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Kingdom Come Deliverance II Anteprima: l’alba di una nuova epoca | GamesVillage.it

Author: GamesVillage.it

Con una mossa inaspettata, il collettivo di Warhorse Studios, residente in Repubblica Ceca, ha rivelato l’esistenza di Kingdom Come Deliverance II, sorprendente seguito della loro opera prima. Tale annuncio è stato sorprendente non solo per la difficoltà di prevedere che i creatori avrebbero osato continuare un progetto che ha dovuto faticare non poco per riscuotere l’approvazione di critica e pubblico, ma anche per l’eccezionale capacità dell’azienda di mantenerlo avvolto in una coltre di mistero fino a pochi giorni fa. Malgrado alcune anticipazioni siano trapelate online, compromettendo parzialmente l’effetto sorpresa, queste non hanno minimamente scalfito l’impatto di un teaser che trascende il suo significato puramente narrativo. A dirla tutta, la rivelazione non è riuscita nell’intento di coglierci del tutto di sorpresa: Plaion, il distributore del gioco, ci aveva discretamente informato in anticipo di questa notizia allettante, ed abbiamo avuto l’onore di essere convocati a una conferenza internazionale con Tobias Stolz-Zwilling, responsabile delle relazioni pubbliche di Warhorse Studios, che ci ha concesso l’accesso in esclusiva al trailer ora disponibile al pubblico. Questo privilegio, tuttavia, è stato concesso in cambio di un impegno alla riservatezza, da noi diligentemente osservato. Ora che la notizia è di dominio pubblico, siamo lieti di poter condividere le nostre impressioni iniziali.

Kingdom Come Deliverance II: il retaggio di un cavaliere

Qualora non abbiate ancora visionato il trailer promozionale potete stare tranquilli, poiché eviteremo qualsiasi rivelazione o anticipazione in merito al contesto. E, di fatto, sarebbe impraticabile procedere diversamente. Warhorse Studios ha svelato un assaggio che, pur essendo scarno di dettagli narrativi, si focalizza nell’evocazione dell’essenza generale del progetto. Invece di limitarsi alla narrazione e agli obiettivi ludici, lo studio creativo ha optato per una visione più estesa, accostando al filmato un breve documentario che intreccia sequenze del gioco a momenti esclusivi del making of.

Per arricchire la narrazione, Warhorse ha coinvolto gli interpreti che hanno dato voce e sembianze ai personaggi chiave della serie. La sequenza viene inaugurata da Luke Dale, celebre per il suo ruolo di Hans Capon nel gioco, intonando un canto che introduce l’apparizione di Tom “Henry” McKay, l’attore che darà vita al personaggio principale nel nuovo capitolo digitale di Kingdom Come Deliverance. L’ingresso di McKay, a dorso di cavallo e riproducendo le azioni del suo alter ego virtuale, è emblematico. Insieme, formano una coppia scenica di ciceroni per gli spettatori, guidandoli attraverso le scenografie incantevoli della storica regione europea.

I custodi del regno di Boemia

La scena si apre su un Henry più assennato, contraddistinto da un’aura di signorilità e attenzione al dettaglio, in netto contrasto con le sue umili origini quale figlio di un fabbro, incolto e predisposto all’ozio, che rifletteva lo stereotipo del contadino dell’epoca medievale. L’aggressione selvaggia delle forze del monarca ungherese, Sigismondo, ha stravolto la sua esistenza, spingendolo lungo una parabola di avventure, vendetta e sviluppo personale che si è conclusa con un finale aperto, senza chiarire molteplici elementi cruciali della narrazione. In Kingdom Come Deliverance II, la storia prosegue essenzialmente da dove si era interrotta: Henry è ancora coinvolto in un conflitto per la difesa del sovrano boemo, Venceslao. Fondamentalmente, il primo capitolo ha costituito l’introduzione a un’epica storica di grande portata, che ha appena iniziato a svelarsi. È importante sottolineare che l’antagonista che ha rovinato la vita di Henry, sir Markvart von Aulitz, non è stato ancora sconfitto, e quindi non c’è da sorprendersi se la sua presenza sia marcata e persistente nel teaser.

Nel complesso, si percepisce come questo secondo episodio punti a obiettivi narrativi e tecnologici ben più elevati e ambiziosi di quelli del suo antesignano. In passato, le preoccupazioni del protagonista erano fondamentali e limitate: eludere gli assalti dei briganti, apprendere l’arte della caccia, muovere i primi passi nell’intricato universo della scherma e acquisire la capacità di leggere. In Kingdom Come Deliverance II, l’attenzione si sposta su eventi che riguardano direttamente i regnanti e i loro feudatari, questioni che trascendono le semplici problematiche rurali. È arduo prevedere quale impatto questa trasformazione avrà sul gameplay, ma è plausibile aspettarsi cambiamenti sostanziali e incisivi. Si potrebbe ipotizzare, ad esempio, che gli elementi di sopravvivenza basilare vengano ridimensionati a favore di una struttura più adatta a gestire situazioni complesse, come quelle diplomatiche. Per il momento, tuttavia, nessuna delle nostre supposizioni è stata confermata: Tobias Stolz-Zwilling si è astenuto dal rivelare dettagli più specifici, senza sciogliere alcun dubbio formatosi nelle menti di coloro che hanno assistito alla presentazione.

