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La sanguinosa storia che Oppenheimer non racconta

Author: Wired

Ma il governo statunitense era preoccupato anche dalle spie naziste. Una spia americana fu incaricata di scoprire se i nazisti contrabbandavano uranio di Shinkolobwe. Uno dei numerosi carichi del minerale di Sengier fu intercettato e affondato dal Reich.

Una volta arrivate negli Stati Uniti, le “pietre sgargianti” venivano raffinate in luoghi come Oak Ridge, nel Tennessee, e poi spedite a Oppenheimer a Los Alamos, nel Nuovo Messico. Oppenheimer e il suo team impiegarono quasi tre anni per sviluppare le bombe. Anche se i tedeschi si arresero nel maggio 1945 (e fu chiaro che non erano vicini al completamento di una bomba nucleare), la guerra nel Pacifico proseguiva. Alla fine, nell’agosto 1945, gli Stati Uniti sganciarono due bombe su Hiroshima e Nagasaki, la prima delle quali era riempita di uranio congolese, come diceva papà.

Jean Bele, il fisico nucleare, mi dice che oggi gli isotopi radioattivi sono ancora nel terreno vicino a Shinkolobwe: “I rifiuti solidi radioattivi entrano nell’acqua, nelle colture, negli alberi, nel suolo, negli animali e arrivano agli esseri umani“, spiega. Non conosciamo l’entità delle radiazioni. Sappiamo che a Oak Ridge la mortalità per cancro è aumentata. E che nei pressi di St. Louis, nel Missouri, dove venivano scaricati i resti dei minerali congolesi, la contaminazione comporterà dei rischi per i lavoratori per i prossimi mille anni.

Dopo la proiezione di Oppenheimer, come un fan qualsiasi, ho avvicinato Nolan nella hall. Sono riuscito a chiedergli delle biglie, del perché le abbia scelti e di quale problema creativo abbiano risolto. Il regista ha risposto con un cenno cortese: “Avevo bisogno di un modo per dimostrare quanto tempo ci sarebbe voluto per raffinare tutto quel minerale”. Poi ha aggiunto: “Il numero di biglie era in realtà matematicamente calcolato per rappresentare la quantità necessaria“.

Senza il Congo ovviamente ottenere tutto quel minerale sarebbe stato impossibile. Nella corsa alla costruzione della bomba, entrambe gli schieramenti volevano il minerale congolese. Secondo il colonnello Nichols, la miniera di Shinkolobwe è stata “un caso anomalo in natura“: “Non è mai stato trovato nulla di simile“. E questo, ovviamente, significa che senza i lavoratori neri del Congo, terrorizzati e costretti alla sottomissione e a estrarre minerali bellici essenziali 24 ore al giorno, l’esito di quello che probabilmente è il progetto più importante della storia dell’umanità sarebbe stato molto diverso.

Nel 1946, Sengier divenne il primo non americano a ricevere la medaglia al merito, assegnata dal presidente degli Stati Uniti per riconoscere “un atto eccezionalmente meritorio o coraggioso“, in questo caso quello che sancì la vittoria degli Alleati. In una foto della cerimonia, c’è chi però potrebbe vedere anche qualcos’altro: un uomo con qualcosa da nascondere. I servizi segreti durante la guerra rivelarono che la società di Sengier aveva venduto ai nazisti circa 1,5 milioni di chili di uranio congolese. Nel 1948, un minerale radioattivo fu ribattezzato in onore di Sengier: sengierite.

Allo stesso tempo, i congolesi, il popolo da cui discendo, iniziarono ad abbattere i sistemi coloniali che li opprimevano. Nel 1960 ottennero l’indipendenza. All’epoca papà aveva 13 anni e, anche se ci sarebbero voluti anni prima di conoscere la storia dei minatori di uranio, ha sempre saputo che il popolo congolese ha un posto importante nella storia.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

Author: Wired

Ma il governo statunitense era preoccupato anche dalle spie naziste. Una spia americana fu incaricata di scoprire se i nazisti contrabbandavano uranio di Shinkolobwe. Uno dei numerosi carichi del minerale di Sengier fu intercettato e affondato dal Reich.

Una volta arrivate negli Stati Uniti, le “pietre sgargianti” venivano raffinate in luoghi come Oak Ridge, nel Tennessee, e poi spedite a Oppenheimer a Los Alamos, nel Nuovo Messico. Oppenheimer e il suo team impiegarono quasi tre anni per sviluppare le bombe. Anche se i tedeschi si arresero nel maggio 1945 (e fu chiaro che non erano vicini al completamento di una bomba nucleare), la guerra nel Pacifico proseguiva. Alla fine, nell’agosto 1945, gli Stati Uniti sganciarono due bombe su Hiroshima e Nagasaki, la prima delle quali era riempita di uranio congolese, come diceva papà.

Jean Bele, il fisico nucleare, mi dice che oggi gli isotopi radioattivi sono ancora nel terreno vicino a Shinkolobwe: “I rifiuti solidi radioattivi entrano nell’acqua, nelle colture, negli alberi, nel suolo, negli animali e arrivano agli esseri umani“, spiega. Non conosciamo l’entità delle radiazioni. Sappiamo che a Oak Ridge la mortalità per cancro è aumentata. E che nei pressi di St. Louis, nel Missouri, dove venivano scaricati i resti dei minerali congolesi, la contaminazione comporterà dei rischi per i lavoratori per i prossimi mille anni.

Dopo la proiezione di Oppenheimer, come un fan qualsiasi, ho avvicinato Nolan nella hall. Sono riuscito a chiedergli delle biglie, del perché le abbia scelti e di quale problema creativo abbiano risolto. Il regista ha risposto con un cenno cortese: “Avevo bisogno di un modo per dimostrare quanto tempo ci sarebbe voluto per raffinare tutto quel minerale”. Poi ha aggiunto: “Il numero di biglie era in realtà matematicamente calcolato per rappresentare la quantità necessaria“.

Senza il Congo ovviamente ottenere tutto quel minerale sarebbe stato impossibile. Nella corsa alla costruzione della bomba, entrambe gli schieramenti volevano il minerale congolese. Secondo il colonnello Nichols, la miniera di Shinkolobwe è stata “un caso anomalo in natura“: “Non è mai stato trovato nulla di simile“. E questo, ovviamente, significa che senza i lavoratori neri del Congo, terrorizzati e costretti alla sottomissione e a estrarre minerali bellici essenziali 24 ore al giorno, l’esito di quello che probabilmente è il progetto più importante della storia dell’umanità sarebbe stato molto diverso.

Nel 1946, Sengier divenne il primo non americano a ricevere la medaglia al merito, assegnata dal presidente degli Stati Uniti per riconoscere “un atto eccezionalmente meritorio o coraggioso“, in questo caso quello che sancì la vittoria degli Alleati. In una foto della cerimonia, c’è chi però potrebbe vedere anche qualcos’altro: un uomo con qualcosa da nascondere. I servizi segreti durante la guerra rivelarono che la società di Sengier aveva venduto ai nazisti circa 1,5 milioni di chili di uranio congolese. Nel 1948, un minerale radioattivo fu ribattezzato in onore di Sengier: sengierite.

Allo stesso tempo, i congolesi, il popolo da cui discendo, iniziarono ad abbattere i sistemi coloniali che li opprimevano. Nel 1960 ottennero l’indipendenza. All’epoca papà aveva 13 anni e, anche se ci sarebbero voluti anni prima di conoscere la storia dei minatori di uranio, ha sempre saputo che il popolo congolese ha un posto importante nella storia.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

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