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Lego Brawls Recensione: mini-figure distribuiscono maxi-botte

Non vi aspettate di leggere questa recensione di Lego Brawls e correre al vostro rivenditore di fiducia più vicino per acquistarne una copia. Almeno, non se non sapevate nulla del gioco prima che ve ne parlassi io. E, nel modo più assoluto, non se il mondo delle mini-figure LEGO è per voi alieno e sconosciuto. Lego Brawls, infatti, è più di un titolo su licenza LEGO nato per sponsorizzare le varie saghe multimediali, comprese alcune originali come Hidden Inside, che sono state “Legolizzate” nel corso degli anni. Perché sebbene, in effetti, ci siano praticamente tutte, in Lego Brawls l’attenzione del giocatore è costantemente spostata verso un elemento fondamentale dell’universo a mattoncini danesi: le mini-figure. Gli “omini gialli”, detto semplicemente, per i quali i collezionisti più accaniti sono disposti a spendere sorprendenti quantità di denaro. Sorprendenti, certo, solo per chi non ha mai bazzicato il mondo del collezionismo. Ma tant’è, sono loro i veri protagonisti di Lego Brawls. La ragione per cui non basta che vi piacciano “i Lego” per aver voglia di giocare con Lego Brawls. Vi devono proprio piacere, e piacere tanto, le mini-figure.

Lego Brawls Recensione

Lego Brawls: sta mano po’ esse LEGO, o po’ esse piuma…

Per capire al meglio Lego Brawls nel corso di questa recensione, partiamo con il botto, anzi: con le botte. Lego Brawls è rilasciato per la prima volta il 19 settembre 2019, come progetto esclusivo per Apple Arcade; avete presente? Trattasi del servizio in abbonamento per dispositivi dotati di sistema operativo iOS. Per definizione, quindi, un titolo picchiaduro a scorrimento orizzontale in 2.5D, puramente ludico (arcade) e da gustare morso dopo morso in brevi sessioni di gioco; appunto, sessioni “mordi e fuggi”. Anche tolta di torno “la mela”, e i vari medici annessi e connessi, resta però invariato l’animo arcade. Organizzato in sfide all’ultimo pugno (e non solo) che vanno dal 4 contro 4 al tutti contro tutti in otto contemporaneamente connessi. Il nostro obiettivo, comunque, che siamo in una squadra o meno non cambia: dobbiamo menare le mani più degli altri. Facendo fuori, o mandando fuori dallo stage in stile Smash Bros/Multiversus/Brawlalla, tutti gli avversari. La differenza, rispetto ai titoli appena citati (un po’ impropriamente, lo ammetto: era per rendere l’idea generale) sta nel fatto che il nostro personaggio, e tutti i suoi avversari, sono dotati di una classica barra della vita in HP. E se muoiono/cadono fuori dallo stage, respawnano in campo in men che non si dica, a meno che non sia terminato il tempo massimo di 1 minuto a disposizione per il match.

Detto così potrebbe sembrare il gioco più semplice del mondo. E lo è, di fatto, ma ci sono vari elementi di “complicazione” delle situazioni occorribili a schermo che rendono un po’ più movimentata e differenziata l’azione in ogni stage. Durante ogni match potremo infatti ottenere una serie di potenziamenti casuali, alcuni a tema con la mappa che stiamo giocando, altri generici. Sempre vagamente assurdi, ovvio, per mantenere alto l’onore “comico” dei videogiochi Lego che si sono succeduti nel corso degli anni. Per intenderci, non ci sarebbe nulla di strano nel farsi trasportare in giro per un po’ di tempo da uno Pterodattilo, mentre giochiamo nello stage dedicato alla serie Lego basata su Jurassic Park. Almeno fino quando non premiamo il pulsante azione, e l’attacco dello Pterodattilo consiste nel vomitare ossa umane sugli avversari. Ho reso l’ idea ora? Altra caratteristica peculiare di ogni stage sta nel tipo di eventi su larga scala generici che possono verificarsi, e che possono essere sfruttati a nostro vantaggio. Eventi e la sempre un po’ più scenografici della media, o comunque unici e dagli effetti a volte persino imprevedibili, la prima volta che li vediamo accadere. Onestamente, però, nulla per cui valga la pena “smontarsi i capelli” potremmo dire in questo caso.

