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G20: DEAL LE CONDIZIONI DELLA CINA!

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Scacco matto verrebbe da dire, la mossa cinese di ieri è la sintesi di una partita a scacchi nella quale Trump non avrà altra scelta se non quella di gettare in aria l’intera scacchiera o prendere atto di aver per il momento perso la partita…

Di seguito l’articolo del #WSj @WSJ che sta pesando sui listini azionari che rivela le numerose richieste di #Xi a #Trump prima di riaprire il tavolo negoziale.https://t.co/OfsFjwxzIZ

— Intermonte Advisory&Gestione (@Interm_Advisory) June 27, 2019

Al summit del G20 a Osaka, in Giappone, il presidente cinese, Xi Jinping, presenterà all’omologo statunitense, Donald Trump, le sue condizioni per tornare al tavolo delle trattative per raggiungere un accordo sul commercio tra le due nazioni. Lo riporta il Wall Street Journal, citando funzionari cinesi. Condizioni che sollevano più di un dubbio sulla possibilità che i due Paesi ricomincino a trattare.

Tra le condizioni che Pechino porrà a Washington, dovrebbe esserci la rimozione del divieto statunitense sulla vendita di tecnologia statunitense a Huawei, colosso cinese delle telecomunicazioni, sanzionata dall’amministrazione Trump perché considerata un pericolo per la sicurezza nazionale. La Cina dovrebbe poi chiedere agli Stati Uniti di rimuovere tutti i dazi e di rinunciare a chiedere a Pechino di acquistare più prodotti statunitensi. I termini dell’intesa dovrebbero essere discussi da Xi e Trump sabato 29, durante un pranzo di lavoro.

…Poi il consigliere economico di Trump, Larry Kudlow, ha detto che nessuna precondizione è stata fissata in vista del summit tra i due leader e ha ribadito che lo spettro di nuovi dazi resta. Nel frattempo il South China Morning Post cinese ha scritto che le due nazioni hanno trovato una tregua i cui i dettagli verranno forniti prima dell’incontro di sabato tra i presidenti delle due nazioni nell’ambito del G20 di Osaka, in Giappone.(Sole24Ore)

Prepariamoci al no deal, al massimo ne uscirà un’altra inutile tregua, mentre i dazi stanno scavando la recessione globale. Una fonte sempre ben informata in Cina ricorda che due giorni prima di incontrare i presidente XI, Trump si vanta di aver in mano il piano B e minaccia nuove tariffe.

”Questa è una mossa molto scortese e avrà di sicuro un impatto negativo.”

Preparatevi al NO DEAL! https://t.co/9aUWOCZT8U

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) June 27, 2019

Qui sotto un interessante grafico che testimonia come la California sia colpita duramente dalla guerra commerciale ma anche Arkansas, Illinois e Tenneseee se la stanno passando male…

Grossi problemi davvero nelle zone rurali, dopo l’aumento dei dazi cinesi dal 10 al 25 %, molti agricoltori hanno ipotecato le loro fattorie, secondo il quotidiano Politico…

“American Carnage”

Politico: Farmers have seen their net income plummet by half since 2013 and are now expected to hold nearly $427 billion in debt this year — the most since the farm crisis in the… https://t.co/QhcbCmCk0l

— Davis Democrats (@DavisDemocrats) June 26, 2019

“Migliaia di banche si trovano in quelle che chiamereste zone rurali”, hadichiarato Mark Scanlan, vicepresidente senior dell’agricoltura e della politica rurale presso gli Independent Community Bankers of America.

“Quando l’economia inizia a rallentare, le colpisce perché non si tratta solo di prestiti agricoli, ma anche di quello che vendono agli agricoltori”

I prestatori di banche agricole che si specializzano in agricoltura stanno stringendo gli standard di credito.

Il numero dei lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione è cresciuto ieri ai massimi da sette settimane.

Nel frattempo brutte notizie dalla revisione finale ( salvo revisioni possibili nei prossimi trimestri ) del GDP primo trimestre con una crescita al 3,1 % ma con una discesa della spesa dei consumatori non prevista, passata dal 1,3 % a soli 0,9 %, con un aumento degli investimenti fissi non residenziali e una piccola ripresa degli investimenti residenziali.

Revised GDP for Q1 (dropping from 3.2% to 3.1%) in the US, broken down by individual components.

Quite decent drop in Personal Consumption Expenditures over the last 3 quarters.#economy #USA chart via @zerohedge pic.twitter.com/fXVUSeB7vu

— Sebastian Sienkiewicz (@Amdalleq) June 27, 2019

In sintesi solo grazie alla crescita delle scorte che ha contribuito per lo 0,55 % e alle esportazioni nette (0.94 %) il trimestre è salito sopra il 3 %Escludendo sia le scorte che le esportazioni nette, il PIL è salito solo dell’1,6% nel primo trimestre con un calo di 5 decimi rispetto al quarto trimestre. Attenzione al calo del principale propulsore della crescita economica USA, ovvero i consumi, scorte e esportazioni incideranno negativamente sul prossimo trimestre.

Brutte notizie arrivano anche dall’immobiliare australiano che vede ormai un crollo dei prezzi che riporta indietro, l’Australia sino alla crisi immobiliare americana del 2008 con il 130 % dei mutui ipotecari in rapporto al pil in pancia le banche australiane sono condannate.

Attenzione agli investimenti sul mercato azionario australiano.

Aussie stocks rising as house prices fall?

Resembles the US housing bubble in 2007.Real estate collapsed first, and equity markets followed.

With 130% of mortgage loans to GDP, Aussie banks are doomed. pic.twitter.com/5oBmQWFInZ

— Otavio (Tavi) Costa (@TaviCosta) June 27, 2019

Non so in quanti siano pronti per un insuccesso al G20, non importa se qualcuno venderà un finto accordo come la fine della guerra commerciale, ormai non c’è più tempo il destino è segnato, questo è il tempo della qualità, via da tutto ciò che non è bene rifugio.

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Author: Finanza.com

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