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Corsair announces new Dominator Platinum DDR4 Special Edition kits

Limited Edition numbered kits in Chrome and Blackout finish

Corsair has announced its new Dominator Platinum Special Edition DDR4 memory kits that will be available in a limited edition and two versions, with mirror finish Chrome and brushed aluminum Blackout heatsinks. 

According to Corsair, these two new Dominator Platinum kits will be available in limited quantities of 500 kits each and come in 32GB kit options (4x8GB or 2x16GB) working at 3,200MHz. Each kit will be individually numbered with laser engraving and will be available mirror Chrome or black anodized aluminum Blackout finish. 

As it was the case with earlier Dominator Platinum series DDR4 memory from Corsair, these new limited edition kits will also feature a 10-layer PCB and specially screened chips, which should allow it to easily hit 3,600MHz overclock, as well as feature a special integrated lighting with illuminated light-pipe, DHX cooling technology and full XMP certification.

While there are probably a lot of 32GB memory kits running at 3,200MHz, we are quite sure that a limited edition numbered kit with such high-end heatsinks will appeal to a certain crowd, especially those that want to either match the rest of their system with high-end Chrome or Blackout memory kits or simply want to see how far can these be pushed when overclocked. 

Both the Corsair Dominator Platinum Special Edition Chrome and CORSAIR Dominator Platinum Special Edition Blackout will be available exclusively from the Corsair webstore in the US, the UK and Germany with a price set at US $ 329.99 exc. tax, £309.99 inc. VAT, €359.99 inc. tax for the 32GB (4x8GB) DDR4 3200 Chrome and Blackout kit and US $ 299.99 exc. tax, £279.99 inc. VAT, €319.99 inc. tax for the 32GB (2x16GB) DDR4 3200 Chrome and Blackout kits.

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Autore: Fudzilla.com – Home

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Google Translate userà le reti neurali per migliorare

I tecnici di Google continuano senza sosta ricerche ed esperimenti nel campo delle reti neutrali profonde. Qualche mese fa la società di Mountain View aveva mostrato i suoi progressi nel deep learning facendo misurare la sua intelligenza artificiale con i campioni di Go, gioco molto popolare in estremo oriente.

Di origini antichissime, Go è molto semplice da imparare ma richiede di una notevole dose di intuizione e dell’utilizzo della strategia per padroneggiarlo.
Eppure, grazie all’utilizzo del suo chip TPU (Google spinge sul machine learning con il chip TPU), l’intelligenza artificiale di Google è riuscita a battere, a più riprese, il campione del mondo di Go (L’intelligenza artificiale di Google batte i campioni di Go).

Google Translate userà le reti neurali per migliorare

Adesso gli stessi concetti sono stati utilizzati in Google Translate per migliorare drasticamente le traduzioni di testi da una lingua all’altra.

Una corretta traduzione, infatti, dipende in larga parte dal contesto in cui sono usati i vari termini. I sistemi utilizzati ancor’oggi non fanno altro che analizzare – un pezzo alla volta – porzioni di testo e a tradurle senza però una visione d’insieme.

Il sistema messo a punto e documentato in questo articolo tecnico, è stato battezzato Google Neural Machine Translation (GNMT) e fa uso di entità chiamate vettori per meglio contestualizzare parole e frasi: il termine “gatto” è, evidentemente, più vicino a “cane” che ad “automobile”.

Dopo aver addestrato il sistema con alcune frasi già tradotte, GNMT può costruire i vettori sulla base della conoscenza acquisita precedentemente e valutare le traduzioni possibili, partendo da tutte le alternative possibili.

Il team di Google Brain ha per il momento concentrato i suoi sforzi, e quelli di GNMT, sulla traduzione dal cinese all’inglese perché la lingua estremo-orientale è considerata come una della più complesse da fare tradurre “alle macchine”.

GNMT migliora l’accuratezza delle traduzioni dal cinese di un buon 60% rispetto alle soluzioni attuali mentre. Con le altre lingue “occidentali”, i risultati sono ancora migliori: dall’83% all’87%.

