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Arrivano le proiezioni climatiche più accurate di sempre

Author: Wired

I fatti di cronaca, quando si legano al meteo, non possono che sottolineare continuamente una necessità: disporre di previsioni sempre più accurate. Infatti, le proiezioni del clima che usiamo ad oggi si riferiscono ad una copertura spaziale di alcune centinaia di chilometri. La scorsa primavera alcuni ricercatori del Centro Mediterraneo per i cambiamenti climatici (CMCC) hanno pubblicato su Nature un articolo che presenta VHR-PRO_IT (Very High-Resolution PROjections for ITaly), un tool digitale open access in grado di realizzare una proiezione climatica oraria con una risoluzione di circa 2,2 km. La proiezione si estende al momento fino al 2050, e copre la penisola italiana e alcune aree limitrofe.

Previsioni meteo: l’importanza del downscaling

Normalmente, le proiezioni del clima sono il risultato delle simulazioni dei modelli climatici globali, definiti GCM. Queste stime si uniscono ai dati osservati empiricamente e costituiscono “la miglior fonte di informazione per comprendere le dinamiche e l’evoluzione del clima passato, presente e futuro” come spiega un paper dedicato al tema dell’Ispra. Il limite di queste proiezioni è la bassa risoluzione spaziale, dato che si riferiscono a uno spazio compreso orientativamente tra i 250 e i 600 chilometri. Chiaramente, le informazioni che ne emergono sono poco utili a chi è interessato a valutare gli impatti specifici del meteo e del clima che cambia a livello quanto più locale e dettagliato. E sotto i 200 km questi GCM non sono adatti a fornire informazioni attendibili. Per questo si parla di downscaling, ovvero di come incrementare la risoluzione spaziale dei modelli GCM. In particolare, il downscaling può essere statistico o dinamico: quest’ultimo impiega un modello Regional Climate Model (RCM) che si innesta sul GCM e realizza proiezioni climatiche su un’area limitata, normalmente di circa 10-50 km. Come riporta l’Ispra, “ciò garantisce una rappresentazione più dettagliata delle caratteristiche geografiche e dei processi fisici che influenzano il clima nel dominio di interesse. Nel corso dell’ultimo decennio diversi progetti internazionali hanno utilizzato modelli RCM per generare proiezioni regionali del clima futuro”.

Una persona si rinfresca agli Australian Open

È luglio del 2023, secondo gli esperti della Nasa. Che tuttavia invitano a prepararsi al peggio: nel 2024 le temperature saranno ancora più alte

Proiezioni dettagliate fino al 2050

Il nuovo strumento creato dal CMCC è stato realizzato grazie al rapido aumento della potenza di calcolo digitale che consente di eseguire modelli climatici regionali con griglie chilometriche anche inferiori ai 4 km. Non è un caso infatti che per realizzarlo i ricercatori del CMCC abbiano impiegato il supercomputer Galileo100 e che VHS-PRO sia nato all’interno del progetto europeo Highlander: la presenza e il lavoro di macchine dedicate all’high performance computing sono sempre più diffusi in Italia, che oggi si usano anche per generare previsioni climatiche e ridurre i rischi associati ai cambiamenti climatici. Il tutto per sviluppare una gestione più smart e sostenibile delle risorse naturali e del territorio europeo. A questo scopo risponde il nuovo strumento creato dal CMCC.

