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Economia Tecnologia

Si torna a estrarre gas nel nord Italia

Author: Wired

L’Italia riprende ad attivare giacimenti di gas per garantirsi una maggiore autosufficienza nella produzione di energia. Come riporta Il Sole 24 Ore, a luglio entrerà infatti in funzione il giacimento di gas di Selva Malvezzi, nel comune di Budrio, in provincia di Bologna.

Il deposito, sfruttato in passato per quasi trent’anni da Eni ma fermo dal 1984, tornerà operativo grazie all’impegno di due società straniere, l’australiana Po Valley Energy e la britannica Prospex, che sono riuscite a superare tutte le difficoltà burocratiche nonché la storica idiosincrasia di buona parte del nostro paese nei confronti delle trivelle, ottenendo le autorizzazioni necessarie sia dal governo regionale dell’Emilia Romagna, sia dai comuni dell’area.

Ok ambientale

Essendosi già conclusa tutta la fase delle verifiche sul rispetto delle varie prescrizioni del plesso è inoltre già arrivato per le due aziende il via libera del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase). Tanto da aver fatto sbilanciare la Po Valley Energy, operativa in Italia attraverso la controllata Po Valley Operations, sul fatto che il gas inizierà a fluire “i primi di luglio, dopo alcuni giorni di attesa per il disbrigo delle ultime pratiche obbligatorie.

Il Mase ha comunque imposto un monitoraggio molto preciso sull’impatto ambientale del giacimento, uscito indenne dall’alluvione di maggio che in parte aveva colpito anche l’area di Budrio. Il possibile slittamento dell’apertura, legato al ritardo dei controlli da parte dei vigili del fuoco, è comunque stato mitigato dai pochi interventi richiesti alla Snam, società energetica lombarda, per collegare il sito alla rete: è stato infatti necessario posare solo un chilometro di tubi.

Le società

Po Valley e Prospex, socie rispettivamente al 63% e al 37% nel progetto, non hanno comunicato dati ufficiali riguardo alla produzione di gas del giacimento di Selva Malvezzi. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, però, gli esperti non si aspettano più di 150mila metri cubi al giorno dal pozzo Podere Maiar-1. Quota che non dovrebbe peraltro essere raggiunta in pieno in una prima fase. A febbraio Po Valley ha infatti sottoscritto con Bp Marketing un contratto per la commercializzazione del gas indicando in poco meno di 25 milioni di metri cubi il quantitativo per l’anno termico che partirà l’1 settembre 2023. Di fatto, si tratta di meno di 70mila metri cubi al giorno.

In questo senso, è evidente come, pur smuovendola dallo stallo attuale, l’attività del giacimento emiliano non garantirà all’Italia niente più che una piccola parte del proprio fabbisogno energetico annuale. “È una goccia se pensiamo che la domanda di gas in Italia è intorno a 70 miliardi di metri cubi all’anno”, ha affermato il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli, “ma è comunque finalmente un piccolo segnale nel silenzio assordante di questo paese sulla questione della produzione nazionale, che è ancora ai minimi storici”.

Author: Wired

L’Italia riprende ad attivare giacimenti di gas per garantirsi una maggiore autosufficienza nella produzione di energia. Come riporta Il Sole 24 Ore, a luglio entrerà infatti in funzione il giacimento di gas di Selva Malvezzi, nel comune di Budrio, in provincia di Bologna.

Il deposito, sfruttato in passato per quasi trent’anni da Eni ma fermo dal 1984, tornerà operativo grazie all’impegno di due società straniere, l’australiana Po Valley Energy e la britannica Prospex, che sono riuscite a superare tutte le difficoltà burocratiche nonché la storica idiosincrasia di buona parte del nostro paese nei confronti delle trivelle, ottenendo le autorizzazioni necessarie sia dal governo regionale dell’Emilia Romagna, sia dai comuni dell’area.

Ok ambientale

Essendosi già conclusa tutta la fase delle verifiche sul rispetto delle varie prescrizioni del plesso è inoltre già arrivato per le due aziende il via libera del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase). Tanto da aver fatto sbilanciare la Po Valley Energy, operativa in Italia attraverso la controllata Po Valley Operations, sul fatto che il gas inizierà a fluire “i primi di luglio, dopo alcuni giorni di attesa per il disbrigo delle ultime pratiche obbligatorie.

Il Mase ha comunque imposto un monitoraggio molto preciso sull’impatto ambientale del giacimento, uscito indenne dall’alluvione di maggio che in parte aveva colpito anche l’area di Budrio. Il possibile slittamento dell’apertura, legato al ritardo dei controlli da parte dei vigili del fuoco, è comunque stato mitigato dai pochi interventi richiesti alla Snam, società energetica lombarda, per collegare il sito alla rete: è stato infatti necessario posare solo un chilometro di tubi.

Le società

Po Valley e Prospex, socie rispettivamente al 63% e al 37% nel progetto, non hanno comunicato dati ufficiali riguardo alla produzione di gas del giacimento di Selva Malvezzi. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, però, gli esperti non si aspettano più di 150mila metri cubi al giorno dal pozzo Podere Maiar-1. Quota che non dovrebbe peraltro essere raggiunta in pieno in una prima fase. A febbraio Po Valley ha infatti sottoscritto con Bp Marketing un contratto per la commercializzazione del gas indicando in poco meno di 25 milioni di metri cubi il quantitativo per l’anno termico che partirà l’1 settembre 2023. Di fatto, si tratta di meno di 70mila metri cubi al giorno.

In questo senso, è evidente come, pur smuovendola dallo stallo attuale, l’attività del giacimento emiliano non garantirà all’Italia niente più che una piccola parte del proprio fabbisogno energetico annuale. “È una goccia se pensiamo che la domanda di gas in Italia è intorno a 70 miliardi di metri cubi all’anno”, ha affermato il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli, “ma è comunque finalmente un piccolo segnale nel silenzio assordante di questo paese sulla questione della produzione nazionale, che è ancora ai minimi storici”.

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