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Rendiconto sociale Inps 2018: I conti sono in equilibrio

Si è tenuta a Roma il 5 novembre 2019 alla presenza della ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e del presidente dell’Inps Pasquale Tridico, la presentazione del Rendiconto sociale dell’Inps relativo al 2018.

Il Rendiconto presentato da Guglielmo Loy, presidente del CIV, Comitato di Indirizzo e Vigilanza, è stato preceduto da una piccola premessa in merito ai tempi di presentazione. Reso noto a novembre 20|9, lontano rispetto all’anno di riferimento, lo farebbe sembrare un po’ sorpassato, ma è dovuto al Regolamento di contabilità Inps che vincola la sua presentazione dopo l’ approvazione del conto consuntivo dell’INPS, per avere dati incontestabili.

Ciò spinge a chiedersi quanto possa essere considerato attuale un Rendiconto riferito al 20|8, ma presentato alla fine del 20|9, tanto più ove si tengano a mente le scelte di natura legislativa che il Parlamento ha compiuto e completato nel corso del 20|9, quali, in particolare, quota 100 e il Reddito di cittadinanza.Il documento tuttavia è stato integrato con alcune analisi sul 20l9 e con approfondimenti ad alcune prestazioni pensionistiche già in vigore, sia a quelle introdotte con la legge

il presidente Inps Tridico, il presidente Civ Inps Loy e la ministra del lavoro Cantalfo

26/20l9 ( quota 100 e Rdc appunto).

E’ interessante osservare come nell’approfondimento tematico presentato ieri, insieme al rendiconto sociale, sul pensionamento anticipato vi sia stata una crescente domanda,diversificata in base alle opzioni possibili con Opzione donna (27 mila domande liquidate dal 2016); Ape sociale (110mila domande presentate); Ape volontaria (3Imila domande di certificazione presentate) ed infine quanti lavoratori precoci hanno fatto la richiesta dal 2017 a metà 2019 (92mila). Se a questi aggiungiamo gli oltre 30.000 lavoratori usurati e i quasi 200mila richiedenti Quota 100, si ha un quadro più completo della complessa questione della “flessibilità in uscita” cosicchè le istituzioni e le parti sociali potranno avere uno strumento in più per produrre, con raziocinio e senza facili semplificazioni,nuove proposte.

Peer far fronte ai nuovi compiti, l‘INPS, puntando sulla piena digitalizzazione dei servizi, ha costantemente modellato la propria organizzazione in coerenza con le scelte politiche e con l’evoluzione della società e dell’economia, al fine di soddisfare i bisogni dell’utenza e dei cittadini.

Occorre inoltre sottolineare che il Rendiconto sociale dell’Istituto, è uno strumento che ha un peso nel dibattito pubblico sui temi del welfare, dell‘assistenza, della previdenza e che, in qualche modo, si propone di trasformare dei dati contabili, indubbiamente utili ma freddi, in una analisi più strettamente sociale.

fonte Inps

I contenuti del Rendiconto investono i destinatari dell’attività dell’Istituto – vale a dire imprese, lavoratori, pensionati. disoccupati, cittadini in condizione di disagio — ossia i soggetti nei cui confronti l’INPS è chiamato a fornire dei servizi e prestazioni.In questo ambito l’Istituto è divenuto il principale attore del Welfare nazionale, ampliando la propria sfera di competenza e garantendo non solo una tutela previdenziale per i lavoratori assicurati, ma anche l’erogazione delle prestazioni di protezione sociale via via attribuite. Le prestazioni alimentate dalla fiscalità generale, rappresenta circa un terzo del “fatturato” dell’INPS ma sarebbe riduttivo limitarlo alle sole prestazioni strettamente assistenziali.

La pluralità di realtà socioeconomiche e morfologiche che il nostro paese rappresenta, infatti, fa in modo che parlare di pensionamento anticipato in Trentino, ad esempio, abbia un significato probabilmente diverso di quello che ha in altre regioni.

Allo stesso modo occorre aver presente che, nell’affrontare il tema attuale del contrasto alla povertà, sarebbe troppo semplicistico parlare solo di centro, nord e sud poiché, in particolare, esistono aree interne svantaggiate rispetto alle grandi aree metropolitane e si riscontrano, inoltre, dinamiche sociali molto complesse all’interno di una stessa regione, che spesso generano dati che necessitano di essere attentamente analizzati e interpretati.

Il gettito contributivo accertato nel 20|8 ammonta a circa 231 mld di euro, di cui 205 mld di euro per prestazioni pensionistiche a carico dei datori di lavoro, dei loro dipendenti, dei lavoratori parasubordinati e dei lavoratori autonomi e circa 26 mld di euro per le prestazioni di protezione sociale a carico dei datori di lavoro.

