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L’anime di One Piece festeggia i 25 anni

Author: Wired

Pochi all’epoca avrebbero potuto immaginarlo, ma nell’arco di 25 anni, le avventure dell’aspirante Re dei Pirati hanno superato ogni record. One Piece è diventato il manga più letto di tutti i tempi, superando persino Dragon Ball, con oltre 523 milioni di volumi venduti a livello globale; mentre l’anime continua la sua uscita a cadenza settimanale e ha accumulato ormai 1.102 episodi… anzi, 1.103 da domenica 5 maggio. Una produzione impressionante che ha accompagnato un’intera generazione di lettori e spettatori dall’infanzia sino all’età adulta, e affermandosi come vero e proprio fenomeno pop globale.

Il percorso italiano e il successo

In Italia, il manga è pubblicato da Star Comics, mentre l’anime è stato trasmesso sia sulle reti tradizionali, a cominciare dai “cartoni” su Italia 1 nel 2001, con il nome All’arrembaggio!, sia su piattaforme di streaming come Crunchyroll, dove è tuttora disponibile. La versione italiana è stata inizialmente vittima delle consuete censure per le scene ritenute troppo violente o allusive; ma anche dei tipici anche i problemi di doppiaggio, che negli anni hanno cambiato il significato di alcune frasi, o le sfumature nel modo in cui alcuni personaggi si rivolgono ai propri compagni; ma soprattutto hanno causato gran confusione sul nome di Monkey D. Luffy, soprannominato Rubber anche prima che mangiasse il frutto Gom Gom, o ribattezzato Rufy (prima, a onor del vero, che Oda si pronunciasse sulla traslitterazione ufficiale come Luffy).

Monsters spin off One Piece

Il nuovo anime di Netflix è uno spin-off che ripropone un personaggio già noto nella serie di Eiichiro Oda

Tanti, tantissimi gli spinoff di One Piece usciti negli ultimi anni, con 15 film animati rilasciati a cadenza annuale, la serie tv live action di discreto successo targata Netflix, e ovviamente romanzi, light novel, e videogiochi, che hanno saputo capitalizzare sul successo del mondo creato da Oda, e al tempo stesso hanno contribuito a farlo conoscere a un pubblico sempre più ampio.

Le ragioni del successo di One Piece sono state sviscerate più e più volte, e sono evidenti a tutti coloro che si sono appassionati all’opera di Eiichirō Oda: il senso di meraviglia dato da un mondo dettagliato ma sempre in grado di sorprendere; i valori del Cappello di Paglia, tra fratellanza, ottimismo e capacità di prendere in mano il proprio destino; la capacità di Oda di intessere trame e sottotrame di lungo periodo, vissute da personaggi a cui è impossibile non affezionarsi; e soprattutto il valore fondante del manga, vale a dire l’amore per la libertà, che è evidente anche nel modo stesso in cui Oda scrive e illustra le sue storie, attenendosi a regole precise ma senza paura di stupire sempre i lettori.

Author: Wired

Pochi all’epoca avrebbero potuto immaginarlo, ma nell’arco di 25 anni, le avventure dell’aspirante Re dei Pirati hanno superato ogni record. One Piece è diventato il manga più letto di tutti i tempi, superando persino Dragon Ball, con oltre 523 milioni di volumi venduti a livello globale; mentre l’anime continua la sua uscita a cadenza settimanale e ha accumulato ormai 1.102 episodi… anzi, 1.103 da domenica 5 maggio. Una produzione impressionante che ha accompagnato un’intera generazione di lettori e spettatori dall’infanzia sino all’età adulta, e affermandosi come vero e proprio fenomeno pop globale.

Il percorso italiano e il successo

In Italia, il manga è pubblicato da Star Comics, mentre l’anime è stato trasmesso sia sulle reti tradizionali, a cominciare dai “cartoni” su Italia 1 nel 2001, con il nome All’arrembaggio!, sia su piattaforme di streaming come Crunchyroll, dove è tuttora disponibile. La versione italiana è stata inizialmente vittima delle consuete censure per le scene ritenute troppo violente o allusive; ma anche dei tipici anche i problemi di doppiaggio, che negli anni hanno cambiato il significato di alcune frasi, o le sfumature nel modo in cui alcuni personaggi si rivolgono ai propri compagni; ma soprattutto hanno causato gran confusione sul nome di Monkey D. Luffy, soprannominato Rubber anche prima che mangiasse il frutto Gom Gom, o ribattezzato Rufy (prima, a onor del vero, che Oda si pronunciasse sulla traslitterazione ufficiale come Luffy).

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Tanti, tantissimi gli spinoff di One Piece usciti negli ultimi anni, con 15 film animati rilasciati a cadenza annuale, la serie tv live action di discreto successo targata Netflix, e ovviamente romanzi, light novel, e videogiochi, che hanno saputo capitalizzare sul successo del mondo creato da Oda, e al tempo stesso hanno contribuito a farlo conoscere a un pubblico sempre più ampio.

Le ragioni del successo di One Piece sono state sviscerate più e più volte, e sono evidenti a tutti coloro che si sono appassionati all’opera di Eiichirō Oda: il senso di meraviglia dato da un mondo dettagliato ma sempre in grado di sorprendere; i valori del Cappello di Paglia, tra fratellanza, ottimismo e capacità di prendere in mano il proprio destino; la capacità di Oda di intessere trame e sottotrame di lungo periodo, vissute da personaggi a cui è impossibile non affezionarsi; e soprattutto il valore fondante del manga, vale a dire l’amore per la libertà, che è evidente anche nel modo stesso in cui Oda scrive e illustra le sue storie, attenendosi a regole precise ma senza paura di stupire sempre i lettori.

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