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WALL STREET: qualcosa torna a cambiare

Mentre si cerca di capire in Ucraina come andrà a finire, ecco che il COT Report cambia un pochino impostazione. Gli Small traders passano net short, una situazione dove le mani “deboli” suggeriscono la fine della correzione. Ora non ci resta che aspettare e vedere… [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali non hanno sciolto gli interrogativi circa il loro andamento futuro, ed hanno proseguito nel loro trend incerto, ed altamente volatile.

Credo rispecchino abbastanza fedelmente la situazione attuale. Sono infatti ancora tante le situazioni in attesa di definizione e chiarimento. In primo luogo la pericolosa situazione geopolitica, legata al confronto Russia – Nato sull’Ucraina, che non sembra trovare soluzione, e che rischia di degenerare in un assurdo confronto bellico.

C’è poi il problema dell’inflazione, riemersa improvvisamente dopo decenni in cui se né erano perse addirittura le tracce. Un fenomeno economico, quello inflattivo, del tutto sconosciuto alle nuove generazioni. In molti fanno pertanto fatica a comprenderne le cause, ed a stimarne le possibili conseguenze sul sistema economico globale. Si discute e si dibatte sulle sue possibili origini, e soprattutto sui possibili rimedi.

Le Banche Centrali, ed in particolare la FED Usa, hanno annunciato una restrizione delle condizioni di credito per i prossimi mesi. S’ipotizzano addirittura 5 o 6 rialzi dei tassi d’interesse nel corso di quest’anno. Una prospettiva che inquieta un’economia ancora claudicante, e non ancora completamente ripresasi dall’impatto devastante della pandemia da Covid-19. Quanto a quest’ultima c’è molto ottimismo in giro, si pensa cioè che la stessa sia ormai in via di superamento e soluzione.

Auguriamoci che ciò sia vero, e di non avere altre brutte sorprese. Insomma una situazione alquanto ingarbugliata, e con davvero poche o nessuna certezza. Tradare i mercati in tale contesto non è facile, anzi tutt’altro. Del tutto obbligato assumere un approccio cauto e prudente. Il rischio di errori interpretativi ed operativi è davvero molto elevato. A dire il vero, credo non sia un problema solo contingente, ma ahimè strutturale, destinato cioè a durare anche nei prossimi anni, e forse per quest’intero decennio.

Penso cioè che sia, purtroppo, davvero finita la bella èpoque dei rialzi ininterrotti dei valori dell’equity, di cui abbiamo goduto e profittato nel corso degli ultimi 10 anni. Pian piano stanno infatti venendo meno tutte le condizioni favorevoli che ne erano alla base. Il Mondo e la sua economia globale stanno infatti assumendo un assetto molto più complesso ed articolato di quello del nostro recente passato. Per governarlo servirebbero leadership innovative, molto più intelligenti e lungimiranti di quelle attuali.

Ma, al momento non se né scorge nessuna all’orizzonte. Auguriamoci che siano le nuove e complesse esigenze dell’economia a farle emergere e farle venir fuori. Il parto non sarà comunque facile ed indolore, ci saranno da superare molte resistenze. E questa difficile fase di trapasso, dal vecchio al nuovo, troverà puntuale riscontro anche nei mercati finanziari internazionali.

Chi vorrà continuare ad operare sui mercati, né dovrà essere ben conscio, e consapevole, e ri-adeguare i suoi trading system, ed il proprio approccio operativo. Da parte mia ho già iniziato a farlo, nella convinzione che si dovrà tradare una fase nuova e diversa dell’economia capitalistica di produzione.

Dopo le sopra esposte considerazioni, d’ordine generale, esaminiamo però, cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index nell’ultima ottava, è rimasto alquanto stabile, e quota oggi 96,08. Sono ormai anni che il dollaro è stabile, basti pensare che negli ultimi 7 anni la sua variazione è pari al + 0,79 %.

Le commodities, invece, proseguono la loro corsa al rialzo. Lievitano, infatti di un ulteriore 1,53 % in termini reali, sospinte anche dai venti di guerra che soffiano in Europa. Tensioni che trovano solo parziale riscontro nel mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale Usa, lievita infatti di 1 solo bp e raggiunge quota 1,93 %. Il rendimento del bond a 2 anni, invece, arretra di 2 bps e retrocede a quota 1,47 %.

L’inclinazione della yield curve Usa pertanto si amplia leggermente, sino a quota 46 bps, ma ciò non scongiura i cattivi presagi sulle prospettive della crescita economica futura. I mercati azionari, infine, continuano nella loro fase di repricing. In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’$&P 500, perde l’1,58 %, e retrocede sino a quota 4.348,87. .

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures edelle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 36.622

Large Traders : + 37.201

Small Traders : – 579

Dopo quasi 10 mesi, cambia, pertanto, l’assetto e la configurazione del Cot Report sui derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa settimana, le variazioni nelle posizioni dei vari operatori sono state pari a 4.024 contratti. In particolare, i Large Traders, acquistano l’intero lotto dei 4.024 contratti long, e consolidano, ormai solitari, l’entità e la forza della loro posizione, Net Long.

I Commercial Traders, invece, cedono 435 contratti long, ed assestano la loro posizione di copertura, Net Short. La sorpresa della settimana è data dagli Small Traders, che cedono 3.589 contratti long, ed invertono la loro posizione da Net Long a Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, alquanto inattese, ed ancora da confermare, c’inducono a mutare l’interpretazione dell’attuale fase dei mercati azionari Usa.

La circostanza, storicamente benevola, di Small Traders in posizione Net Short, c’induce a pensare che l’attuale fase correttiva sia quasi giunta al suo termine, ed abbia ormai poco spazio per continuare. Una prospettiva da confermare nelle prossime settimane, vista l’esiguità della posizione Net Short degli Small. Molto probabile, comunque, che trattasi di una fisiologica correzione, e non dell’inizio di un marcato down-trend.

Del tutto plausibile un recupero, seppur parziale, che configuri per i prossimi mesi, e forse per l’intero anno, una fase di sostanziale lateralizzazione dei mercati. Non sarebbe comunque una prospettiva allentante per gli investitori.

Fare guadagni in mercati privi di direzionalità è infatti sempre molto difficile. Per i suesposti motivi, muto, per ora solo leggermente, la mia recente vision negativa sulle prospettive dei mercati azionari, ed aderisco ad una prospettiva di sostanziale laterizzazione dei valori azionari, per i prossimi mesi, e forse per l’intero anno.

Mercato, dunque, ancora incerto, che cercherò comunque di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso di quest’inizio d’anno, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito una perdita dell’ 8,35 %. Il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, invece, ha registrato nel contempo una perdita del 3,52 %.

Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 4,87 %. Nei precedenti 9 anni, il mio trading system ha invece conseguito una sovra-performance media annua del 7,1 %, e presenta un’equity line in progresso del 175 %. Questa settimana, modifico un pò l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè 42,5 al 45 % le mie posizioni long, e riduco nel contempo dal 57,5 al 55 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione operativa,Net Short, pari al solo 10 % del mio portafoglio.

Chi desiderasse approfondire, e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può,se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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Author: Finanza.com

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