HPC davinci-1 è il supercomputer di Leonardo, installato a Genova

A Bologna si inaugura Leonardo, il quarto supercomputer più potente al mondo. E nel 2024 con il progetto Jupiter l’obiettivo è superare Stati Uniti e Giappone

Il Very High-Resolution PROjections for ITaly impiega un modello di RCM chiamato Convection-Permitting Regional Climate Model (CP-RCM) e copre uno spazio temporale di 60 anni, dal 1989 al 2050. Secondo quanto riportato su Nature, i CP-RCM si stanno dimostrando strumenti promettenti per rappresentare le caratteristiche delle precipitazioni orarie (cioè ciclo diurno, struttura spaziale, distribuzione dell’intensità ed estremi) e la loro sensibilità ai cambiamenti climatici. Soprattutto, un dettaglio spaziale più specifico consente di monitorare lo stato di ambienti a rischio come le zone costiere o singole montagne. Oppure di entrare in un’analisi dinamica e specifica degli spazi urbani e fare delle rilevazioni legate ad esempio alla prevenzione delle ondate di calore o all’individuazione dello stato di umidità del suolo. Si tratta di fattori che consentono di predisporre strategie di adattamento e politiche di intervento e prevenzione. Tutto parte come sempre dalla conoscenza del dato, e questo strumento è un passo avanti nella definizione delle previsioni metereologiche.

Author: Wired

I fatti di cronaca, quando si legano al meteo, non possono che sottolineare continuamente una necessità: disporre di previsioni sempre più accurate. Infatti, le proiezioni del clima che usiamo ad oggi si riferiscono ad una copertura spaziale di alcune centinaia di chilometri. La scorsa primavera alcuni ricercatori del Centro Mediterraneo per i cambiamenti climatici (CMCC) hanno pubblicato su Nature un articolo che presenta VHR-PRO_IT (Very High-Resolution PROjections for ITaly), un tool digitale open access in grado di realizzare una proiezione climatica oraria con una risoluzione di circa 2,2 km. La proiezione si estende al momento fino al 2050, e copre la penisola italiana e alcune aree limitrofe.

Previsioni meteo: l’importanza del downscaling

Normalmente, le proiezioni del clima sono il risultato delle simulazioni dei modelli climatici globali, definiti GCM. Queste stime si uniscono ai dati osservati empiricamente e costituiscono “la miglior fonte di informazione per comprendere le dinamiche e l’evoluzione del clima passato, presente e futuro” come spiega un paper dedicato al tema dell’Ispra. Il limite di queste proiezioni è la bassa risoluzione spaziale, dato che si riferiscono a uno spazio compreso orientativamente tra i 250 e i 600 chilometri. Chiaramente, le informazioni che ne emergono sono poco utili a chi è interessato a valutare gli impatti specifici del meteo e del clima che cambia a livello quanto più locale e dettagliato. E sotto i 200 km questi GCM non sono adatti a fornire informazioni attendibili. Per questo si parla di downscaling, ovvero di come incrementare la risoluzione spaziale dei modelli GCM. In particolare, il downscaling può essere statistico o dinamico: quest’ultimo impiega un modello Regional Climate Model (RCM) che si innesta sul GCM e realizza proiezioni climatiche su un’area limitata, normalmente di circa 10-50 km. Come riporta l’Ispra, “ciò garantisce una rappresentazione più dettagliata delle caratteristiche geografiche e dei processi fisici che influenzano il clima nel dominio di interesse. Nel corso dell’ultimo decennio diversi progetti internazionali hanno utilizzato modelli RCM per generare proiezioni regionali del clima futuro”.

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Proiezioni dettagliate fino al 2050

Il nuovo strumento creato dal CMCC è stato realizzato grazie al rapido aumento della potenza di calcolo digitale che consente di eseguire modelli climatici regionali con griglie chilometriche anche inferiori ai 4 km. Non è un caso infatti che per realizzarlo i ricercatori del CMCC abbiano impiegato il supercomputer Galileo100 e che VHS-PRO sia nato all’interno del progetto europeo Highlander: la presenza e il lavoro di macchine dedicate all’high performance computing sono sempre più diffusi in Italia, che oggi si usano anche per generare previsioni climatiche e ridurre i rischi associati ai cambiamenti climatici. Il tutto per sviluppare una gestione più smart e sostenibile delle risorse naturali e del territorio europeo. A questo scopo risponde il nuovo strumento creato dal CMCC.

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