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Plastica, un trattato internazionale per bloccare la piaga

Questa settimana in Uruguay sono iniziati i negoziati dell’Onu che porteranno a un accordo per contrastare l’inquinamento causato dalle materie plastiche

Ecco perché il trattato dovrà comprendere un limite alla produzione di plastica, come ha sottolineato un gruppo internazionale di scienziati sulla rivista Science dopo la pubblicazione della bozza di risoluzione dell’Onu. “Faremo pressioni per un tetto obbligatorio e vincolante alla produzione – dice Jane Patton, responsabile delle campagne su plastica e prodotti petrolchimici del Center for international environmental law, che prenderà parte ai colloqui –, e per cambiare il modo in cui la plastica viene prodotta, per eliminare le sostanze chimiche tossiche dalla produzione e dalla catena di approvvigionamento“.

In effetti, la bozza di risoluzione chiede di intervenire sull'”intero ciclo di vita” della plastica, dalla produzione allo smaltimento. Ma sarà il tempo a dirci se i negoziatori riusciranno a raggiungere un accordo su un tetto massimo. L’ideale sarebbe concordare un limite vincolante internazionale, ma è anche possibile che i singoli paesi decidano di assumersi impegni a livello locale.

Anche l’introduzione di un limite ridotto potrebbe gettare le basi per vincoli sempre più ambiziosi. Melanie Bergmann, ricercatrice sulle microplastiche presso l’Alfred Wegener institute e coautrice dell’articolo pubblicato su Science, sostiene che una diminuzione dell’offerta di plastica potrebbe finalmente rendere il riciclaggio più sostenibile. “Una riduzione della produzione di nuove materie plastiche dovrebbe far aumentare anche il prezzo e la domanda di plastica riciclata, in modo che il riciclo diventi davvero economico – spiega Bergmann, che parteciperà ai colloqui dell’Onu–, perché al momento è più conveniente produrre plastica da materie prime fossili che da fonti riciclate“.

I pericoli per la salute

Altri scienziati chiedono che al centro delle trattative vengano messi i componenti chimici della plastica, allo scopo di negoziare un divieto di alcuni composti o polimeri particolarmente tossici. Secondo uno studio, delle oltre 10mila sostanze chimiche che sono utilizzate in varie forme di plastica, come il pvc o il polistirene, un quarto è costituito da sostanze pericolose, vale a dire agenti tossici già conosciuti o materiali che si accumulano e rimangono negli organismi e nell’ambiente. Dal punto di vista umano, tra gli elementi più nocivi ci sono le sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino, o Edc, che sono piuttosto comuni. Anche a dosi molto basse, possono causare gravi problemi di salute e sono stati associati a tumori e problemi ormonali. Uno studio condotto all’inizio di quest’anno riporta che i ftalati, sostanze chimiche contenute nella plastica, sono collegati a 100mila morti precoci all’anno negli Stati Uniti, una stima peraltro molto conservativa.

Source: wired.it

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