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Lego, li avete mai provati in coppia

I mattoncini possono rivelarsi la mossa giusta per chi è in cerca di un’attività diversa dal solito da condividere con il proprio partner

Author: Wired

Durante l’episodio di San Valentino della serie tv Abbott Elementary – che è appena tornata con la seconda stagione su Disney+ – Gregory regala un bouquet di Lego alla sua ragazza, Amber, che è allergica ai fiori. Il gesto romantico però non coglie nel segno: la ragazza, anzi, chiede senza entusiasmo se il regalo sia per lei o per i suoi figli. Contemporaneamente, Janine, collega di Gregory, riceve una borsetta Telfar dal fidanzato Maurice. Quando la scambia per una shopping bag – la borsa della spesa che dovrebbe, secondo lei, contenere il regalo – lui le spiega che è l’accessorio in sé il regalo. Uscendo dalla scuola, Amber guarda con invidia la borsa di Telfar e Janine il set Lego.

Prima di conoscere il mio ragazzo, mi sarei schierata dalla parte di Amber. Avevo abbandonato i Lego da molto tempo: da bambina preferivo le Barbie e il Play-Doh, mentre da adolescente che faceva la babysitter vedevo i mattoncini danesi come un pericolo. Insomma, non avrei mai considerato i Lego un hobby divertente, né tantomeno un’idea regalo romantica.

Incredibile ma vero, da adulta mi sono ricreduta. Quella che un paio di anni fa è iniziata come una puntata casuale al negozio di Lego con il mio compagno, ha generato un rinnovato amore per questi piccoli blocchi colorati, che, cosa ancora più importante, per noi sono diventati un modo divertente e speciale per legare. Improvvisamente, anch’io mi sono ritrovata a guardare con invidia il mazzo di fiori Lego immortalati dal televisore e a lanciare sottili allusioni al mio ragazzo.

Caos organizzato

Quando il mio ragazzo mi ha proposto di andare al Lego Store in una piovosa domenica pomeriggio, ho pensato che sarebbe stata una valida alternativa a rimanere rintanati in casa per tutto il fine settimana. Siamo entrati nel negozio, abbiamo curiosato aggirandoci intorno alle pareti tappezzate di mattoncini e siamo usciti con il set di New York della collezione Lego Architecture Skyline. Una volta rincasati ero impaziente di iniziare ad assemblare, ma mentirei se dicessi che non ero anche un po’ nervosa. Da persona affetta da Adhd, la sindrome da deficit di attenzione, e ossessionata dal perfezionismo, faccio fatica a divertirmi con i passatempi creativi. Nel corso degli anni ho collezionato libri da colorare, scatole di pastelli, ferri da maglia e pennelli: tutti rimasti a prendere polvere. Ogni volta che cercavo di alleggerire il mio cervello con qualche attività artistica, ero talmente sopraffatta dalla pressione di dover ogni cosa per bene che finivo per abbandonare del tutto il progetto.

Questa volta però la situazione era diversa: costruire set Lego era un’attività che il mio ragazzo voleva provare a fare insieme a me da un po’, quindi ho pensato che ero obbligata a fare un tentativo. Abbiamo aperto la scatola, organizzato ogni pacchetto di mattoncini in ordine cronologico, aperto il manuale di istruzioni e iniziato abbinando ogni pezzo al diagramma sulla pagina, seguendo i vari passaggi. Poche ore dopo, abbiamo incastrato l’ultimo mattoncino al suo posto e ammirato con orgoglio la nostra creazione. Mentre iniziavamo a buttare giù diverse idee su dove posizionarla, mi sono sentita come liberata da uno stato di trance. Per la prima volta dopo diverso tempo sono riuscita a calmare la mia ansia e a concentrarmi su ciò che avevo davanti, senza fare pause multiple o procrastinare. “È così che devono sentirsi le persone dopo aver meditato“, ho spiegato al mio compagno; “Te l’avevo detto“, ha replicato lui. Volevo tornare subito al Lego Store e comprare un altro set.

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