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Energia

Crisi ecologica: il Nature Positive Network per le aziende italiane

Author: Rinnovabili.it

La rete promuove best practice per il ripristino della natura in un’ottica che va al di là dei semplici interventi per compensare le emissioni. Accompagna con un supporto tecnico le aziende verso l’individuazione di azioni che promuovano un’economia della biodiversità. E fa dialogare privati e enti di gestione del territorio a diversi livelli

via depositphotos.com La crisi ecologica minaccia metà del PIL globale Diffondere in Italia modelli di business capaci di migliorare lo stato di conservazione degli ecosistemi. Un’economia che aiuti il territorio ad adattarsi al cambiamento climatico. Diventando, allo stesso tempo, più resiliente e competitiva di fronte alla crisi ecologica. E’ l’obiettivo del Nature Positive Network, l’iniziativa di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Autorità di Bacino Distrettuale del Po lanciata il 20 giugno. Il peso della crisi ecologica per l’economia Senza natura non c’è economia. È il messaggio lanciato da diversi studi che negli ultimi anni hanno provato a quantificare il contributo che gli ecosistemi in buona salute forniscono all’economia globale. La distruzione della natura, secondo le stime del World Economic Forum, mette a repentaglio le risorse che attualmente generano circa la metà del PIL globale. Ovvero circa 44mila miliardi di dollari. Solo l’impatto della perdita di impollinatori selvatici, pesca marina e legname proveniente dalle foreste tropicali potrebbe ridurre il PIL globale di circa 2.700 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. Su questo sfondo si fa sempre più strada l’idea di integrare, tra gli indicatori macroeconomici, anche i ‘servizi ecosistemici’, cioè una quantificazione del contributo che i diversi ecosistemi apportano…

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La rete promuove best practice per il ripristino della natura in un’ottica che va al di là dei semplici interventi per compensare le emissioni. Accompagna con un supporto tecnico le aziende verso l’individuazione di azioni che promuovano un’economia della biodiversità. E fa dialogare privati e enti di gestione del territorio a diversi livelli

via depositphotos.com La crisi ecologica minaccia metà del PIL globale Diffondere in Italia modelli di business capaci di migliorare lo stato di conservazione degli ecosistemi. Un’economia che aiuti il territorio ad adattarsi al cambiamento climatico. Diventando, allo stesso tempo, più resiliente e competitiva di fronte alla crisi ecologica. E’ l’obiettivo del Nature Positive Network, l’iniziativa di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Autorità di Bacino Distrettuale del Po lanciata il 20 giugno. Il peso della crisi ecologica per l’economia Senza natura non c’è economia. È il messaggio lanciato da diversi studi che negli ultimi anni hanno provato a quantificare il contributo che gli ecosistemi in buona salute forniscono all’economia globale. La distruzione della natura, secondo le stime del World Economic Forum, mette a repentaglio le risorse che attualmente generano circa la metà del PIL globale. Ovvero circa 44mila miliardi di dollari. Solo l’impatto della perdita di impollinatori selvatici, pesca marina e legname proveniente dalle foreste tropicali potrebbe ridurre il PIL globale di circa 2.700 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. Su questo sfondo si fa sempre più strada l’idea di integrare, tra gli indicatori macroeconomici, anche i ‘servizi ecosistemici’, cioè una quantificazione del contributo che i diversi ecosistemi apportano…

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