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Terra Nil Recensione: il titolo dedicato ai problemi ambientali arriva su Switch | GamesVillage.it

Author: GamesVillage.it

Siamo in un momento attuale in cui le problematiche ambientali sono all’ordine del giorno. Siccità, cambiamenti climatici, inquinamento, senza tralasciare bombe d’acqua e altri fenomeni inusuali. Tutte tematiche finora raramente e difficilmente trattate anche nei videogiochi. Ma ci sono anche casistiche differenti, proprio come l’indie realizzato dal team di sviluppo indipendente Free Lives, lo studio di Città del Capo che ha creato Broforce e Genital Jousting, e che ha lanciato anche Terra Nil, prima uscito in versione PC e ora disponibile anche per Nintendo Switch. Questa versione, che abbiamo testato per la nostra recensione, ci mette a capo di una spedizione scientifica futuristica che si pone come obiettivo quello di ripristinare l’ecosistema terrestre, non tanto per consentire all’uomo di tornare sul pianeta, come succede in Wall-E per esempio, quanto per nascondere sotto il tappeto il suo passaggio e restituire alla natura i suoi spazi vitali. Scopriamo allora tutti i dettagli di questo manageriale dedicato ai temi più delicati relativi alla sostenibilità e al rispetto per l’ambiente.

Terra Nil: il manageriale ecologico nelle nostre mani

Come vi abbiamo anticipato, lo scopo di Terra Nil è quello di ripristinare l’equilibrio ecologico, e di preciso questo accadrà in quattro parti del pianeta pesantemente colpite dall’inquinamento e dalla presenza umana. Questo accadrà selezionando subito all’inizio della partita uno dei tre livelli di difficoltà tra cui scegliere, ciascuno chiaramente pensato per rendere più o meno sfidante la partita e aumentando o diminuendo il numero di risorse disponibili e la loro possibilità di rigenerarsi più o meno facilmente. Il recupero dell’ambiente he ci viene presentato deve inoltre passare sempre attraverso tre fasi ben distinte, che richiedono di raggiungere determinati piccoli obiettivi per sbloccare il passaggio successivo e le nuove opzioni di strumenti e oggetti che ci vengono messi a disposizione con esso.

Si comincia con la bonifica del terreno, una fase in cui Terra Nil offre solo gli strumenti per generare energia e le strutture necessarie per ripulire il terreno e le acque inquinate. Una volta liberata una parte significativa della mappa, si sbloccano sempre più edifici e macchinari con cui creare i nuovi biomi che ripristineranno la biodiversità sul pianeta. Non sempre però avremo a disposizione strumenti per migliorare l’ambiente; alcuni di questi anzi contribuiranno a ridurre la percentuale di sanificazione del territorio, ma in parte davvero ridotta. Una volta che si sono raggiunte le condizioni necessarie per sostenere la vita faunistica, giunge il momento di creare gli habitat perfetti per reintrodurre le 6 specie native di quella regione. Dopodiché non rimane che abbandonare il territorio, riciclando tutti i macchinari utilizzati lasciando quella zona per sempre.

Tra puzzle e manageriale procedurale

A differenza di esperienze simili dello stesso genere, dove il giocatore deve gestire un ecosistema complesso, e con mappe dalla longevità pressoché infinita, in Terra Nil gli obiettivi sono molto chiari, non solo in termini di cosa ci viene richiesto, ma anche quanto ci manca per raggiungerli, con evidenze nette dei nostri progressi (o regressi). Una volta raggiunti, non c’è più molto da fare nella mappa in cui ci siamo trovati, e non ci resta che procedere. Come anticipato infatti, qui non si può tornare indietro: tranne che per alcuni parametri, come l’umidità o la temperatura, l’ecosistema in Terra Nil non è dinamico e risponde solo alle sollecitazioni del giocatore mentre ci si trova in quella specifica mappa.

