Author: Tuttosport
Può sembrare un’utopia, ma dovrebbe essere l’obiettivo di ogni arbitro: di fronte a episodi simili, assumere decisioni uguali. Non potrà mai essere così, perché l’arbitraggio chiama in causa una componente di soggettività. E a soggettività (dell’arbitro) si aggiunge altra soggettività (di chi è al monitor). Ma almeno all’interno di una stessa gara bisognerebbe adottare un metro di valutazione uniforme.
Il gol di Ibrahimovic
Non è stato così allo Stadio Olimpico Grande Torino per Torino-Frosinone. Guardiamo il primo episodio, l’azione del gol di Ibrahimovic. Gineitis anticipa nettamente Mazzitelli e prende la palla, dopodiché viene travolto dall’avversario: il contatto è irregolare, il gol sarebbe stato da annullare per fallo in APP (Attacking Possession Phase). Poi lo stesso Mazzitelli tocca il pallone con il braccio, per quanto involontariamente.
Rigore Monterisi-Seck
Se la soglia d’intervento del VAR Abbattista è questa, altissima (il che non toglierebbe comunque l’irregolarità del gol), allora perché cambiare decisione al monitor sul rigore per contatto Monterisi-Seck? Il penalty ci poteva stare: è vero che Seck commette fallo su Okoli, ma solo perché sgambettato poco prima e sbilanciato da Monterisi. Se nel primo caso non si è intervenuti, allora non si capisce perché il VAR abbia chiamato l’arbitro per sovvertire la decisione del campo.
In generale, in questo turno di Coppa Italia si è persa un po’ di vista la vera funzione del VAR: anche al Via del Mare in Lecce-Parma, sul rigore fischiato da Feliciani, si è visto un intervento improprio, perché il difensore del Parma tocca il piede di Piccoli e solo in un secondo momento il pallone. A questo punto occorre ricordare che il VAR non è stato introdotto per prendere sempre la decisione più giusta, ma per eliminare i gravi ed evidenti errori.
Guarda la gallery
Toro, Coppa Italia finita: il Frosinone si regala il Napoli con l’asse Kaio-Reinier© RIPRODUZIONE RISERVATA