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Apple Intelligence: in futuro ci saranno funzioni a pagamento

Author: IlSoftware

Apple vuole monetizzare con l'AI: in futuro alcune feature saranno a pagamento

In casa Apple, l’ultima grande novità è certamente Apple Intelligence, una suite di funzioni basate sull’intelligenza artificiale che gli utenti in possesso di dispositivi compatibili potranno utilizzare in primavera. Non tutti però, perché l’azienda di Cupertino ha annunciato che il debutto nei paesi dell’Unione Europea è stato posticipato a data da destinarsi. Ma questo è un altro discorso, ed è una “minaccia” a cui la Commissione Europea ha già risposto.

Apple Intelligence: in futuro alcune funzioni saranno a pagamento?

Nella sua newsletter, Mark Gurman di Bloomberg ha svelato che HomePod e HomePod Mini non saranno compatibili con le funzioni Apple Intelligence e che, in futuro, alcune funzionalità potrebbero richiedere un abbonamento mensile per poter essere utilizzate.

Tutte le novità presentate durante la WWDC24 saranno gratuite, è bene chiarirlo, ma nel piano a lungo termine di Apple ci sarebbe l’intenzione di lanciare un servizio che potrebbe chiamarsi “Apple Intelligence+”. Questa sarebbe una ovvia – e per alcuni, anche scontata – strategia per rendere le funzioni AI (quali, poi si vedrà) una ulteriore fonte di entrate.

Apple potrebbe inoltre ricevere una percentuale per ogni nuovo abbonamento relativo però alle funzionalità dei suoi partner, come ChatGPT di OpenAI. A tal proposito, Gurman si aspetta che Tim Cook e soci stringano un accordo con Google e Antrophic per espandere l’offerta AI tramite i loro dispositivi. La partnership con Big G, suggerisce ancora il giornalista, quasi sicuramente verrà annunciata in autunno, quando Apple Intelligence sarà disponibile sui numerosi dispositivi compatibili.

Apple Intelligence - WWDC24

A proposito di accordi con altre aziende, Bloomberg ha recentemente diffuso un’indiscrezione secondo cui Apple avrebbe rifiutato una partnership con Meta. Il motivo? La società di Cupertino avrebbe detto no a Mark Zuckerberg per non mettere a repentaglio la privacy dei suoi utenti.

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Apple vuole monetizzare con l'AI: in futuro alcune feature saranno a pagamento

In casa Apple, l’ultima grande novità è certamente Apple Intelligence, una suite di funzioni basate sull’intelligenza artificiale che gli utenti in possesso di dispositivi compatibili potranno utilizzare in primavera. Non tutti però, perché l’azienda di Cupertino ha annunciato che il debutto nei paesi dell’Unione Europea è stato posticipato a data da destinarsi. Ma questo è un altro discorso, ed è una “minaccia” a cui la Commissione Europea ha già risposto.

Apple Intelligence: in futuro alcune funzioni saranno a pagamento?

Nella sua newsletter, Mark Gurman di Bloomberg ha svelato che HomePod e HomePod Mini non saranno compatibili con le funzioni Apple Intelligence e che, in futuro, alcune funzionalità potrebbero richiedere un abbonamento mensile per poter essere utilizzate.

Tutte le novità presentate durante la WWDC24 saranno gratuite, è bene chiarirlo, ma nel piano a lungo termine di Apple ci sarebbe l’intenzione di lanciare un servizio che potrebbe chiamarsi “Apple Intelligence+”. Questa sarebbe una ovvia – e per alcuni, anche scontata – strategia per rendere le funzioni AI (quali, poi si vedrà) una ulteriore fonte di entrate.

Apple potrebbe inoltre ricevere una percentuale per ogni nuovo abbonamento relativo però alle funzionalità dei suoi partner, come ChatGPT di OpenAI. A tal proposito, Gurman si aspetta che Tim Cook e soci stringano un accordo con Google e Antrophic per espandere l’offerta AI tramite i loro dispositivi. La partnership con Big G, suggerisce ancora il giornalista, quasi sicuramente verrà annunciata in autunno, quando Apple Intelligence sarà disponibile sui numerosi dispositivi compatibili.

Apple Intelligence - WWDC24

A proposito di accordi con altre aziende, Bloomberg ha recentemente diffuso un’indiscrezione secondo cui Apple avrebbe rifiutato una partnership con Meta. Il motivo? La società di Cupertino avrebbe detto no a Mark Zuckerberg per non mettere a repentaglio la privacy dei suoi utenti.

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