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Telescopio spaziale Euclid: ESA svela le prime immagini, ma il viaggio è solo all’inizio

Author: Hardware Upgrade

Con lo scoppio della guerra in Ucraina e la fine dei rapporti con la Russia, ESA ha dovuto cercare un nuovo lanciatore per portare in orbita il telescopio spaziale Euclid. La soluzione è arrivata grazie a un Falcon 9 di SpaceX che ha permesso di lanciare, con un po’ di ritardo il nuovo telescopio spaziale e permettendogli di giungere a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra (nel punto L2 di Lagrange). La missione principale durerà sei anni e cercherà di fare chiarezza su materia oscura ed energia oscura.

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Una serie di problemi hanno afflitto inizialmente il nuovo telescopio spaziale (per esempio il sistema di guida fine, FGS) oltre a una fessura nella copertura che fa penetrare la luce solare disturbando l’acquisizione dei dati. Grazie a un periodo di test e un aggiornamento software è stato possibile correggere e limitare questi problemi portando Euclid a funzionare correttamente. Negli scorsi mesi sono state pubblicate le prime immagini di test, ma nelle scorse ore l’agenzia spaziale europea ha rilasciato le prime immagini ufficiali acquisite dal telescopio spaziale.

Telescopio spaziale Euclid: le prime immagini ufficiali, al via le osservazioni

Come riportato ufficialmente dall’ESA, sono state rilasciate le prime immagini catturate dal telescopio spaziale Euclid che sono però solo l’inizio del “cammino” del nuovo strumento scientifico. Molto ancora c’è da scoprire, da osservare e da capire sull’Universo che ci circonda e con questo telescopio potremo forse avere un po’ più di chiarezza su come materia oscura ed energia oscura (che rappresentano il 95% dell’Universo) possano interagire con la materia e l’energia che riusciamo a rilevare.

euclid

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Carole Mundell (direttore scientifico dell’ESA) ha dichiarato che “la materia oscura riunisce le galassie e le fa girare più rapidamente di quanto la sola materia visibile possa spiegare; l’energia oscura sta guidando l’espansione accelerata dell’Universo. Euclid permetterà per la prima volta ai cosmologi di studiare insieme questi oscuri misteri in competizione. Euclid farà un salto nella nostra comprensione del Cosmo nel suo complesso, e queste squisite immagini di Euclid mostrano che la missione è pronta ad aiutare a rispondere a uno dei più grandi misteri della fisica moderna”.

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In particolare ESA Euclid osserverà moltissime galassie distanti fino a 10 miliardi di anni luce sia nel visibile che nell’infrarosso realizzando così una mappatura tridimensionale (che consente di apprezzare meglio l’interazione tra i vari oggetti celesti). Si tratta di uno strumento diverso dal telescopio spaziale James Webb e non sono effettivamente sovrapponibili nei loro compiti (ma potrebbero aiutarsi a vicenda, come già accaduto per altre “collaborazioni” tra altri telescopi).

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Le immagini rilasciate (anche in alta risoluzione, qui tra parentesi) riguardano oggetti già osservati in precedenza e troviamo l’ammasso di Perseo (alta risoluzione), la galassia a spirale IC 342 (alta risoluzione), la galassia irregolare NGC 6822 (alta risoluzione), l’ammasso globulare NGC 6397 (alta risoluzione) e la Nebulosa Testa di Cavallo (alta risoluzione).

Euclid e i soggetti delle prime immagini

Nel caso dell’ammasso di Perseo si possono scorgere circa 1000 galassie mentre oltre 100 mila sono sullo sfondo. Tra quelle più distanti troviamo oggetti lontani 10 miliardi di anni luce mentre l’ammasso si trova molto più vicino, a 240 milioni di anni luce. Questo ammasso, come altri presenti nell’Universo dovrebbe permettere di capire come la materia oscura ne permette l’esistenza in questa conformazione.

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Passando alla galassia a spirale IC 342, questa ha un aspetto simile a quello della Via Lattea e le prime analisi nel vicino infrarosso hanno rivelato aspetti interessanti per le stelle che si trovano al suo interno. In particolare ci si è concentrati su stelle con massa ridotta e temperature relativamente basse che possono nascondersi dietro una coltre di polvere (ma che è “trasparente” nell’infrarosso). Grazie alle potenzialità di Euclid si possono distinguere singole stelle anche a 11 milioni di anni luce dalla Terra.

Con la galassia irregolare NGC 6822, i ricercatori hanno trovato un modello più comune di galassia dell’Universo primordiale rispetto a quelle a spirale che si trovano nell’Universo attuale. In particolare questo oggetto celeste si trova a 1,6 milioni di anni luce dalla Terra (e quindi relativamente vicina) permettendo di avere un modello facile da osservare e utile per definire i parametri di quelle più distanti.

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L’ammasso globulare NGC 6397 è il secondo ammasso globulare più vicino alla Terra, ad appena 7800 anni luce. Le potenzialità del telescopio spaziale Euclid, grazie al angolo di visuale (FOV) ampio, consentono di riprendere questo genere di oggetti celesti con un’unica osservazione pur avendo un’ottima risoluzione.

L’iconica Nebulosa Testa di Cavallo (o Barnard 33) è parte della costellazione di Orione ed è una delle più facili da riconoscere quando si scorge nelle immagini. Con il telescopio spaziale Euclid sarà possibile cercare giganti gassosi come Giove nelle loro prime fasi evolutive oltre a nane brune e altre protostelle. Questo oggetto celeste si trova a 1375 anni luce di distanza e appare come una nube scura dalla tipica forma a testa di cavallo. Per la cattura di questa immagine l’osservazione è durata solamente un’ora (poco per un telescopio).

