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I blackout causati dal caldo estremo sono un pericolo mortale

Author: Wired

Quando un’ondata di calore si protrae per diversi giorni e le temperature non si abbassano molto nemmeno durante la notte, il corpo non ha il tempo di riprendersi. “Gli edifici sono molto densi: i materiali in cemento spingono il calore all’interno delle abitazioni ed espongono le persone a livelli tali che dormire diventa difficile “, spiega Vivek Shandas, scienziato della Portland State University che si occupa di adattamento al clima e studia l’effetto isola di calore.

Tra resilienza e sottovalutazione

La buona notizia è che la rete elettrica degli Stati Uniti è in grado di resistere a un’ondata di calore meglio di quanto si potrebbe pensare. Un uragano o un terremoto causano danni diffusi nell’infrastruttura delle reti, abbattendo le linee elettriche o danneggiando le centrali. Il calore, invece, potrebbe sovraccaricare alcuni trasformatori o costringere una centrale elettrica a ridurre la produzione di energia per evitare il surriscaldamento. Ma nel suo complesso la rete rimane intatta.

Questi problemi sono reali e accadono, ma non sono molto diffusi – spiega Jeff Dagle, ingegnere elettrico capo del Pacific Northwest National Laboratory –. Non è che ogni volta che si verifica un’ondata di calore ci sia un numero enorme di guasti ai trasformatori. C’è un impatto relativamente limitato sul sistema nel suo complesso“.

Questi eventi però si verificano e sono sempre più frequenti. Una ricerca condotta nel quadro dello studio 3Heat Study ha illustrato attraverso un modello l’effetto di un’ondata di calore e di un guasto alla rete elettrica a Phoenix (oltre che ad Atlanta e Detroit), scoprendo che il rischio di blackout urbani di un’ora o più che interesserebbero almeno 50mila famiglie è aumentato del 151 per cento tra il 2015 e il 2021. “I blackout che hanno avuto un impatto su più di un milione di persone, che si verificano circa una volta all’anno, sono durati in media di cinque giorni – afferma Brian Stone Jr, professore e direttore dell’Urban Climate Lab del Georgia Institute of Technology e ricercatore principale di 3Heat –. Si tratta di eventi reali, che si sono verificati, eppure ognuno di questi eventi è stato considerato a bassissima probabilità“.

La cause dei blackout

Il problema è che quando si verifica un’ondata di calore la rete elettrica deve costantemente bilanciare la domanda e l’offerta di energia. Quando le temperature salgono, più persone accendono il condizionatore spingendo il gestore della rete ad aumentare la produzione. La domanda raggiunge il picco nel tardo pomeriggio, quando le persone tornano a casa dal lavoro e accendono gli elettrodomestici. Un blackout, quindi, è il risultato di un disequilibrio tra domanda e offerta. In questi però, invece di farla saltare in un’intera città in un colpo solo, il gestore disattiva la corrente in quartieri e momenti diversi, riducendo la domanda e stabilizzando il sistema.

Author: Wired

Quando un’ondata di calore si protrae per diversi giorni e le temperature non si abbassano molto nemmeno durante la notte, il corpo non ha il tempo di riprendersi. “Gli edifici sono molto densi: i materiali in cemento spingono il calore all’interno delle abitazioni ed espongono le persone a livelli tali che dormire diventa difficile “, spiega Vivek Shandas, scienziato della Portland State University che si occupa di adattamento al clima e studia l’effetto isola di calore.

Tra resilienza e sottovalutazione

La buona notizia è che la rete elettrica degli Stati Uniti è in grado di resistere a un’ondata di calore meglio di quanto si potrebbe pensare. Un uragano o un terremoto causano danni diffusi nell’infrastruttura delle reti, abbattendo le linee elettriche o danneggiando le centrali. Il calore, invece, potrebbe sovraccaricare alcuni trasformatori o costringere una centrale elettrica a ridurre la produzione di energia per evitare il surriscaldamento. Ma nel suo complesso la rete rimane intatta.

Questi problemi sono reali e accadono, ma non sono molto diffusi – spiega Jeff Dagle, ingegnere elettrico capo del Pacific Northwest National Laboratory –. Non è che ogni volta che si verifica un’ondata di calore ci sia un numero enorme di guasti ai trasformatori. C’è un impatto relativamente limitato sul sistema nel suo complesso“.

Questi eventi però si verificano e sono sempre più frequenti. Una ricerca condotta nel quadro dello studio 3Heat Study ha illustrato attraverso un modello l’effetto di un’ondata di calore e di un guasto alla rete elettrica a Phoenix (oltre che ad Atlanta e Detroit), scoprendo che il rischio di blackout urbani di un’ora o più che interesserebbero almeno 50mila famiglie è aumentato del 151 per cento tra il 2015 e il 2021. “I blackout che hanno avuto un impatto su più di un milione di persone, che si verificano circa una volta all’anno, sono durati in media di cinque giorni – afferma Brian Stone Jr, professore e direttore dell’Urban Climate Lab del Georgia Institute of Technology e ricercatore principale di 3Heat –. Si tratta di eventi reali, che si sono verificati, eppure ognuno di questi eventi è stato considerato a bassissima probabilità“.

La cause dei blackout

Il problema è che quando si verifica un’ondata di calore la rete elettrica deve costantemente bilanciare la domanda e l’offerta di energia. Quando le temperature salgono, più persone accendono il condizionatore spingendo il gestore della rete ad aumentare la produzione. La domanda raggiunge il picco nel tardo pomeriggio, quando le persone tornano a casa dal lavoro e accendono gli elettrodomestici. Un blackout, quindi, è il risultato di un disequilibrio tra domanda e offerta. In questi però, invece di farla saltare in un’intera città in un colpo solo, il gestore disattiva la corrente in quartieri e momenti diversi, riducendo la domanda e stabilizzando il sistema.

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