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Le previsioni su chi vincerà i premi Nobel 2023

Author: Wired

Polimeri medici

Modificando la nanostruttura dei polimeri è possibile trasformarli in sistemi di trasporto e di somministrazione mirata per farmaci e geni. A queste tecnologie hanno lavorato, indipendentemente, gli ultimi tre candidati Nobel per la chimica di quest’anno: Kazunori Kataoka, del Kawasaki Institute of Industrial Promotion, Vladimir P. Torchilin, della Northeastern University, e Karen L. Wooley, della Texas A&M University.

Fisica

Fisica della materia

I processi di autoassemblamento sono estremamente studiati da fisici e chimici che vogliono progettare nuovi materiali. Sharon C. Glotzer, dell’Università del Michigan, è stata una delle prime scienziate a riconoscere il ruolo dell’entropia in questi processi di autoassemblamento, e ha individuare strategie con cui controllare questi processi per creare nuovi materiali. I suoi lavori sono stati citati decine di migliaia di volte, e per questo è tra i papabili Nobel per la fisica del 2023.

Laser quantistici

Federico Capasso è un romano, italianizzato statunitense. Dopo una laurea in fisica all’università di Roma ha lavorato per quasi 30 anni nel laboratori Bell. È stato un pioniere nello studio della fotonica, della plasmonica, ed è inventore del laser a cascata quantica, un tipo di laser che emette raggi fino alle frequenze dei teraheartz, e trova applicazione in campi che vanno alle telecomunicazioni, alla radioastronomia, alla fisica del plasma nei reattori a fusione di tipo Tokamak. Per tutti questi motivi, è tra i possibili premi Nobel per la fisica del 2023.

Spintronica

La spintronica studia le strutture elettroniche e gli spin dei materiali, e utilizza queste caratteristiche per sviluppare tecnologie di immagazzinamento e elaborazione dell’informazione. Con i suoi studi in questo campo, Stuart Parkin, direttore del Max Planck Institute of Microstructure Physics ha contribuito a creare la memoria recetrack, un tipo di dispositivi, ancora sperimentali, che potrebbero sostituire in futuro le memorie a stato solido stile flash drive. Inutile dirlo, potrebbe meritargli un premio Nobel per la fisica, magari proprio quest’anno.

Author: Wired

Polimeri medici

Modificando la nanostruttura dei polimeri è possibile trasformarli in sistemi di trasporto e di somministrazione mirata per farmaci e geni. A queste tecnologie hanno lavorato, indipendentemente, gli ultimi tre candidati Nobel per la chimica di quest’anno: Kazunori Kataoka, del Kawasaki Institute of Industrial Promotion, Vladimir P. Torchilin, della Northeastern University, e Karen L. Wooley, della Texas A&M University.

Fisica

Fisica della materia

I processi di autoassemblamento sono estremamente studiati da fisici e chimici che vogliono progettare nuovi materiali. Sharon C. Glotzer, dell’Università del Michigan, è stata una delle prime scienziate a riconoscere il ruolo dell’entropia in questi processi di autoassemblamento, e ha individuare strategie con cui controllare questi processi per creare nuovi materiali. I suoi lavori sono stati citati decine di migliaia di volte, e per questo è tra i papabili Nobel per la fisica del 2023.

Laser quantistici

Federico Capasso è un romano, italianizzato statunitense. Dopo una laurea in fisica all’università di Roma ha lavorato per quasi 30 anni nel laboratori Bell. È stato un pioniere nello studio della fotonica, della plasmonica, ed è inventore del laser a cascata quantica, un tipo di laser che emette raggi fino alle frequenze dei teraheartz, e trova applicazione in campi che vanno alle telecomunicazioni, alla radioastronomia, alla fisica del plasma nei reattori a fusione di tipo Tokamak. Per tutti questi motivi, è tra i possibili premi Nobel per la fisica del 2023.

Spintronica

La spintronica studia le strutture elettroniche e gli spin dei materiali, e utilizza queste caratteristiche per sviluppare tecnologie di immagazzinamento e elaborazione dell’informazione. Con i suoi studi in questo campo, Stuart Parkin, direttore del Max Planck Institute of Microstructure Physics ha contribuito a creare la memoria recetrack, un tipo di dispositivi, ancora sperimentali, che potrebbero sostituire in futuro le memorie a stato solido stile flash drive. Inutile dirlo, potrebbe meritargli un premio Nobel per la fisica, magari proprio quest’anno.

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