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Monster Hunter Stories Collection Provato: la rinnovata ascesa dei cacciatori | GamesVillage.it

Author: GamesVillage.it

Capcom ha annunciato due mesi fa la rimasterizzazione di Monster Hunter Stories e Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin, due capitoli di una delle saghe più fortunate della software house giapponese, che arriveranno su PCPS4 e Nintendo Switch il 14 giugno in versione riveduta e corretta. Abbiamo avuto l’opportunità di testarli in anteprima per scoprire i primi risultati di questa operazione di rilettura degli originali, constatando se il lavoro finora svolto sia stato effettuato con necessaria cura e avvedutezza. Rimandando il giudizio definitivo alla versione completa e pronta per il lancio il prossimo mese, passiamo comunque a raccontarvi cosa ci ha riservato Capcom in questo primo approccio alla Monster Hunter Stories Collection, di cui abbiamo provato entrambi i capitoli  per PlayStation 4 su una PlayStation 5.

Monster Hunter Stories Collection

Monster Hunter Stories Collection: l’era dei draghi

Per coloro che non hanno avuto l’opportunità di esplorare questi due giochi, è opportuno fornire un sommario degli intrighi narrativi celati dietro le due saghe, iniziando da Monster Hunter Stories. Questa prima avventura, originariamente lanciata in esclusiva per Nintendo 3DS, ritorna in una nuova veste per consentirci di immergerci nuovamente in un universo di cacciatori e creature leggendarie. In questa ambientazione coesistono non solo molteplici individui in piccole comunità, estranei alla pratica venatoria, e cacciatori in cerca di nuove creature da abbattere, ma anche i cosiddetti Rider, ovvero individui che stabiliscono rapporti con le varie creature, denominate Monstie, che incontrano e con cui si impegnano a viaggiare per il mondo, conquistando uova di altri mostri che cureranno e faranno schiudere per espandere la propria collezione di compagni. Questi ultimi, poi, saranno capaci di evolversi e maturare per supportare il proprio signore nelle battaglie. Se vi viene in mente qualcosa di analogo a ciò che accade in Pokémon o Digimon, non siete distanti dalla realtà, specialmente con il secondo brand, dove abbiamo riscontrato maggiori affinità nel design dei personaggi di tali creature rispetto al primo.

La trama presentata in questa prima incarnazione, rilasciata originariamente nel 2017, ci introduce in breve al nostro protagonista, al quale possiamo assegnare un sesso, tra maschile o femminile, e un nome di battesimo e a nostra discrezione, così come personalizzare svariati elementi del suo aspetto fisico. Una volta completata la fase iniziale scopriremo che, dopo aver assunto in via ufficiale il ruolo di Rider, verremo incaricati non solo di numerose missioni secondarie, ma anche di una serie di incarichi principali che ci guideranno nello sviluppo delle nostre competenze e nella scoperta di come contrastare il fenomeno del temuto Flagello Nero, che sta progressivamente consumando il mondo intorno a noi e, parallelamente, fare la conoscenza dei misteriosi poteri della Pietra del Legame che il racconto ci svelerà poco a poco.

Monster Hunter Stories Collection

Il richiamo dell’avventura

La collezione di Monster Hunter Stories si arricchisce con il proseguimento della saga, “Ali della Rovina”, rilasciato su Nintendo Switch e PC nel 2021. Questo seguito presenta un tono narrativo distintivo rispetto al suo predecessore, evidente fin dalle prime battute. Durante la celebrazione notturna a Mahana, il borgo principale dell’isola di Hakolo, si verifica un misterioso fenomeno: i Rathalos, i Wyvern Volanti emblema della serie, iniziano a sparire. Assumiamo il ruolo del discendente di Red, il cui Monstie, il Ratha custode, era il venerato difensore dell’isola di Hakolo. In qualità di Rider, incontreremo Ena, una wyverniana che aveva legami con Red. Insieme a lei, ci impegneremo a salvaguardare l’uovo lasciato dal Ratha custode, intraprendendo un viaggio ricco di avventure per scoprire le cause delle improvvise anomalie ambientali. Durante la nostra ricerca, l’uovo si schiude, rivelando un Rathalos dalle ali minute, ancora incapace di solcare i cieli.

Il nome di questo episodio, “Ali della Rovina”, non si riferisce al giovane Ratha; egli è innocente e non rappresenta il mostro leggendario che, secondo le profezie, porterà distruzione con le sue temute Ali della Distruzione, nonostante le apparenze suggeriscano il contrario. È importante sottolineare che non è essenziale aver giocato al primo Monster Hunter Stories per seguire la narrazione del prosieguo, anche se la familiarità con il capitolo originale potrebbe arricchire l’esperienza, rivelando collegamenti e facendo riemergere personaggi storici. Nel secondo capitolo, il racconto è notevolmente affinato rispetto al prequel, delineando con maggiore precisione i personaggi che circondano il protagonista silente ed evitando i cliché tipici dell’animazione giapponese. Tuttavia, “Ali della Rovina” condivide alcuni elementi non proprio sopraffini con il suo antesignano.

