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Halo su PlayStation? Per Microsoft non ci sarebbe alcun problema

Author: Hardware Upgrade

Stando a quanto riportato da Windows Central, secondo alcune fonti Microsoft non avrebbe imposto alcuna limitazione sui giochi first-party che possono approdare sulle piattaforme concorrenti. In buona sostanza, non si esclude che produzioni iconiche come Halo o Fable possano arrivare anche su PlayStation e Nintendo.

Secondo le dichiarazioni ufficiali della società di Redmond, i quattro titoli interni recentemente rilasciati sulle piattaforme rivali (Sea of Thieves, Grounded, Hi-Fi Rush e Pentiment) servirebbero esclusivamente a sondare il terreno. In effetti, sono stati un interessante banco di prova: Sea of Thieves ha dimostrato ampiamente che c’è molto spazio per aumentare i profitti, diventando il titolo più venduto su PlayStation 5 in Europa.

Tuttavia, secondo le recenti indiscrezioni, in realtà la strategia di Microsoft starebbe provocando grande disagio all’interno degli studi first-party. In particolare, sarebbero le parole di Satya Nadella ad aver scatenato una bufera interna. Il CEO avrebbe chiaramente detto che non deve esserci alcuna “linea rossa” che escluda una serie di titoli dal diventare multipiattaforma.

D’altro canto, non sarebbe neanche così sorprendente, dato che in precedenza Nadella ha dichiarato di non aver mai apprezzato l’esclusività dei giochi. Inoltre, l’acquisizione di Activision Blizzard, almeno per il momento, non sembra aver rilanciato il marchio Xbox, anzi Microsoft ha operato ulteriori tagli dopo l’allontanamento dei 1.900 dipendenti avvenuto subito dopo la chiusura dell’operazione.

Come sempre, nulla di tutto ciò è confermato, ma è innegabile che l’industria stia attraversando un momento di profonda crisi che ha spinto anche Sony a cercare nuove fonti di profitto nel mercato PC. L’unica rimasta fedele al proprio indirizzo è Nintendo che, per ora, adotta una strategia conservativa e mantiene le sue produzioni strettamente legate al proprio hardware. Il dubbio è soltanto uno: quale sarà la strategia realmente sostenibile sul lungo termine? Ai posteri l’ardua sentenza.

Author: Hardware Upgrade

Stando a quanto riportato da Windows Central, secondo alcune fonti Microsoft non avrebbe imposto alcuna limitazione sui giochi first-party che possono approdare sulle piattaforme concorrenti. In buona sostanza, non si esclude che produzioni iconiche come Halo o Fable possano arrivare anche su PlayStation e Nintendo.

Secondo le dichiarazioni ufficiali della società di Redmond, i quattro titoli interni recentemente rilasciati sulle piattaforme rivali (Sea of Thieves, Grounded, Hi-Fi Rush e Pentiment) servirebbero esclusivamente a sondare il terreno. In effetti, sono stati un interessante banco di prova: Sea of Thieves ha dimostrato ampiamente che c’è molto spazio per aumentare i profitti, diventando il titolo più venduto su PlayStation 5 in Europa.

Tuttavia, secondo le recenti indiscrezioni, in realtà la strategia di Microsoft starebbe provocando grande disagio all’interno degli studi first-party. In particolare, sarebbero le parole di Satya Nadella ad aver scatenato una bufera interna. Il CEO avrebbe chiaramente detto che non deve esserci alcuna “linea rossa” che escluda una serie di titoli dal diventare multipiattaforma.

D’altro canto, non sarebbe neanche così sorprendente, dato che in precedenza Nadella ha dichiarato di non aver mai apprezzato l’esclusività dei giochi. Inoltre, l’acquisizione di Activision Blizzard, almeno per il momento, non sembra aver rilanciato il marchio Xbox, anzi Microsoft ha operato ulteriori tagli dopo l’allontanamento dei 1.900 dipendenti avvenuto subito dopo la chiusura dell’operazione.

Come sempre, nulla di tutto ciò è confermato, ma è innegabile che l’industria stia attraversando un momento di profonda crisi che ha spinto anche Sony a cercare nuove fonti di profitto nel mercato PC. L’unica rimasta fedele al proprio indirizzo è Nintendo che, per ora, adotta una strategia conservativa e mantiene le sue produzioni strettamente legate al proprio hardware. Il dubbio è soltanto uno: quale sarà la strategia realmente sostenibile sul lungo termine? Ai posteri l’ardua sentenza.

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