Autore: IlSoftware.it

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Energia

Incentivi per stufe e caldaie a legna e pellet: detrazioni fiscali e conto termico

Per sostituire il nostro impianto di riscaldamento con una stufa o una caldaia a pellet o a legna possiamo sfruttare le detrazioni fiscali del 65% (o ecobonus) o del 50%, ma dal 31 maggio 2016, in alternativa, anche gli incentivi previsti dal nuovo Conto Termico. Vediamo alcuni aspetti utili.

Per riscaldare le nostre case questo può essere il momento dell’anno ideale per fare una scelta che ci fa risparmiare qualcosa in bolletta, migliorando al tempo stesso il comfort e l’efficienza energetica delle nostre abitazioni.

Potremmo sostituire ad esempio il nostro impianto di riscaldamento con un sistema più efficiente, che utilizza fonti rinnovabili per produrre energia termica, come le stufe e delle caldaie a pellet o a legna.

Questi apparecchi godono delle detrazioni fiscali e degli incentivi previsti dal nuovo Conto Termico che è in vigore dal 31 maggio 2016. Le due misure non sono cumulabili e al momento della spesa va già indicato nel bonifico il tipo di incentivo a cui si intende accedere.

Le agevolazioni fiscali, prorogate per tutto il 2016, prevedono una detrazione Irpef del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica, il cosiddetto Ecobonus, e una detrazione del 50% per le spese legate ad interventi di risparmio energetico e ristrutturazione edilizia. Il bonus fiscale è spalmato in 10 rate annuali ed è legato alla dichiarazione dei redditi.

La detrazione fiscale del 65% o ecobonus

La detrazione del 65% si applica all’importo pagato per acquistare un nuovo apparecchio di riscaldamento a biomassa, se i lavori effettuati rientrano in un più ampio progetto di riqualificazione energetica dell’edificio esistente e sulle spese sostenute fino al 31 dicembre 2016 per l’acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili.

Il valore massimo della detrazione è di 30.000 euro. Dal 1° gennaio 2017 la detrazione dovrebbe scendere al 36%, salvo ulteriori proroghe che sono comunque probabili.

Nella detrazione rientrano tutti i generatori di calore a biomassa, compresi quelli senza caldaia integrata, che soddisfano determinati requisiti di emissioni e rendimenti (gli apparecchi a legna devono superare l’85% di rendimento). Non è previsto l’obbligo di presentazione dell’attestato di certificazione (o qualificazione) energetica.

La detrazione fiscale del 50%

La detrazione del 50% si applica all’importo pagato per acquistare una nuova stufa o camino, se i lavori effettuati rientrano in un progetto di risparmio energetico o di ristrutturazione edilizia. Anche questa detrazione è valida per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2016. Dal primo gennaio 2017 la detrazione scenderà al 36% (salvo ulteriori proroghe).

Il nuovo Conto Termico

Il nuovo Conto Termico o Conto Termico 2.0, prevede invece un contributo di importo variabile – secondo parametri ben definiti, tra cui la zona climatica – che viene corrisposto direttamente sul conto corrente di chi ha effettuato l’acquisto di stufe e caldaie a biomassa che rispondano a particolari requisiti e che siano installate in sostituzione di alcune tipologie di impianti di riscaldamento già esistenti.

Il nuovo Conto termico ha superato alcune rigidità (vedi QualEnergia.it) procedurali del precedente incentivo e ne ha rimodellato i parametri di calcolo del contributo economico.

Il contributo varia in funzione:

  • della potenza nominale del prodotto scelto
  • delle emissioni polveri in atmosfera rilasciate dal prodotto scelto
  • delle ore di funzionamento calcolate in media in base alla Provincia e al Comune in cui sarà installato il prodotto

Un prodotto ad alto rendimento e con bassi livelli di emissioni in atmosfera, installato in una zona climatica particolarmente fredda, otterrà un contributo più alto rispetto ad un prodotto con performance inferiori e installato in un’area più calda.

