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Salvini ha deciso che il Covid-19 non esiste più?

Author: Luigi Mastrodonato Wired

Il leader leghista, in caduta di consensi ma non riuscendo a rinunciare al suo protagonismo, abbraccia sconosciuti, si mescola alla folla e abbassa la mascherina. Lanciando un chiaro messaggio di strategia politica

Si può dire che la genesi di Matteo Salvini sia compiuta. Dopo qualche tentennamento tra il sigillare, chiudere, sbarrare e l’aprire, aprire, aprire di fine febbraio, il leader della Lega a marzo aveva sposato la linea della preoccupazione. Prima le accuse al governo di stare sottovalutando il coronavirus, poi le considerazioni sulle chiusure ordinate dai decreti non abbastanza drastiche, infine le crociate anti-runner. Salvini per qualche settimana è stato un piccolo De Luca, che ha soffiato sulla (legittima) paranoia sanitaria delle persone in un modo che comunque poteva ritenersi coerente con i numeri e le immagini tragiche che ci restituiva il paese. Poi alla fine di marzo qualcosa è cambiato.

Le teorie del complotto sul virus creato dai laboratori cinesi, comunque un’evoluzione del Salvini-pensiero coerente con la linea del chiudiamo tutto. Poi la presa di consapevolezza a fine aprile che l’unico modo per salvare la faccia alla sua giunta lombarda fosse una narrazione ottimistica a base del siamo pronti per ripartire e riapriamo tutto. Una deviazione dalla linea precedente che se da una parte falsava la situazione reale lombarda, dall’altra comunque non rinnegava la violenza del virus, dimostrata dall’altra teoria del complotto sposata, sulla necessità di intraprendere su grossa scala la terapia del plasma “nascosta dalle case farmaceutiche”. Nelle ultime ore, però, la giravolta dell’ex ministro dell’interno è stata completata: il coronavirus si è trasformato in una bazzecola, in una sorta di negazionismo implicito totalmente incoerente con i discorsi fatti fino a poche settimane fa.

Prima la manifestazione romana del 2 giugno, con i selfie a mascherina abbassata, i cellulari che passavano di mano in mano, le distanze di sicurezza non rispettate né dal trio Salvini-Meloni-Tajani, né soprattutto dalle centinaia di persone accalcate alle loro spalle tra tricolori, braccia tese e cori contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con la mafia che avrebbe “sbagliato fratello”. In seguito l’intervista a Quarta Repubblica, dove il leader leghista ha lanciato un messaggio ben chiaro al suo popolo: non scaricate l’app Immuni, perché tra gli azionisti della società che l’ha creata c’è un investitore cinese. “Coi soldi che hanno in tasca pensano di venire a fare shopping in Italia. Non solo non gli do i dati del mio telefonino ma vorrei tenerli lontani dalle aziende italiane”, ha sottolineato il leader leghista. Mentre dal governo si cerca di spingere il più possibile l’app così da poter tracciare la situazione del contagio e tutelare i cittadini da eventuali rischi di esposizione al virus, il leader dell’opposizione chiede ai suoi di lasciar perdere. Non sulla base di un qualche ragionamento su privacy e diritti connessi, neanche per un’analisi sulla valenza sanitaria della tecnologia, ma piuttosto per un mero sentimento anti-cinese.

In poche ore, rinunciando alla mascherina in mezzo all’assembramento romano, stringendo e abbracciando sconosciuti davanti alle telecamere e ridicolizzando uno degli strumenti messi a punto per combattere il contagio, Salvini ha insomma mandato all’Italia un messaggio chiaro: il Covid-19 non esiste. Non lo ha fatto nei modi espliciti à la Bolsonaro, certo, ma il succo non cambia. E che questo venga da chi guida il partito con più consensi in Italia è molto preoccupante, dal momento che varrà come un semaforo verde ad atteggiamenti e pensieri errati su una pandemia che ancora ci riguarda. È paradossale che chi da settimane si fa paladino dei sacrifici degli italiani sputi su quegli stessi sacrifici, con immagini che sono parse una beffa per chi ancora oggi agisce con tutte le precauzioni richieste, che siano cittadini nella loro quotidianità o commercianti con l’attività che va a rilento a causa del rispetto di distanziamenti da cui i sovranisti sembrano invece esentati. 

Salvini ha sposato la linea del negazionismo soft perché sa che lì fuori c’è un popolo economicamente esasperato che vede nel ritorno alla normalità l’unica via alla sopravvivenza. Se il popolo vuole la normalità diamogli la normalità, deve aver pensato la bestia nell’analisi costi-benefici della nuova linea leghista sul virus. Il fatto che i sondaggi diano la Lega in costante calo poco importa, anzi è una spinta a cambi drastici di strategia comunicativa. Non è un caso che sempre nelle scorse ore Matteo Salvini abbia invocato elezioni a settembre. Oggi come ieri, la sua è una campagna elettorale costante, che invoca il chiudere tutto, il riaprire tutto, i complottismi vari, a seconda del sentire della gente.

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