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Doctor Who The Church on Ruby Road Recensione: un Natale davvero speciale | GamesVillage.it

Author: GamesVillage.it

Doctor Who The Church on Ruby Road è contemporaneamente il quarto episodio speciale realizzato per i Sessanta anni della serie, dopo la splendida trilogia detta The Bridge, con protagonista il redivivo David Tennant, ma al contempo è anche il primissimo episodio in cui il nuovo Dottore, il quindicesimo “ufficiale” dai tempi di William Hartnell, interpretato dal brillante Ncuti Gatwa ha la scena tutta per se, dopo essersi congedato dalla sua quattordicesima incarnazione in The Giggle, che trovate in questa pagina. Lasciato da parte il divertimento puro del “ponte”, fatto di grandi ritorni, sia autoriali che attoriali, stavolta Russel T Davies si lascia andare ad uno spirito si natalizio, ma anche malinconico e pieno di riflessioni ed introspezioni, con al centro il tema dell’adozione, che accomuna sia il Dottore che i suoi nuovi compagni d’avventura. Uno speciale molto importante dal punto di vista narrativo, perché ci accompagna con mano a conoscere i nuovi personaggi che ci faranno compagnia, se tutto andrà bene, per almeno le ormai tradizionali tre stagioni. Benvenuta Era Moderna, il viaggio ricomincia, in bilico tra tutto lo spazio ed il tempo assieme. Buon Natale a tutti i terrestri.

Doctor Who The Church on Ruby Road

A Natale siamo tutti più soli, il tema dell’adozione

Doctor Who The Church on Ruby Road introduce per la prima volta la nuova companion del quindicesimo Dottore, una dolce, giovane ed intraprendente ragazza dall’evocativo nome di Ruby Sunday, una teenager così chiamata perché ritrovata abbandonata proprio la notte di Natale sul ciglio della chiesa di Ruby Road e presto data in adozione, senza sapere nulla della sua madre biologica. Esattamente 19 anni fa. Una storia come tante altre, diranno gli spettatori, ma che in realtà si lega malinconicamente alla storia del Dottore stesso che, come sappiamo, in un clamoroso e tuttora controverso stravolgimento del canone da parte del precedente showrunner Chris Chibnall, si vede crollare il mondo addosso, non solo perché scopre di non essere realmente un abitante del Pianeta Gallyfrey, con la conseguenza che il potere della rigenerazione non è affatto autoctono dei Signori del Tempo, ma anzi riprodotto proprio studiando la “misteriosa bambina adottata” che altro non è che il Dottore stesso alle sue origini, ma soprattutto perché, come ci racconta la trama con protagonista Jodie Witthaker, sono esistite diverse incarnazioni precedenti al Primo Dottore, di cui, pare, si sia persa memoria. Questo rende il Dottore un personaggio nuovamente alieno, nel senso lato del termine, senza passato e con tutto rimesso in discussione. La scelta narrativa di affiancargli proprio una ragazza terrestre orfana, senza passato, in cerca della madre biologica, benché ormai felice con la sua famiglia adottiva, è davvero azzeccata, e rende la chimica tra i due personaggi davvero ottima, fin dalle prime battute.

