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Betelgeuse, mistero risolto: non si sta spegnendo, luminosità in calo per colpa della polvere stellare

Author: Le news di Hardware Upgrade

Betelgeuse,la seconda stella più luminosa della costellazione di Orione, ha rappresentato negli ultimi mesiun vero e proprio “caso scientifico” che, finalmente, sembra aver trovato una spiegazione logica e risolutiva.

Alla fine del 2019 e all’inizio del 2020, gli astronomi notarono un drastico calo della luminosità di Betelgeuse, una supergigante rossa a circa 550 anni luce di distanza dalla Terra. Lo strano evento, soprannominato “Great Dimming“, non trovò una spiegazione immediata, e questo portò a teorizzare una “imminente” – in tempi astronomici – esplosione in una supernova.

Grazie alle immagini ottenute dal Very Large Telescope dell’ESO in Cile, un team internazionale di scienziati è riuscito a dimostrare che Betelgeuse non si sta avviando verso la fine della sua lunga vita, ma semplicemente cheun’enorme nuvola di polvere interstellare ne ha schermato, temporaneamente, la luminosità.

Il calo di luminosità di Betelgeuse, evidente anche a occhio nudo, interessava la regione meridionale della superficie stellare e fino a oggi gli astronomi non erano sicuri di cosa l’avesse causato. Grazie alle continue osservazioni, gli astronomi hanno registrato nell’aprile dello scorso anno il ritorno della stella alla sua normale luminosità.

Uno studio pubblicato su Nature (“A dusty veil shading Betelgeuse during its Great Dimming“) ha dimostrato che l’evento è stato causato da un velo polveroso che oscurava la stella, a sua volta dovuto a un calo della temperatura sulla superficie stellare di Betelgeuse.

La superficie di Betelgeuse è in continuo cambiamento con bolle giganti di gas che si muovono, restringono e gonfiano all’interno della stella. Il team ha concluso che prima del Great Dimming, la stella ha espulso una grande bolla di gas che si è allontanata. A seguito dell’evento, una parte della superficie si è raffreddata, portando a una diminuzione della temperatura tale da far condensare il gas in polvere solida.

“Abbiamo assistito direttamente alla formazione della cosiddetta polvere di stelle“, ha dichiarato Miguel Montargès, astronomo dell’Observatoire de Paris in Francia. “La polvere espulsa dalle stelle fredde evolute, come l’espulsione a cui abbiamo appena assistito, potrebbe evolvere diventando gli elementi costitutivi dei pianeti terrestri e della vita”, ha affermato Emily Cannon, astrofisica della KU Leuven dei Paesi Bassi e co-autrice dello studio.

In breve, questo evento non significa morte semmai esattamente l’opposto, in quanto potrebbe infondere vita su altri pianeti intorno alla stella. Tra l’altro, nella nostra galassia non osserviamo una supernova dal 17° secolo, quindi gli astronomi non sono del tutto sicuri di cosa aspettarsi da una stella in vista di un tale avvenimento.

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