I soggetti che possono accedere al Conto Termico sono:

  • Pubbliche Amministrazioni, inclusi gli ex Istituti Autonomi Case Popolari, le cooperative di abitanti iscritte all’Albo nazionale delle società cooperative edilizie di abitazione e dei loro consorzi costituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico, nonché le società a patrimonio interamente pubblico e le società cooperative sociali iscritte nei rispettivi albi regionali.
  • Soggetti privati (imprese, persone fisiche, condomini).

L’accesso all’incentivo può essere richiesto direttamente dai soggetti ammessi o per il tramite di una ESCo (Energy Service Company): per le Pubbliche Amministrazioni attraverso la sottoscrizione di un contratto di prestazione energetica, per i soggetti privati anche mediante un contratto di servizio energia. Dal 19 luglio 2016 potranno presentare richiesta di incentivazione al GSE solamente le ESCO in possesso della certificazione, in corso di validità, secondo la norma UNI CEI 11352.

Per i privati l’ammontare dell’incentivo erogato non può eccedere in nessun caso il 65% delle spese sostenute. Per importi fino a 5.000 euro è prevista l’erogazione in un’unica rata, mentre importi superiori saranno erogati in rate annuali costanti fino a un massimo di cinque.

L’incentivo può essere chiesto per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a biomassa di potenza termica fino a 2.000 kWt, stufe e termocamini a pellet o a legna. L’incentivo, ad accesso diretto, viene erogato in due rate nei casi in cui la potenza del generatore è inferiore a 35 kW e in cinque rate se la potenza va da 35 a 2.000 kW.   

Per la Pubblica Amministrazione è prevista l’erogazione in un’unica rata anche per incentivi di importo superiore a 5.000 euro. Oltre all’accesso diretto l’incentivo può essere chiesto anche mediante prenotazione, con erogazione in due rate, una di acconto al momento di comunicazione dell’avvio dei lavori e il saldo alla conclusione dei lavori. 

Come richiedere il contributo del Conto Termico?

L’ente responsabile della valutazione delle domande e dell’erogazione dei contributi è il Gestore Servizi Energetici, che tramite il Portaltermico fornisce tutti i dettagli utili e le procedure di richiesta dell’incentivo. All’interno del Portaltermico è disponibile una scheda domanda che il soggetto responsabile o un suo delegato deve compilare esclusivamente online.

La procedura è stata semplificata con l’introduzione di un catalogo degli apparecchi domestici, contenente già tutti i dati necessari per la compilazione della pratica.

La domanda va presentata entro 60 giorni dalla data di conclusione dell’intervento. Una volta verificati tutti i requisiti, entro 60 giorni il GSE darà risposta positiva o negativa alla domanda di concessione dell’incentivo. In caso positivo, tra utente e GSE verrà siglato un contratto con l’obbligo di conservare la documentazione per tutta la durata dell’incentivo e per i 5 anni successivi.

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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Apple in trattativa con Sharp. iPhone 8 in arrivo con display OLED?

Le notizie riguardanti un nuovo iPhone 8 sembrano essere all’ordine del giorno e dopo aver visto come Apple stia già lavorando nei suoi laboratori in Israele e come le indiscrezioni parlino di un iPhone per il “centenario” con un doppio vetro e acciaio inossidabile, ecco giungere la notizia di forti rapporti tra Apple e Sharp per la fornitura di display OLED proprio per il nuovo iDevice futuro.

Secondo Bloomberg, infatti, le due aziende si sarebbe più volte incontrate per discutere sul futuro pannello da adottare nel nuovo iPhone in progettazione. Sappiamo bene come Sharp, proprio in questa settimana, abbia annunciato la volontà di investire oltre 568 milioni di dollari in tecnologia OLED, in modo da poter fornire i nuovi pannelli già dal secondo trimestre del 2018.

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Sappiamo che  le ultime notizie parlano di un cambiamento da parte di Apple nel suo solito rilascio degli iPhone. Il prossimo 2017 è l’anno del 10° anniversario dall’uscita del primo iPhone. Una data decisamente importante che potrebbe significare per l’azienda di Cupertino la volontà di realizzare uno smartphone completamente nuovo saltando la nomenclatura del 7s. Apple per questo potrebbe proprio con iPhone 8 introdurre per la prima volta un display OLED di Sharp magari in una versione speciale, viste anche le possibili problematiche di approvvigionamento di questa nuova tecnologia.

