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Hackerato il sito di Federprivacy, l’associazione dei professionisti della protezione dei dati

Author: Wired

Anche Federprivacy, l’associazione che riunisce i professionisti della protezione dei dati, è caduta vittima dei cybercriminali di Alpha Team – la cybergang che in queste settimane sta facendo parlare di sé per aver preso di mira non poche aziende italiane. Dalla mattinata di oggi, infatti, il sito ufficiale dell’organizzazione risulta irraggiungibile e l’account Instagram @federprivacy sembrerebbe essere stato hackerato. Non a caso, l’ultimo post condiviso sul social riporta una schermata del sito compromesso, accompagnato da una frase che recita “Sostiene di far sentire gli altri al sicuro e tiene corsi di sicurezza informatica. Anche lui è stato hackerato”.

Con lo stesso piglio ironico con cui hanno colpito – e deriso – Federprivacy, i criminali informatici hanno preso d’assalto anche l’account LinkedIn di Nicola Bernardi, presidente dell’organizzazione. Dalle prime ore di questa mattina, infatti, il suo profilo continua a pubblicare messaggi a nome di Z0RG, leader dell’Alpha Team. “Noi dimostriamo che chi si occupa di vendere o promuovere beni o servizi per la sicurezza dei dati non protegge a sua volta i dati che ha in custodia da altri. E questo è grave, perché un associazione come Federprivacy raccoglie molte decine di migliaia di euro ogni anno dagli iscritti e non può non proteggere i loro dati investendo un po’ di quel denaro nella sicurezza che tanto declamano proponendo i loro servizi”, si legge in uno dei post condivisi dalla cybergang sul profilo di Bernardi.

Secondo quanto riferito da Z0RG, i criminali sono riusciti a sfruttare le vulnerabilità di Federprivacy.org e a mettere le mani su tutti i dati presenti all’interno dei sistemi dell’organizzazione. Una quantità imponente di informazioni, che Alpha Team non sembra intenzionata a vendere o rendere di pubblico dominio, ma che pare voglia utilizzare come forma di ricatto per trovare un accordo utile con la società di Bernardi. Di cosa si tratti nello specifico, però, non è chiaro. “Non vogliamo davvero rivelare tutto e dare una cattiva immagine di voi in Italia. Perché sarà difficile per i vostri clienti fidarsi di nuovo di voi”, dichiarano i criminali, prendendosi ancora una volta gioco dell’organizzazione che si è ripromessa di proteggere i dati altrui, ma che ha finito con il perderli definitivamente – o quasi.

Author: Wired

Anche Federprivacy, l’associazione che riunisce i professionisti della protezione dei dati, è caduta vittima dei cybercriminali di Alpha Team – la cybergang che in queste settimane sta facendo parlare di sé per aver preso di mira non poche aziende italiane. Dalla mattinata di oggi, infatti, il sito ufficiale dell’organizzazione risulta irraggiungibile e l’account Instagram @federprivacy sembrerebbe essere stato hackerato. Non a caso, l’ultimo post condiviso sul social riporta una schermata del sito compromesso, accompagnato da una frase che recita “Sostiene di far sentire gli altri al sicuro e tiene corsi di sicurezza informatica. Anche lui è stato hackerato”.

Con lo stesso piglio ironico con cui hanno colpito – e deriso – Federprivacy, i criminali informatici hanno preso d’assalto anche l’account LinkedIn di Nicola Bernardi, presidente dell’organizzazione. Dalle prime ore di questa mattina, infatti, il suo profilo continua a pubblicare messaggi a nome di Z0RG, leader dell’Alpha Team. “Noi dimostriamo che chi si occupa di vendere o promuovere beni o servizi per la sicurezza dei dati non protegge a sua volta i dati che ha in custodia da altri. E questo è grave, perché un associazione come Federprivacy raccoglie molte decine di migliaia di euro ogni anno dagli iscritti e non può non proteggere i loro dati investendo un po’ di quel denaro nella sicurezza che tanto declamano proponendo i loro servizi”, si legge in uno dei post condivisi dalla cybergang sul profilo di Bernardi.

Secondo quanto riferito da Z0RG, i criminali sono riusciti a sfruttare le vulnerabilità di Federprivacy.org e a mettere le mani su tutti i dati presenti all’interno dei sistemi dell’organizzazione. Una quantità imponente di informazioni, che Alpha Team non sembra intenzionata a vendere o rendere di pubblico dominio, ma che pare voglia utilizzare come forma di ricatto per trovare un accordo utile con la società di Bernardi. Di cosa si tratti nello specifico, però, non è chiaro. “Non vogliamo davvero rivelare tutto e dare una cattiva immagine di voi in Italia. Perché sarà difficile per i vostri clienti fidarsi di nuovo di voi”, dichiarano i criminali, prendendosi ancora una volta gioco dell’organizzazione che si è ripromessa di proteggere i dati altrui, ma che ha finito con il perderli definitivamente – o quasi.

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