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Perché Linkedin chiude la sua app indipendente in Cina

Author: Wired

LinkedIn sta chiudendo la sua app indipendente in Cina, InCareer, a causa di “una concorrenza agguerrita e un clima macroeconomico difficile”. Ad annunciarlo è stato Ryan Roslanky, CEO della società, che ha anticipato il licenziamento di 716 dipendenti nell’ottica di smantellare la presenza sul territorio cinese. In questo modo, LinkedIn si aggiunge al lungo elenco di Big Tech che stanno annunciando licenziamenti di massa. La stessa Microsoft, che detiene la piattaforma dal 2016, ha dichiarato di aver licenziato 10.000 dipendenti, pari quasi al 5% della sua forza lavoro globale, lo scorso gennaio.

Non c’è da stupirsi, quindi, che LinkedIn stia decidendo di chiudere InCareer, il servizio lanciato nel dicembre 2021 dopo la chiusura di LinkedIn China dovuta, secondo quanto dichiarato dalla società, a “un ambiente operativo significativamente più impegnativo e maggiori requisiti di conformità”. InCareer era stato pensato per aiutare i professionisti a trovare un lavoro all’interno della loro rete professionale. Ma i competitor del settore sembrerebbero non aver permesso alla piattaforma di decollare. Maimai, il sito di networking professionale più diffuso in Cina, vanta oltre 120 milioni di utenti, attirati anche dalla possibilità di condividere contenuti in modo anonimo, un’opzione del tutto assente su InCareer, così da potersi sfogare liberamente o cercare informazioni delle aziende passando inosservati.

Data la situazione difficile, quindi, LinkedIn chiuderà la piattaforma entro il 9 agosto, ma continuerà a supportare le aziende che operano in Cina nell’assumere e formare personale all’estero. Due azioni che sono da considerare come parte dei cambiamenti che LinkedIn sta apportando alla sua Global Business Organization (GBO) e alla strategia adottata in Cina. Nell’ambito di questo progetto, infatti, la società sta cessando l’attività del team Business Productivity e sta pensando di utilizzare più fornitori per “servire i mercati emergenti e in crescita in modo più efficace“. “Ci stiamo adattando come abbiamo fatto quest’anno e continueremo a operare con l’ambizione di cui abbiamo bisogno per realizzare la nostra visione e il pragmatismo necessario per gestire bene l’azienda”, ha scritto Roslanky.

Author: Wired

LinkedIn sta chiudendo la sua app indipendente in Cina, InCareer, a causa di “una concorrenza agguerrita e un clima macroeconomico difficile”. Ad annunciarlo è stato Ryan Roslanky, CEO della società, che ha anticipato il licenziamento di 716 dipendenti nell’ottica di smantellare la presenza sul territorio cinese. In questo modo, LinkedIn si aggiunge al lungo elenco di Big Tech che stanno annunciando licenziamenti di massa. La stessa Microsoft, che detiene la piattaforma dal 2016, ha dichiarato di aver licenziato 10.000 dipendenti, pari quasi al 5% della sua forza lavoro globale, lo scorso gennaio.

Non c’è da stupirsi, quindi, che LinkedIn stia decidendo di chiudere InCareer, il servizio lanciato nel dicembre 2021 dopo la chiusura di LinkedIn China dovuta, secondo quanto dichiarato dalla società, a “un ambiente operativo significativamente più impegnativo e maggiori requisiti di conformità”. InCareer era stato pensato per aiutare i professionisti a trovare un lavoro all’interno della loro rete professionale. Ma i competitor del settore sembrerebbero non aver permesso alla piattaforma di decollare. Maimai, il sito di networking professionale più diffuso in Cina, vanta oltre 120 milioni di utenti, attirati anche dalla possibilità di condividere contenuti in modo anonimo, un’opzione del tutto assente su InCareer, così da potersi sfogare liberamente o cercare informazioni delle aziende passando inosservati.

Data la situazione difficile, quindi, LinkedIn chiuderà la piattaforma entro il 9 agosto, ma continuerà a supportare le aziende che operano in Cina nell’assumere e formare personale all’estero. Due azioni che sono da considerare come parte dei cambiamenti che LinkedIn sta apportando alla sua Global Business Organization (GBO) e alla strategia adottata in Cina. Nell’ambito di questo progetto, infatti, la società sta cessando l’attività del team Business Productivity e sta pensando di utilizzare più fornitori per “servire i mercati emergenti e in crescita in modo più efficace“. “Ci stiamo adattando come abbiamo fatto quest’anno e continueremo a operare con l’ambizione di cui abbiamo bisogno per realizzare la nostra visione e il pragmatismo necessario per gestire bene l’azienda”, ha scritto Roslanky.

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