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Durante le varie preview di iOS 10 avevamo visto come Apple avesse, in alcuni casi, inserito la “Modalità Scura” per poi toglierla nel rilascio finale del sistema operativo. Segno che Tim Cook e i suoi ingegneri potrebbe già aver pensato al futuro iPhone con un display OLED che sappiamo possedere la caratteristica di emettere luce propria e dunque di non dover essere alimentato da altra luce. Proprio questi pannelli potrebbero diventare la tecnologia dominante nel futuro degli smartphone entro il 2020 ed Apple è pronta ad anticipare tutti proponendosi ai fornitori e dunque cercando una posizione di privilegio come spesso sa fare.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Accordo di Parigi: UE, i ministri dell’ambiente approvano la ratifica

Accordo di Parigi: UE, i ministri dell’ambiente approvano la ratifica

(Rinnovabili.it) – E’ una prima volta storica quella si è consumata oggi a Bruxelles nel Consiglio straordinario dei ministri dell’ambiente. Come preannunciato da Segolene Royal, ministro francese dell’ambiente e presidente di turno della COP sul clima, i Ventotto hanno approvato la ratifica dell’Accordo di Parigi senza aspettare l’approvazione formale dei singoli governi.

Una mossa necessaria visto l’impasse creatasi a livello politico. Lentezze normative e capricci nazionali hanno fatto sì che in questi mesi l’impegno preso dall’Unione Europea sull’intesa prodotta lo scorso dicembre rimanesse solo una promessa astratta. Ad aver fatto i compiti a casa, ossia ad aver depositato gli strumenti di ratifica, fino ad ora sono state solo la Germania, l’Ungheria, la Francia, l’Austria e la Slovacchia, relegando così l’Unione Europea ad uno degli ultimi gradini della ledership ambientale.

Ma di fronte alla prospettiva imbarazzante di arrivare alla COP 22 di Marrakesh senza nulla fra le mani e soprattutto con il rischio di essere lasciata fuori dal gruppo di lavoro sul patto climatico globale (il CMA), Bruxelles ha deciso di bypassare le lunghe ratifiche singole dei rimanenti 23 Stati  membri.  Con il tempo ormai agli sgoccioli, i ministri hanno appoggiato la “scorciatoia” e chiesto il consenso del Parlamento Europeo. Una volta che l’Aula di Strasburgo darà il via libera– prevista per la prossima settimana – la decisione sulla conclusione dell’accordo verrà adottata formalmente dal Consiglio e l’Unione europea sarà in grado di depositare il suo strumento di ratifica prima che si siano conclusi i procedimenti nazionali.

“Oggi – ha commentato il ministro slovacco per l’Ambiente e presidente del Consiglio, László Solymos – è un giorno importante non solo per la nostra azione sul clima, ma anche per l’unità che abbiamo dimostrato. Ciò significa che l’UE e i suoi Stati membri aggiungeranno il loro peso all’entrata in vigore dell’accordo di Parigi”.

Perché l’intesa sul clima diventi effettiva, infatti, il requisito base è che siano passati 30 giorni dalla ratificata di 55 Paesi, responsabili del 55% delle emissioni di CO2 nel mondo. Senza l’Unione Europea, che è stata in grado di farsi superare anche da Usa e Cina – i più grandi inquinatori del Paese – il processo si era arrestato a 61 paesi rappresentati però solo del 48% delle emissioni globali. Quanto ai tempi di approvazione dell’Italia, a margine del Consiglio straordinario il ministro Gian Luca Galletti ha spiegato che la ratifica sarà portata dal suo dicastero “in Consiglio dei ministri, insieme al ministro degli Esteri Gentiloni, probabilmente la prossima settimana. Dopodiché io credo che il Parlamento in tempi ragionevoli procederà alla ratifica: non spetta al governo, ma su questo è uno di quei temi su cui si può trovare l’unanimità o quasi”.

Autore: Rinnovabili