Per questo motivo, il lavoro di Free Lives mischia elementi di gestionale a puzzle game, rendendolo un po’ più lontano dal classico strategico e manageriale. Elementi come risorse limitate, stretta correlazione tra edifici e obbligo di utilizzare determinate strutture fanno sì che il giocatore si cimenti a capire come portare a termine i compiti in ogni scenario, più che gestirlo attraverso le costruzioni. Anzi, la parte simil “city builder” è quella più debole, dato che a volte ci costringe a cercare soluzioni poco appetibili esteticamente per aggirare le limitazioni imposte a tavolino dal sistema. Questo accade, ad esempio, quando bisogna creare dei canali solo per riciclare delle strutture posizionate fuori dal raggio d’azione del drone acquatico, nonostante in altri livelli si sia utilizzato quello che si sposta sulla monorotaia o addirittura la variante volante. Di conseguenza, la parte più complessa di un livello risulta essere più spesso la prima, dove bisogna gestire bene le poche risorse a disposizione per costruire i primi generatori elettrici e le strutture con le quali bonificare il terreno.

Una volta ripristinate le prime zone della mappa, infatti, si possono usare ad esempio le serre per guadagnare nuovi “punti natura” da spendere per le funzionalità più avanzate. Questi ci consentono di raggiungere anche dei traguardi ambientali secondari, i quali ci fanno guadagnare tanti punti e attivare eventi per modificare il gameplay (ad esempio la pioggia, un evento che bonifica automaticamente tutto il livello e col quale ottenere risorse praticamente infinite).

terra nil

Tra biomi caratteristici e qualche sbavatura di sistema

Ogni bioma non è solo caratterizzato da richieste secondarie, che spesso vanno affrontate con strumenti specifici, ma anche da tante tipologie di strutture e opzioni che incrementiamo man mano che procediamo nel gioco. La parte più complessa del gameplay sta nel bonificare l’ambiente con poche risorse a disposizione. Gli sviluppatori, infatti, hanno creato i livelli come dei piccoli puzzle ambientali da risolvere con quello che abbiamo, cercando un modo per incastrare tra di loro i pochi strumenti disponibili; per questo motivo, i limiti imposti sono maggiori rispetto a produzioni similari. Questo però non ci deve distogliere l’attenzione dalla cura con cui sono stati selezionati i dettagli per ciascun bioma, dove ci sono tante diverse specie animali e floreali da reinserire, man mano che il luogo viene bonificato e le acque ripulite e sanificate, oltre a poter davvero percepire la bellezza di un luogo che rinasce.

L’aspetto nel quale Terra Nil riesce di più è quello artistico, per quanto il gioco sia di dimensioni contenute nei livelli offerti e altrettante interazioni limitate. Anche la grafica è leggibile, ma per nulla complessa o ricercata, il che rende più facile per il motore di gioco girare sulla portatile di Nintendo. Il titolo offre anche diversi momenti significativi e di stupore, come la prima neve, o l’aurora boreale che torna a risplendere. Il tutto però viene anche condito da alcune imperfezioni a livello di localizzazione linguistica, non sempre precisa in versione italiana, e per via di qualche bug; ad esempio, per quanto completiamo la barra di sblocco di una ulteriore risorsa, la percentuale non varia, mentre la barra si riempie sempre più. Al netto di queste sbavature, non c’è nient’altro da sottolineare da un punto di vista tecnico o grafico nelle performance di Terra Nil.

Piattaforme: PC, Switch

Sviluppatore: Free Lives

Publisher: Devolver Digital

Nel suo complesso, Terra Nil è un gestionale davvero godibile, con diverse sfumature puzzle che lo rendono più circostanziato rispetto ai titoli di questo genere. Per quanto il comparto tecnico e grafico siano tendenti alla semplicità, non mancano dettagli interessanti nei vari biomi ed ecosistemi, tutti più o meno facilmente risolvibili e completabili. Bisogna anche sottolineare la presenza di qualche sbavatura e bug a livello tecnico, ma nulla di veramente inficiante la nostra esperienza complessiva di gioco. Anche la longevità non ne esce in maniera brillante; i vari biomi, completabili proprio come se fossero livelli e senza possibilità di ritorno, non ci prenderanno molto tempo per essere terminati, così come le dinamiche di risoluzione saranno di facile comprensione e apprendimento. Buoni risultati per il comparto grafico e artistico, che si fa riconoscere per i dettagli inseriti nei vari ambienti a livello di flora e fauna. In conclusione, un ottimo passatempo per coloro che desiderano cimentarsi in un gestionale manageriale per nulla complesso, né longevo, e con risultati piuttosto soddisfacenti in generale.

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