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Economia

WALL STREET: ancora positività sui massimi

Siamo ormai ai massimi di mercato e malgrado questo, non si vedono all’orizzonte delle convinte forze ribassiste. Il quadro quindi resta positivo ma occhio alle sorprese (Guest Post)

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno registrato una rinnovata propensione al rischio. Evidentemente gli operatori, rassicurati dalle discrete trimestrali delle aziende Usa, hanno ora meno timori circa gli effetti del rallentamento economico globale. La tenuta degli utili delle imprese americane ci dice che, le diatribe commerciali tra Usa e Cina hanno sì creato molti problemi, ma non hanno finora intaccato i favorevoli presupposti che stanno alla base di questo prolungato ed ormai storico bull market. Le imprese quotate continuano infatti a godere di materie prime a basso costo, di un costo del capitale irrisorio, ai minimi dal secondo dopoguerra, e di una dinamica salariale moderata, nonostante la quasi piena occupazione. Insomma una compressione dei costi di produzione mai registrata in passato, a cui si aggiunge una tumultuosa rivoluzione tecnologica e produttiva che ne amplifica ulteriormente gli effetti. Dal punto di vista dei ricavi, ossia da lato sinistro del conto economico, registriamo, è vero, una domanda ancora debole e latente, ma i minori ricavi sono ampiamente compensati, a livello aziendale, dalla notevole riduzione dei costi di tutti i maggiori fattori produttivi. Non a caso gli utili delle aziende Usa sono previsti in ulteriore crescita dell’11 % anche nel 2020. E se tale previsione si rivelerà, come credo, fondata, è difficile ipotizzare una caduta rovinosa delle quotazioni degli indici azionari, come spera, del tutto invano, ormai da oltre 10 anni, la folta schiera degli incalliti ribassisti. Personalmente, come in tutto quest’ultimo decennio, non aderisco neanche ora alle loro pessimistiche tesi, anzi credo che il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, fra dodici mesi cresca ulteriormente e raggiunga una quota intorno ai 3.250 punti. D’altra parte è del tutto insensato pensare che un presidente imprenditore come Trump, molto attento agli esiti di Wall Street, possa presentarsi alle elezioni del prossimo anno con gli indici azionari Usa in caduta.

Prospettive, quelle sopra enunciate, di medio – lungo termine, andiamo però ad esaminare cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. In quest’ultima ottava, il dollar index ha ripreso vigore, + 0,56 %, ed è risalito a quota 97,83. Un fattore d’indubbia stabilità anche per gli altri mercati. Anche le commodities mostrano segni di vitalità, + 1,62 % in termini reali, un segnale beneaugurante per le prospettive future dell’economia globale. Buone notizie arrivano anche dal mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali americani sono, infatti, lievitati di altri 5 bps, e sono risaliti sino a quota 1,8 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, crescono anch’essi di 4 bps, e raggiungono quota 1,62 %. Molto probabile che sia quì la bolla e non dove, invece, la indicano in tanti. La yield curve Usa, inoltre, amplia la sua positiva inclinazione, oggi pari a 18 bps, ed allontana ulteriormente l’ipotesi recessiva. Il mercato azionario, infine, vede nuovamente rosa. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, guadagna infatti l’1,22 %, e raggiunge quota 3.022,55 punti, a ridosso ormai dei suoi massimi storici.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures edelle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 36.234

Large Traders : +34.103

Small Traders : + 2.131

Si riconferma, pertanto, la sua nuova e moderata configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, sono state pari a soli 3.306 contratti. In particolare, i Large Traders acquistano l’intero lotto dei 3.306 contratti long, e consolidano la loro attuale posizione, Net Long. I Commercial Traders, invece, cedono 2.313 contratti long, e rafforzano la loro abituale posizione di copertura, Net Short. Gli Small Traders, infine, cedono anch’essi 993 contratti long, ma non invertono la loro posizione, che resta Net Long. Movimentazioni esigue, che non lasciano presagire rilevanti mutamenti nei comportamenti dei diversi operatori. Si riconferma una configurazione storicamente moderata e lateral-rialzista, nonché molto volatile ed incerta. Una configurazione difficile da tradare, che induce ad un atteggiamento operativo cauto e prudente. Vedremo se la prossima imminente decisione della Fed in tema di tassi, apporterà qualche mutamento di rilievo. Gli indici azionari Usa, peraltro, sono ormai a ridosso dei propri massimi storici, quindi gli operatori dovranno a breve decidere se andare oltre o meno. Il ritorno degli Small Traders in posizione Net Short sarebbe un bel segnale, ma finora ciò non è avvenuto. Rimango pertanto in attesa di nuove e più probanti indicazioni provenienti dal mercato, e nel frattempo riconfermo la mia cauta e moderata view rialzista.

Moderata view rialzista, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo studio del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo difficile e contraddittorio 2019, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita dell’11,91 %. La perdita è ascrivibile alla nostra errata posizione short d’inizio d’anno, nonchè alla successiva estenuante fase di lateralizzazione del mercato. Nel frattempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito un guadagno del 22,03 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sotto-performance del 33,94 %. Un imbarazzante incidente di percorso, per un portafoglio che nei precedenti 6 anni ha conseguito una sovra-performance media annua del 16,2 %, e che presenta una equity line in progresso di circa il 150 %. Non perdo, tuttavia, la fiducia in esso, anzi sulla base della pregressa esperienza storica, confido, nei prossimi mesi, di poter recuperare almeno una parte dell’attuale inaccettabile sotto-performance. A tal fine, in coerenza con quanto sopra espresso, questa settimana modifico leggermente l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè dal 72,5 al 77,5 % le mie posizioni long, ed riduco, nel contempo dal 27,5 all 22,5 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione rialzista pari al 55 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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Author: Finanza.com

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