Categorie
Calcio

Il Flaco Colpani: sogno delle big di Serie A e talento Italia

Author: Tuttosport

Il Bellingham italiano adesso aspetta solo la chiamata di Spalletti per coronare il periodo d’oro. Con quello di domenica all’Udinese, per Andrea Colpani fanno cinque gol in dieci partite, uno ogni 151 minuti. In questo momento non c’è un calciatore italiano più dominante, nel massimo campionato tricolore, del centrocampista offensivo del Monza. Dopo la doppietta all’Empoli valsa ai suoi tre punti, il gol al Lecce per un pareggio e aver partecipato alla goleada sulla Salernitana, è arrivata anche la rete ai friulani per un pokerissimo che lo rende il capocannoniere della sua squadra per distacco (Palladino ha poi quattro giocatori con un gol) e al quarto posto (alla pari di altri cinque) nella classifica dei marcatori di serie A. Più di lui hanno segnato solo tre centravanti da Master Class: Lautaro Martinez (11), Osimhen e Giroud (6). Il bresciano non è un bomber, ma non è nemmeno un giocatore da ingabbiare in un ruolo.

Colpani, un talento che arriva dal passato

Tuttocampista, box to box e all around nella metà campo avversaria, sono definizioni che avvicinano alla pura essenza, ma ancora non spiegano fino in fondo l’enorme talento di questo classe ’99. Un segaligno che sa sviluppare potenza con break improvvisi supportati da classe purissima, un Thomas Muller meno punta, ma più tecnico. Sembra uscito da un’altra epoca con quel fisico che non ne vuole sapere di irrobustirsi nonostante il duro lavoro in palestra, i capelli lunghi e biondi. Sarebbe stato un giocatore ideale per l’Olanda del calcio universale, l’Arancia Meccania degli anni ’70: ve li immaginate Colpani, Neeskens e Cruijff a palleggiare in mezzo al campo con la testa alta, i passaggi visionari di un calcio libero e spettacolare? Noi si. Adesso si.

Nativo di San Zeno, un paese alle porte di Brescia, tifoso delle Rondinelle (nella sua prima partita vista al Rigamonti a 5 anni c’era Roberto Baggio in biancoazzurro), è cresciuto nell’Atalanta. Paradosso calcistico, ma nemmeno troppo considerando la rapidità del settore giovanile nerazzurro nell’arrivare prima di tutti, anche e soprattutto dei rivali storici, sui calciatori in erba più attraenti. Una Dea madre a matrigna per Andrea Colpani. Capitano della Primavera nerazzurra campione d’Italia, è cresciuto con Bastoni e Kulusevski, ne ha visti tanti passargli davanti senza che Gasperini gli desse mai la gioia nemmeno di un minuto ufficiale in campo con la prima squadra. Un anno a Trapani in B con il duro pane di Castori, un allenatore che odia il calcio barocco, ma che si piegò anch’esso al talento colpaniano mettendolo sempre in campo, ed ecco il Monza. Un’intuizione di Tullio Tinti, il procuratore che segue Andrea Colpani da quando è un adolescente. Per “strapparlo” all’Atalanta lo stratagemma con Galliani: prestito con diritto di riscatto obbligato in caso di Serie A dei brianzoli. Missione compiuta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Author: Tuttosport

Il Bellingham italiano adesso aspetta solo la chiamata di Spalletti per coronare il periodo d’oro. Con quello di domenica all’Udinese, per Andrea Colpani fanno cinque gol in dieci partite, uno ogni 151 minuti. In questo momento non c’è un calciatore italiano più dominante, nel massimo campionato tricolore, del centrocampista offensivo del Monza. Dopo la doppietta all’Empoli valsa ai suoi tre punti, il gol al Lecce per un pareggio e aver partecipato alla goleada sulla Salernitana, è arrivata anche la rete ai friulani per un pokerissimo che lo rende il capocannoniere della sua squadra per distacco (Palladino ha poi quattro giocatori con un gol) e al quarto posto (alla pari di altri cinque) nella classifica dei marcatori di serie A. Più di lui hanno segnato solo tre centravanti da Master Class: Lautaro Martinez (11), Osimhen e Giroud (6). Il bresciano non è un bomber, ma non è nemmeno un giocatore da ingabbiare in un ruolo.

Colpani, un talento che arriva dal passato

Tuttocampista, box to box e all around nella metà campo avversaria, sono definizioni che avvicinano alla pura essenza, ma ancora non spiegano fino in fondo l’enorme talento di questo classe ’99. Un segaligno che sa sviluppare potenza con break improvvisi supportati da classe purissima, un Thomas Muller meno punta, ma più tecnico. Sembra uscito da un’altra epoca con quel fisico che non ne vuole sapere di irrobustirsi nonostante il duro lavoro in palestra, i capelli lunghi e biondi. Sarebbe stato un giocatore ideale per l’Olanda del calcio universale, l’Arancia Meccania degli anni ’70: ve li immaginate Colpani, Neeskens e Cruijff a palleggiare in mezzo al campo con la testa alta, i passaggi visionari di un calcio libero e spettacolare? Noi si. Adesso si.

Nativo di San Zeno, un paese alle porte di Brescia, tifoso delle Rondinelle (nella sua prima partita vista al Rigamonti a 5 anni c’era Roberto Baggio in biancoazzurro), è cresciuto nell’Atalanta. Paradosso calcistico, ma nemmeno troppo considerando la rapidità del settore giovanile nerazzurro nell’arrivare prima di tutti, anche e soprattutto dei rivali storici, sui calciatori in erba più attraenti. Una Dea madre a matrigna per Andrea Colpani. Capitano della Primavera nerazzurra campione d’Italia, è cresciuto con Bastoni e Kulusevski, ne ha visti tanti passargli davanti senza che Gasperini gli desse mai la gioia nemmeno di un minuto ufficiale in campo con la prima squadra. Un anno a Trapani in B con il duro pane di Castori, un allenatore che odia il calcio barocco, ma che si piegò anch’esso al talento colpaniano mettendolo sempre in campo, ed ecco il Monza. Un’intuizione di Tullio Tinti, il procuratore che segue Andrea Colpani da quando è un adolescente. Per “strapparlo” all’Atalanta lo stratagemma con Galliani: prestito con diritto di riscatto obbligato in caso di Serie A dei brianzoli. Missione compiuta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.