell’ISS per alleviarla). Anche le modalità di trasmissione sono cambiate nel corso degli anni e la fascia di età più vulnerabile è quella tra i 25 e i 29 anni.

Viste le inclinazioni ferocemente conservatrici di alcuni politici, la decisione della Regione Lombardia sembra davvero un ottimo segno. Soprattutto perché la strada indicata per prevenire gravidanze e diffusione di patologie sessualmente trasmissibili è quella dell’informazione e della contraccezione e non quella dell’astinenza o di qualche altro rimedio magico e primitivo.

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