Monster Hunter Stories Collection

Monster Hunter Stories Collection: la danza dei draghi

Mentre ci impadroniamo dei risvolti ludici dell’esperienza, è essenziale familiarizzare con questi universi dai colori vivaci e dall’estetica davvero accattivante. Entrambi i giochi offrono ampio tempo per assimilare i comandi e le missioni da completare, senza alcuna fretta. Il ritmo, infatti, è piuttosto calmo in entrambi i casi, una scelta che si sposa particolarmente con l’estetica del primo episodio, ambientato in un regno fantastico accogliente e privo di elementi inquietanti. È evidente che il primo Monster Hunter Stories non intende generare tensione o preoccupazione in alcun modo. Le principali innovazioni di questa edizione rimasterizzata includono una grafica raffinata, un doppiaggio integrale e una nuova funzione Galleria, che esporrà le creazioni artistiche e le composizioni musicali del gioco man mano che vengono scoperte.

A proposito della grafica, benché sia stata perfezionata rispetto alle edizioni precedenti, in certi frangenti l’aggiornamento estetico non raggiunge i livelli di altre opere contemporanee, sebbene si tratti di una versione rimasterizzata. Durante la nostra prova, abbiamo riscontrato in questo episodio la presenza di anomalie nei movimenti dei personaggi durante l’interazione con l’ambiente e gli oggetti circostanti, caratterizzati da animazioni rigide e poco scorrevoli, nonché errori di programmazione con creature che si scontrano contro muri invisibili nei dungeon, rimanendo impantanate nello stesso punto. Inoltre, il restyling dei riquadri di dialogo e delle schermate di menu appare datato. Questi elementi conservano uno stile tipico dei giochi per le console portatili Nintendo, persistendo anche nella versione per le console Sony; un limite che si ripresenta nel secondo episodio e che cercheremo di sviscerare a breve.

Eroi, compagni e mostri

L’immediatezza potrebbe essere l’attributo più appropriato per caratterizzare l’interfaccia e il design complessivo dei due giochi, in particolare del primo episodio, che presenta notevoli sfide visive e tecniche, insieme a problemi inerenti al motore di gioco, evidenziati da una caduta occasionale del frame rate e da una mancanza di scorrevolezza. Tali imperfezioni si manifestano con arresti improvvisi dell’azione, specialmente durante le transizioni tra gameplay e sequenze narrative. Inoltre, le aree esplorabili sono piuttosto semplici, con labirinti rudimentali e ampi spazi dedicati a conversazioni estese e prolisse, che tendono a interrompere frequentemente il flusso del gioco, influenzando negativamente il ritmo della partita. L’unico modo per ottimizzare i tempi di gioco è durante le battaglie, dove è possibile incrementare la velocità attraverso le funzioni 2x e 3x; tuttavia, gli scontri non brillano per dinamismo, a causa del sistema a turni e delle tre opzioni di attacco – agilità, strategia e forza – che seguono una logica simile al gioco “carta, forbice, sasso”, e che dobbiamo selezionare ad ogni turno per prevalere sui nostri avversari.

Collaborare con il Monstie selezionato e sferrare colpi più potenti contro avversari casuali e boss è la strategia più efficace per intensificare l’impatto dei nostri attacchi, e imparare le diverse tecniche di combattimento non è affatto complicato. Nonostante ciò, i duelli non saranno particolarmente esaltanti; richiederanno molto tempo per acquisire una certa complessità e diventare più appassionanti, e in generale fareste meglio a non attendervi effetti speciali strabilianti o assalti carichi di adrenalina. Questa è una limitazione di entrambi i capitoli, così come il processo di personalizzazione del personaggio, che è molto basilare e permette la scelta del genere, del nome e di alcuni tratti fisici. La Monster Hunter Stories Collection non è esente da altri difetti, sia narrativi che tecnici, a partire dalle frequenti interruzioni dell’azione per sequenze dialogiche di varia lunghezza, e da altri problemi riscontrati nella gestione della telecamera, spesso imprecisa e con angolazioni poco pratiche per osservare l’ambiente circostante, così come la funzione di salvataggio manuale che non ha sempre registrato correttamente i progressi, purtroppo. Problemi che sono solo parzialmente risolvibili, considerando il breve periodo rimasto fino al lancio ufficiale della collezione.

Piattaforme: Nintendo Switch, PC, PlayStation 4

Sviluppatore: Capcom, Marvelous

Publisher: Capcom

Data d’uscita: 14 giugno 2024

La Collezione Monster Hunter Stories rappresenta un’opportunità imperdibile per riscoprire due capolavori, in particolare il primo, che altrimenti sarebbero difficili da trovare al di fuori delle piattaforme Nintendo. Da un lato, il fascino del mondo fantasy che si dispiega davanti ai giocatori è indubbiamente notevole; dall’altro, è comprensibile la sfida nel rimasterizzare una versione originariamente concepita esclusivamente per il Nintendo 3DS. Per quanto riguarda il secondo gioco, pubblicato nel 2021, è meno evidente riscontrare problematiche. I due episodi di Monster Hunter Stories che Capcom ci offre in anteprima non sono esenti da imperfezioni, sia a livello tecnico che visivo. Il motore grafico talvolta soffre di rallentamenti e si riscontrano diversi bug significativi. Nonostante ciò, rimangono esperienze fantasy coinvolgenti e visivamente piacevoli, che tuttavia non nascondono i segni del tempo, visibili anche in un titolo recente di soli tre anni fa. Con l’imminente lancio ufficiale della collezione, le aspettative di grandi rivoluzioni sono moderate, sebbene si possa sperare in alcuni affinamenti tecnici marginali che potrebbero ancora essere implementati, per garantire che queste due proprietà intellettuali siano all’altezza dell’imponente forza dei draghi e delle creature che ci attendono nel gioco.

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