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Il V&A Museum lancia un’innovativa mostra per celebrare e valorizzare il game design

Videogames: Design / Play / Disrupt: sarà questo il nome della nuova mostra lanciata dal Victoria and Albert Museum (abbreviato V&A) di Londra, un’esposizione innovativa e prima nel suo genere, che mira quest’autunno a celebrare il campo del design dei videogiochi. La mostra si terrà in modo semi-permanente dall’8 settembre 2018 al 24 febbraio 2019 nella sala 39 e nel North Court del museo, e si concentrerà su come addetti ai lavori, giornalisti e giocatori stiano esplorando insieme (i primi con nuove idee, i secondi con critiche e preziosi feedback) nuovi confini nell’ambito di uno dei media di intrattenimento più amati al mondo.

I visitatori potranno ammirare i dietro le quinte dei processi di sviluppo di videogiochi come The Last of Us, oltre ad approfondire diverse questioni sociali e politiche affrontate dal videogioco stesso, in una panoramica a 360 gradi del complesso di progettazione, della community e della cultura dei videogiochi. Nello specifico, la mostra si concentrerà sul design del videogioco a partire dai primi anni 2000, un’epoca di continui stravolgimenti tecnologici (maggior potenza hardware) e infrastrutturali (accesso alla banda larga, social media, ecc.) che permisero al medium di compiere un balzo enorme e superare i 2 miliardi di giocatori in tutto il mondo. Con questa mostra, il V&A Museum si arricchisce di uno spazio fondamentale di dibattito contemporaneo, che raccoglie numerosissimi spunti e idee collegati al design digitale. Nella sua prima sezione, la mostra si concentrerà sulle maggiori ispirazioni di design che hanno portato alla realizzazione dei più celebri videogiochi negli ultimi anni, frutto delle menti di una brillante generazione di designer, siano essi indipendenti o attivi in grandi compagnie. Nello specifico, sarà possibile esaminare diversi bozzetti di character design e note e appunti degli sviluppatori di Naughty Dog, oltre a diversi “oggetti di scena” utilizzati per The Last of Us e Uncharted 4, come le tute per il motion capture. I profondi collegamenti fra il videogioco e le arti figurative verranno inoltre esplicitati dalle evidenti somiglianze fra Journey di Thatgamecompany e diversi quadri di René Magritte.

Nella seconda e terza sezione, invece, saranno presenti numerose interviste e altre testimonianze audio e video, nelle quali molti game designer, autori e produttori si raccontano al pubblico. È qui che il dibattito comincia a farsi interessante, per poi culminare nella terza e ultima sezione, che celebra la passione e la fortissima collaborazione fra le community di videogiocatori di tutto il mondo per raggiungere obiettivi condivisi. Qui lo spazio espositivo è attrezzato in modo da apprezzare le imprese del giocatore come potenziale vero e proprio co-creatore di un videogioco, in uno straordinario processo di democratizzazione del game design. Oltre a diversi esempi “pratici” (incredibili opere in Minecraft, team-play nei tornei di League of Legends) qui saranno presenti diversi esempi di fan art e cosplay realizzati da appassionati. Il finale della mostra verterà infine sui videogiochi sperimentali e “fai da te”, realizzati da creativi e appassionati, come Bush Bash di SK Games, giocato in una bizzarra postazione che riproduce un’auto berlina dotata di un display. I giocatori potranno divertirsi anche con le stranezze di Line Wobbler di Robin Baumgarten, titolo ispirato da un video virale.

Il V&A è un museo in continua espansione nel settore dei videogiochi: nel settembre 2017, ad esempio, un week-end di apertura serale a tema, organizzato insieme alla conferenza Parallel Worlds: Progettare realtà alternative nei videogiochi,  ha attirato circa 8.000 visistatori. Fra le altre attività, il V&A Digital Design Weekend ha visto diversi creativi di professione condividere il loro processo creativo, con workshop a tema sull’apprendimento digitale legato ai nuovi media e sulle possibilità lavorative nel mondo della game industry.

Author: GamesVillage.it

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