Author: Hardware Upgrade

Con lo scoppio della guerra in Ucraina e la fine dei rapporti con la Russia, ESA ha dovuto cercare un nuovo lanciatore per portare in orbita il telescopio spaziale Euclid. La soluzione è arrivata grazie a un Falcon 9 di SpaceX che ha permesso di lanciare, con un po’ di ritardo il nuovo telescopio spaziale e permettendogli di giungere a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra (nel punto L2 di Lagrange). La missione principale durerà sei anni e cercherà di fare chiarezza su materia oscura ed energia oscura.

Una serie di problemi hanno afflitto inizialmente il nuovo telescopio spaziale (per esempio il sistema di guida fine, FGS) oltre a una fessura nella copertura che fa penetrare la luce solare disturbando l’acquisizione dei dati. Grazie a un periodo di test e un aggiornamento software è stato possibile correggere e limitare questi problemi portando Euclid a funzionare correttamente. Negli scorsi mesi sono state pubblicate le prime immagini di test, ma nelle scorse ore l’agenzia spaziale europea ha rilasciato le prime immagini ufficiali acquisite dal telescopio spaziale.

Telescopio spaziale Euclid: le prime immagini ufficiali, al via le osservazioni

Come riportato ufficialmente dall’ESA, sono state rilasciate le prime immagini catturate dal telescopio spaziale Euclid che sono però solo l’inizio del “cammino” del nuovo strumento scientifico. Molto ancora c’è da scoprire, da osservare e da capire sull’Universo che ci circonda e con questo telescopio potremo forse avere un po’ più di chiarezza su come materia oscura ed energia oscura (che rappresentano il 95% dell’Universo) possano interagire con la materia e l’energia che riusciamo a rilevare.

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Carole Mundell (direttore scientifico dell’ESA) ha dichiarato che “la materia oscura riunisce le galassie e le fa girare più rapidamente di quanto la sola materia visibile possa spiegare; l’energia oscura sta guidando l’espansione accelerata dell’Universo. Euclid permetterà per la prima volta ai cosmologi di studiare insieme questi oscuri misteri in competizione. Euclid farà un salto nella nostra comprensione del Cosmo nel suo complesso, e queste squisite immagini di Euclid mostrano che la missione è pronta ad aiutare a rispondere a uno dei più grandi misteri della fisica moderna”.

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In particolare ESA Euclid osserverà moltissime galassie distanti fino a 10 miliardi di anni luce sia nel visibile che nell’infrarosso realizzando così una mappatura tridimensionale (che consente di apprezzare meglio l’interazione tra i vari oggetti celesti). Si tratta di uno strumento diverso dal telescopio spaziale James Webb e non sono effettivamente sovrapponibili nei loro compiti (ma potrebbero aiutarsi a vicenda, come già accaduto per altre “collaborazioni” tra altri telescopi).

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Le immagini rilasciate (anche in alta risoluzione, qui tra parentesi) riguardano oggetti già osservati in precedenza e troviamo l’ammasso di Perseo (alta risoluzione), la galassia a spirale IC 342 (alta risoluzione), la galassia irregolare NGC 6822 (alta risoluzione), l’ammasso globulare NGC 6397 (alta risoluzione) e la Nebulosa Testa di Cavallo (alta risoluzione).

Euclid e i soggetti delle prime immagini

Nel caso dell’ammasso di Perseo si possono scorgere circa 1000 galassie mentre oltre 100 mila sono sullo sfondo. Tra quelle più distanti troviamo oggetti lontani 10 miliardi di anni luce mentre l’ammasso si trova molto più vicino, a 240 milioni di anni luce. Questo ammasso, come altri presenti nell’Universo dovrebbe permettere di capire come la materia oscura ne permette l’esistenza in questa conformazione.

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Passando alla galassia a spirale IC 342, questa ha un aspetto simile a quello della Via Lattea e le prime analisi nel vicino infrarosso hanno rivelato aspetti interessanti per le stelle che si trovano al suo interno. In particolare ci si è concentrati su stelle con massa ridotta e temperature relativamente basse che possono nascondersi dietro una coltre di polvere (ma che è “trasparente” nell’infrarosso). Grazie alle potenzialità di Euclid si possono distinguere singole stelle anche a 11 milioni di anni luce dalla Terra.

Con la galassia irregolare NGC 6822, i ricercatori hanno trovato un modello più comune di galassia dell’Universo primordiale rispetto a quelle a spirale che si trovano nell’Universo attuale. In particolare questo oggetto celeste si trova a 1,6 milioni di anni luce dalla Terra (e quindi relativamente vicina) permettendo di avere un modello facile da osservare e utile per definire i parametri di quelle più distanti.

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L’ammasso globulare NGC 6397 è il secondo ammasso globulare più vicino alla Terra, ad appena 7800 anni luce. Le potenzialità del telescopio spaziale Euclid, grazie al angolo di visuale (FOV) ampio, consentono di riprendere questo genere di oggetti celesti con un’unica osservazione pur avendo un’ottima risoluzione.

L’iconica Nebulosa Testa di Cavallo (o Barnard 33) è parte della costellazione di Orione ed è una delle più facili da riconoscere quando si scorge nelle immagini. Con il telescopio spaziale Euclid sarà possibile cercare giganti gassosi come Giove nelle loro prime fasi evolutive oltre a nane brune e altre protostelle. Questo oggetto celeste si trova a 1375 anni luce di distanza e appare come una nube scura dalla tipica forma a testa di cavallo. Per la cattura di questa immagine l’osservazione è durata solamente un’ora (poco per un telescopio).

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