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IEA: la crisi spinge le energie rinnovabili, 1a fonte elettrica nel 2025

L’Agenzia Internazionale vede al rialzo le sue previsioni. L’energia pulita diventerà la più grande fonte di generazione elettrica a livello mondiale entro l’inizio del 2025, superando il carbone.

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Author: Rinnovabili.it

energie rinnovabilienergie rinnovabiliPhoto by Karel Vh on Unsplash

Il mondo installerà più di 2.400 GW di energie rinnovabili al 2027

(Rinnovabili.it) – In Europa, il ritorno al carbone e i nuovi investimenti nel gas, stimolati dalle preoccupazioni per la sicurezza energetica, stanno gettando diverse ombre sulla transizione energetica. Ma per quella che oramai è divenuta a tutti gli effetti la prima crisi globale dell’energia, c’è anche un ruolo “verde”. Le interruzioni nell’approvvigionamento di combustibili fossili e le conseguenti tensioni hanno innescato uno slancio senza precedenti per le energie rinnovabili. E la tendenza emersa in questo 2022 è qui per rimanere. Lo spiega il nuovo rapporto Renewables 2022 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia IEA. Il documento fornisce un’analisi delle nuove politiche introdotte in risposta alla crisi energetica. E lancia lo sguardo al 2027 cercando di prevedere il tragitto dell’energia pulita.

Lo scenario principale 2022-2027 di Renewables 2022

Nello scenario base le fonti rinnovabili dovrebbero crescere di quasi 2.400 GW nei prossimi 5 anni, al punto da rappresentare il 90% di tutta la capacità elettrica aggiunta nel breve periodo a livello mondiale. Si tratta, spiega l’Agenzia, di un’accelerazione dell’85% rispetto al quinquennio precedente. E di un rialzo di quasi il 30% sulle previsioni IEA dello scorso anno.

A trainare questa corsa sono principalmente Cina, Unione Europea, Stati Uniti e India, potenze attualmente impegnate in ampio processo di implementazione di nuove politiche energetiche e riforme di mercato. Dal 14° Piano quinquennale cinese, al REPowerEU comunitario passando per il nuovo Inflation Reduction Act  statunitense, l’attenzione per le rinnovabili è lievitata.

Lo scenario IEA stima che l’energia verde diventerà la più grande fonte di generazione elettrica a livello mondiale entro l’inizio del 2025, superando il carbone. La quota di FER nel mix energetico aumenterà di 10 punti percentuali nel periodo di previsione, raggiungendo il 38% nel 2027. Non solo. “Le energie rinnovabili sono l’unica fonte di generazione elettrica la cui quota dovrebbe crescere, con cali invece nella produzione a carbone, gas naturale, nucleare e petrolio”.

energia rinnovabilienergia rinnovabiliCredits: IEA

Energie rinnovabili 2027, la Cina continua a regnare

Chi avrà il ruolo da protagonista? L’energia solare. La capacità fotovoltaica installata, spiega la IEA, è pronta a superare quella del carbone in soli 5 anni, diventando la più grande potenza al mondo. “La capacità cumulativa solare è quasi triplicata nelle nostre previsioni, crescendo di quasi 1.500 GW nel periodo, superando il gas naturale entro il 2026 e il carbone entro il 2027″. Per l’eolico si prevede invece oltre 570 GW di nuova capacità onshore nello stesso periodo. Aumenterà anche la capacità rinnovabile globale dedicata alla produzione di idrogeno. Le politiche e gli obiettivi introdotti in oltre 25 paesi nel mondo dovrebbero portare a 50 GW di capacità eolica e fotovoltaica focalizzata sulla generazione del vettore H2 entro il 2027.

Non cambia molto rispetto alla nazione capolista. La Cina installerà quasi la metà della nuova capacità globale di energia rinnovabile nel periodo 2022-2027, nonostante l’eliminazione graduale dei suoi sussidi per l’eolico e il fotovoltaico. La Repubblica popolare continuerà anche a dominare l’industria fotovoltaica, nonostante la filiera locale si stia diversificando sotto la spinta dei generosi investimenti di India e Stati Uniti. Secondo le previsioni IEA la quota della Cina nella capacità produttiva mondiale potrebbe diminuire leggermente, dall’80-95% di oggi al 75-90%, a seconda del segmento manifatturiero. La riduzione potrebbe essere maggiore se i Paesi dovessero mantenere politiche commerciali protezionistiche favorendo la produzione nazionale.

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