Lego Brawls Recensione

La celebrazione definitiva delle mini-figure

E restando in tema “smontare e rimontare”, gli avversari contro i quali giocherete nel corso dei match online (rigorosamente cross platform) non saranno gli unici a cui rimescolerete i connotati. Come ho avuto modo di anticiparvi nell’introduzione, infatti, Lego Brawls è una vera e propria celebrazione delle mini figures personalizzabili Lego. Al punto che i più interessati ai collezionabili Lego potrebbero passare più tempo nella schermata di personalizzazione della minifiguregiocabile, che nel gioco stesso. Il punto è che è il sistema costruito intorno alle partite a portartici. In una lenta discesa nella folle idea di “collezionarli tutti”, forziere dopo forziere, collezione dopo collezione, set dopo set. Non solo limitandosi ai vari “pre costruiti” che già sarebbero abbastanza da far impallidire qualunque collezione. Ma anche permettendo di costruire la propria mini-figure personalizzata scegliendo da un catalogo che comprende tutti gli elementi realmente esistenti con i quali si può costruire davvero (nella vita vera) una mini-figure Lego. Addirittura, variando il mov-eset (di poco eh) a disposizione del nostro personaggio se scegliamo un’arma piuttosto che un’altra. Due pesci, uno in ciascuna mano, sono considerabili armi, vero? Altrimenti abbiamo un problema. Anzi, due problemi.

Lego Brawls: ancora troppo (Apple) Arcade

In realtà, a essere onesti, Lego Brawls ha anche più di due soli problemi. Anzitutto, perché un conto è essere “giochi dal gameplay semplice”, o ancora, arcade classici che consentono di staccare un po’ la testa con qualche pugno ben assestato. Un conto è offrire al giocatore un gameplay che si ripete identico di partita in partita, di ora in ora, con uniche variabili gli stage casuali che fanno parte del pool di “votabili” per giocare ogni partita online. Per di più, dando come unico reward per chi si impegna a vincere più degli altri elementi collezionabili e indossabili sul cui ottenimento specifico abbiamo davvero pochissimo controllo. Senza nemmeno regalare, quindi, la soddisfazione di fermare vittorie e valuta di gioco per ottenere con matematica certezza un pezzo di mini-figure che ci serve per realizzare “La donna gatto con testa di Chtulhu armata di spada laser”. Per fare un esempio meno specifico possibile, ovviamente. Si percepisce, insomma, che Lego Brawls è nato per tutt’altra piattaforma, con tutt’altra fruibilità e tutt’altro target, rispetto a quello che oggi può acquistare a circa 40 euro il gioco sulla sua console fissa preferita, o su PC.

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Piattaforme: PC, Xbox One, Xbox Series X/S, PS5, PS4, Nintendo Switch

Sviluppatore: Red Games Co.

Publisher: Bandai Namco

Scusate: mi ri-correggo prima che sia finita la recensione, Lego Brawls in realtà non ha veri e propri “problemi” definiti e puntualmente individuabili. Gira bene, i fondali e le ambientazioni sono dettagliate, le partite online si trovano rapidamente, e grazie alla base che gioca su Apple Arcade a poco prezzo gli avversari non mancheranno. Piuttosto, sarà l’engagement a mancare; il desiderio di restare sul gioco più a lungo di un paio di stage, un paio di risate con i power up assurdi, un paio di vittorie e un paio di sconfitte. In un’ora, o forse anche meno, si rischia infatti di aver visto e fatto tutto quello che si poteva fare in Lego Brawls. Compreso masterare un sistema di combattimento elementare, composto di un pulsante azione, uno di schivata, e due slot power up da usare, però, sempre e solo con il pulsante azione di cui sopra. L’unico sprone rimasto, quindi, è la crescente collezione di mini-figure che potremo utilizzare, combinare, scombinare e poi vedere in azione su schermo. E se sia abbastanza, oppure no, dipende solo da voi. E da quanti lego avete pestato nel corso della vostra vita, restando incolumi, e anzi: sempre più affezionati al brand. Un brand che però, videoludicamente parlando, ha tirato fuori assi dalla manica ben più interessanti di questo.

Author: GamesVillage.it

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