La spada e la corona

La finestra di lancio prevista di Kingdom Come Deliverance II è puntata alla fine del 2024, il che indica chiaramente l’intenzione di Warhorse Studios di rilasciare informazioni sul progetto con estrema cautela, al fine di mantenere alto l’interesse del pubblico verso la loro creazione. Sebbene non abbia chiarito i molti interrogativi suscitati dal teaser, Stolz-Zwilling ha sottolineato con fermezza che il futuro capitolo della serie mira a raggiungere gli elevati standard che Warhorse Studios aveva inizialmente concepito, ma che non erano stati realizzati a causa di limitazioni di risorse. Come rivelato nel documentario da Brian Blessed, altro attore di spicco coinvolto nel progetto, la squadra originale di sviluppo contava solamente sei persone al momento del debutto di Kingdom Come Deliverance. Questi individui, pienamente consapevoli delle sfide e dei vincoli, sono stati costretti a ridurre significativamente le loro aspirazioni per completare un progetto che potesse in qualche modo incarnare la loro visione.

Per il seguito, Kingdom Come Deliverance II, il gruppo si è espanso considerevolmente, superando il centinaio di membri. Questa nuova legione, operante nell’ombra, ha dedicato circa sei anni di talento e dedizione allo sviluppo di un titolo che si distinguerà dal predecessore non solo per la profondità narrativa, ma anche per un miglioramento tecnologico sostanziale. Il gioco introdurrà nuove armi, equipaggiamenti e competenze. In particolare, l’espansione dell’universo di gioco comprende l’aggiunta della città boema di Kutna Hora, che assumerà un ruolo di primo piano nelle prossime vicende di Henry. È degno di nota che le scene live-action del teaser sono state girate proprio nella grandiosa cattedrale di Kutna Hora, evidenziando indirettamente l’importanza di tale luogo. Kutna Hora simboleggia l’ambizione dei creatori di Warhorse Studios: a differenza dei villaggi fangosi e delle piccole fortezze rurali del titolo originale, la capitale boema si rivela essere uno scenario molto più ampio e dettagliato. “Forse anche troppo”, ha commentato sotto voce Stolz-Zwilling.

Riscrivere il destino

Come precedentemente accennato, la notizia del debutto di Kingdom Come Deliverance II è stata un fulmine a ciel sereno. Tale sorpresa è nata non solo dalla capacità di Warhorse Studios di preservare assoluta riservatezza sulla produzione così a lungo, ma anche dal fatto che il predecessore si distingueva per elementi talmente peculiari da poter essere considerato quasi unico nel suo genere. Il finale del primo capitolo lasciava in sospeso molti temi, sollevando interrogativi su come potesse essere replicata l’atmosfera riflessiva e dettagliata del mondo di Henry in un contesto narrativo orientato verso epiche battaglie e complessi intrighi politici. Pertanto, era difficile immaginare che gli sviluppatori avrebbero accettato la sfida di espandere il franchise in tale direzione, e resta comunque qualche perplessità su come e quanto tale evoluzione altererà radicalmente l’esperienza ludica fino a rischiare di stravolgerla. Persiste inoltre una certa apprensione inconscia riguardo al rischio che le nuove direttive possano minare quelle eccentricità bizzarre e dissonanti che rendevano Kingdom Come Deliverance un’opera di rara originalità.

Le nostre aspettative, richieste a voce piuttosto alta, includono di certo la correzione dei numerosi impedimenti tecnici che hanno ostacolato l’esperienza di gioco originale. Allo stesso tempo, auspichiamo che Warhorse Studios eviti di cadere nella trappola di produrre sequel eccessivamente ampi e privi di novità significative rispetto al materiale già stabilito. Tuttavia, il team di sviluppo ha espresso l’intenzione di preservare l’alta qualità interattiva che ha caratterizzato la serie finora. A questo proposito, Tobias Stolz-Zwilling ha fornito un esempio concreto: non solo ha rivelato che comportamenti dissoluti come l’ubriachezza e il vagare seminudi per le strade susciteranno l’indignazione dei cittadini, ma anche che Henry avrà diverse modalità di risposta alle critiche. Sarà compito del giocatore scegliere se mormorare scuse imbarazzate o se lanciare un insulto così potente da zittire le osservazioni moralistiche degli abitanti, restituendo una parte di agenzia nelle mani del giocatore che, in Kingdom Come Deliverance, era costretto a subire una progressiva disapprovazione dei personaggi non giocanti a seconda del grado di trascuratezza del protagonista.

Piattaforme: PC, PlayStation 5, Xbox Series X|S

Sviluppatore: Warhorse Studios

Publisher: Plaion

Data di uscita: 2024

Kingdom Come Deliverance II ha l’obbligo integrare un numero sufficiente di novità per legittimare la sua creazione, mantenendo al contempo un certo equilibrio per non alienare i sostenitori di lunga data. La sfida è ardua, tuttavia, Warhorse Studios ha già dimostrato in precedenza di poter superare le nostre riserve con l’eccezionale talento dei suoi membri. Al momento, ci affidiamo al teaser rilasciato che, pur non rivelando dettagli significativi, riesce a generare un’atmosfera confortevole e invitante, evocando la sensazione di un rinnovato incontro con un vecchio amico che non incontravamo ormai da un po’ di tempo.

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