Doctor Who The Church on Ruby Road

La nuova companion, tra aspetto fisico e tratti caratteriali, ricorda una via di mezzo tra l’indimenticabile Rose e l’altrettanto iconica Clara, con una buona caratterizzazione psicologica già ben delineata in questo episodio zero del nuovo corso della Prima Stagione. Non chiamatela Stagione 14, ha infatti tuonato inflessibile Russel T Davies, poiché tutto ricomincia per la seconda volta, ed ora siamo nella fase Doctor Who 3.0, denominata Modern. Nel ruolo di Ruby Sunday troviamo l’attrice Millie Gibson, classe 2004, quindi con gli stessi anni del suo personaggio, il cui nome completo anagrafico è Amelia Eve Gibson, che nonostante la giovane età ha già un curriculum invidiabile, con ben tre apparizioni teatrali, due interpretazioni in Radio Drama per il canale radiofonico BBC Radio 4, tre partecipazioni in miniserie televisive britanniche come Jamie Johnson, Love, Lies and Records e Butterfly, per un totale di venti episodi tra il 2017 ed il 2018, e, a partire dall’anno successivo, ben 215 episodi nella infinita Soap Opera Coronation Street, da noi ignota, ma in U.K. una vera istituzione, che conta oltre undicimila episodi fin dal lontanissimo 1960! Si, persino più antica del Doctor Who stesso. Con questa Soap l’artista è diventata un volto televisivo notissimo al grande pubblico. Decisamente un’attrice navigata per la sua età, che nel suo primo episodio di Doctor Who offre un’ottima interpretazione, ben amalgamata con l’effervescente carattere del nuovo Dottore, che appare sicuro di se, maturo e deciso ma allo stesso tempo nuovamente giovane e voglioso di esplorare il mondo. lo spazio ed il tempo. Tutto questo, ovviamente, con un look totalmente folle.

Doctor Who The Church on Ruby Road, l’importanza della famiglia

Accanto a questi due nuovi ed interessanti personaggi, che appaiono come duo decisamente empatico e ben assortito, ne troviamo altri, principalmente composto dalla famiglia legale di Ruby, che fa da punto fermo nella sfera emozionale della ragazza, ovvero la madre adottiva Carla, interpretata da Michelle Greenidge, che per anni si è resa disponibile per accudire bambini abbandonati in custodia ed affidamento. Questi ultimi sono ricordati con una tenera immagine di ben 33 pargoli da lei amati per poco o tanto tempo, con una chiara analogia al rapporto tra il Dottore ed i suoi companion. Altro importante personaggio è quello della nonna, dal buffo nome di Cherry Sunday, che sembra quello di un dolce, interpretata da Angela Wynter. Completano il quadro alcune amiche di Ruby e diversi vicini di casa. Tra questi una in particolare sembra sapere molte più cose del normale sul TARDIS, e, come anticipato dallo sceneggiatore stesso, potrebbe nascondere alcuni segreti che verranno svelati sul lungo periodo, come potete leggere in questa pagina. Chi è davvero la Signora Flood, interpretata da Anita Dobson? Il cognome Flood a noi ricorda il gioco River / Pond… Non vediamo l’ora di scoprirlo! Iniziamo quindi la conoscenza con i nuovi personaggi, con la casa in cui abitano, le loro abitudini, i loro sogni ed i loro rimpianti, si, perché come abbiamo anticipato nel cappello della recensione, si tratta di uno speciale natalizio sicuramente brillante e divertente, ma anche malinconico, in cui il tema dell’adozione, ma anche dei bivi della vita, che potrebbero portare a scelte diverse, solitudine piuttosto che compagnia e tanto altro, fanno riflettere parecchio gli spettatori. Delizioso il termine usato nel corso dell’episodio per definire Ruby, ovvero trovatella, come si diceva esattamente negli anni sessanta.

Doctor Who The Church on Ruby Road

Ed ora qualcosa di completamente diverso, tempo di Goblin Musical!

Non solo riflessioni durante questo episodio, sia chiaro, la pur esile trama, scelta senza dubbio per non mettere troppa carne al fuoco e focalizzarsi sulla storia e sui personaggi nuovi da conoscere, offre infatti tantissimi momenti divertenti, tra cui spicca quello anticipato dai trailer della BBC, in cui lo speciale natalizio diventa un vero e proprio musical stile anni sessanta, spettacolare, indimenticabile ed assolutamente divertente! Gli stessi nemici della puntata hanno una impostazione parodistica e leggera, pur essendo comunque malvagi e mangiatori di bambini, riprendendo le ataviche paure infantili tipiche dell’età prescolare, in cui se si faceva i buoni si sarebbero ricevuti doni da Babbo Natale, mentre se si faceva i cattivi sarebbe stato il momento dello spanking time, ovvero le sculacciate, o peggio ancora si sarebbe stati mangiati dall’uomo nero! Nulla di meglio di villain divertenti per stemperare i momenti potenzialmente drammatici. Antropofagi e causa di disastri, è vero, ma allo stesso tempo deliziosi, zuccherosi e divertenti. Qualcosa di completamente diverso, quindi, che non si è mai visto prima nella serie, e che potrebbe dividere i fan, come già successo per il famoso (e famigerato) episodio musical di Star Trek: Strange New Worlds. Di nuovissimo c’è anche il bizzarro cacciavite sonico, dalla forma tondeggiante, completamente diverso dalla tradizione, che Russel T Davies si diverta a citare ma anche stravolgere allo stesso tempo.