Le entrate contributive, che peraltro sono superiori al gettito IRPEF, hanno interessato circa 5,3 milioni di imprese iscritte e 22,6 milioni di lavoratori assicurati.

A tal riguardo si evidenza che nel periodo 2016 – 2018 si è rilevato un incremento dello 0,9% del numero delle imprese e del 2,0% dei lavoratori assicurati.

Con riferimento, invece, al principio di sussidiarietà, si rappresenta che nel 2018 lo Stato ha trasferito all’Istituto somme per circa 106 mld di euro, finanziati dalla fiscalità generale e destinate alla copertura di alcuni oneri pensionistici. Cifra ovviamente integrata, nel 20|9 dall’ultima misura “sociale”, il reddito cittadinanza che porterà a oltre 110 miliardi la quota di trasferimento dallo Stato all’INPS.

A fronte delle predette entrate contributive e dei trasferimenti dal Bilancio dello Stato, l’INPS ha sostenuto spese per prestazioni istituzionali pari a circa 318 mld di euro, di cui circa 262 mld destinati alle pensioni, 38 mld alle prestazioni a sostegno del reddito e 18 mld di euro alla spesa per invalidità civile.

La spesa pensionistica ha riguardato circa 15,4 milioni di pensionati, di cui circa 8I9 mila beneficiari di pensioni ed assegni sociali.

Si evidenza che, nel periodo 2014-20I8, il numero dei pensionati si è ridotto dell’l,0% mentre, quello dei titolari di pensioni e assegni sociali, del 3,2%.

L’esame dei dati contenuti nel Rendiconto sociale 20|8 conferma la tenuta della mutualità e il continuo aumento delle prestazioni assistenziali finanziate dalla fiscalità.

INPS DI TUTTI

Oltre alle prestazioni economiche di contrasto alla povertà, si evidenziano anche quelle che hanno come obiettivo la ricollocazione dei lavoratori in particolari condizioni, attraverso l’utilizzo di leve di natura finanziaria e contributiva come è il caso della NASPI.

La complessità degli interventi previdenziali, sociali e a favore del lavoro posti in essere dall’Istituto facciano in modo che l’utenza identifica l’Istituto stesso con lo Stato.

Tale identificazione pone in capo all’INPS un ulteriore stimolo, che si aggiunge all’obbligo che gli deriva dalla legge di garantire all’utenza una elevata qualità dei servizi, obiettivo da raggiungere anche attraverso i più opportuni adeguamenti di carattere organizzativo. Però su alcune prestazioni i tempi medi sono aumentati specie per i dipendenti pubblici e per i lavoratori autonomi.

L’Inps deve sempre garantire un adeguato livello di servizi all’utenza, da realizzarsi anche attraverso la presenza capillare dell’Istituto sul territorio e fondata sul monitoraggio delle diverse realtà socio economiche tenendo, altresì, conto della presenza, dei patronati, Caf, professionisti, servizi alle imprese etc., nonché assicurare la presenza e delle strutture decentrate INPS.

Aspetti finanziari

L’assetto finanziario dell’INPS presenta un quadro complessivo di sostanziale equilibrio. Sull’insieme della spesa previdenziale e di protezione sociale di 346.933 milioni di euro, il peso di quest’ultimi, mutualizzata o a carico della fiscalità generale è di 49.805 milioni di euro pari al 14,1% del totale, confermando una sostanziale stabilità tra la spesa previdenziale e quella di protezione sociale.

Relatìvamente alla spesa totale per prestazioni previdenziali e di protezione sociale, la copertura dei contributi delle parti sociali e, quindi, mutualizzati è di 23l.I66 milioni di euro, pari al 66,6% della spesa totale per attività caratteristiche dell’Istituto.

I trasferimenti dalla fiscalità generale coprono, oltre agli oneri per compiti assegnati all’INPS dal legislatore per 33.526 milioni di euro, contributi agevolatìvi al sostegno del mercato del lavoro per 17.82l milioni di euro e, per 9.828 milioni di euro, contributi per la copertura dei disavanzi di alcune gestioni, comprese quelle del lavoro pubblico.

Non si deve dimenticare che in Italia, a differenza di altri Paesi europei, il reddito da pensione è sottoposto al prelievo fiscale, con le stesse aliquote previste per i redditi da lavoro dipendente.

L’importo complessivo del prelievo fiscale sulle prestazioni erogate dall’INPS ammonta a 56.325 milionì di euro, pari al 53,3% di quanto l’Istituto riceve dalla fiscalità generale.

La separazione della spesa tra previdenza e assistenza“, all’attenzione del legislatore nonché l’entità del prelievo fiscale operato alla fonte, sono elementi da valorizzare nel confronto con le Autorità europee per la comparazione della spesa sociale e per l’elaborazione del rapporto tra spesa previdenziale e PIL.

Camillo Linguella

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