Uno speciale quindi molto diverso da alcuni precedenti storici, come Il viaggio dei dannati, speciale del Natale 2007 con David Tennant, in cui appare anche Kylie Minogue, e che ricalca le avventure del Titanic, o Un altro Dottore, datato 2008 sempre con David Tennant, in cui si va a citare lo scrittore Charles Dickens, l’eccezionale Un Canto di Natale del 2010 con Matt Smith e Michael Gambon, attore iconico della Saga di Harry Potter o il più recente L’Ultimo Natale in cui Il DOC di Peter Capaldi assieme a Clara incontra Babbo Natale in persona! Il bello di Doctor Who e che nulla è mai uguale a se stesso, ma anzi si rinnova sempre in forme nuove e differenti. La trama stessa di questo speciale è talmente semplice da essere riassunta in pochissimi concetti, due rapimenti, due salvataggi, un viaggio nel tempo, combinazioni, incidenti, realtà terrena e realtà ultraterrena. Una nuova bambina è in custodia presso la famiglia di Ruby, Un episodio atipico, più riflessivo che narrativo, scritto come sempre in maniera magistrale dal talentuoso Russel T Davies stesso, e diretto in maniera certosina da Mark Tonderai, regista afro britannico, classe 1974, che dopo un breve periodo come DJ nei club londinesi e attore a tempo perso ha intrapreso una proficua carriera come regista e sceneggiatore, ed ha all’attivo sei film, tra cui Day of The Dead: Bloodline, sequel moderno del classico romeriano, e  poco meno di 20 serie TV, tra cui spiccano The Five, Gotham, Lucifer e Doctor Who, con cui collabora dal 2018. Visivamente lo speciale è parecchio evocativo, con alternanza di inquadrature on the road e tinte di verismo alternate a quelle più spiccatamente fantasy, gli scenari ambientati nei pressi della Chiesa di Ruby Road o nelle stradine della periferia realistica di Londra davvero belli, come del resto quelli totalmente onirici della Nave dei Goblin, colori scuri contro colori sgargianti, creando una dicotomia tra realtà e fantasia davvero notevole e ben amalgamata. E che dire dei costumi visti ad inizio episodio, in cui il Dottore stesso appare vestito in modo bizzarro come negli anni settanta? Iconico ed eccezionale. Doctor Who non è mai stato così in forma.

Una storia di Natale atipica, con una esile trama fin troppo semplice il cui scopo è semplicemente quello di introdurre i nuovi personaggi, estranei apparentememente, ma in realtà legati a doppio filo dal tema dell’adozione. Un episodio allo stesso tempo divertente e spensierato, con tanto di momento Goblin Musical indimenticabile e coloratissimo, ma anche tenebroso e dark quanto basta per ricordarci che a Natale siamo tutti potenzialmente più soli, a seconda delle scelte che abbiamo fatto, delle persone che abbiamo perduto e da quale bivio abbiamo intrapreso nella vita. Tra viaggi nel tempo risolutori come deus ex machina, destini incrociati, rapimenti e tentata antropofagia da parte di creature ultraterrene c’è davvero di tutto e di più, come ci si aspetta da una serie bohémien, sopra le righe e camaleontica come il Doctor Who. Un buon debutto solista, per il quindicesimo Dottore, in cui per la prima volta l’attore Ncuti Gatwa mostra di cosa è capace, senza dover far rimpiangere coloro che sono venuti prima di lui, e spinto verso un luminoso e longevo futuro. O passato, o spazio, a secondo di cosa deciderà di volta in volta l’anima femminile e capricciosa del TARDIS.   

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