Categorie
Energia

Hillary vs. Donald, ricette opposte su energia e clima

Il primo confronto televisivo tra i due candidati alla Casa Bianca ha visto alzarsi i toni quando si è discusso di surriscaldamento globale e fonti rinnovabili. Ripercorriamo alcuni punti del loro dibattito per capire cosa pensano su questi temi e cosa propongono.

A Donald Trump va riconosciuta l’abilità di rigirare le frittate a suo piacimento, cercando di confondere le idee agli elettori. Non è stato da meno, quando il primo dibattito televisivo tra il candidato repubblicano alla Casa Bianca e la sfidante democratica Hillary Clinton si è concentrato sul futuro del clima e dell’energia.

Botta e risposta

Che cosa pensi Trump di questi temi, in realtà, è piuttosto chiaro: puntare tutto sulle fonti fossili, dal gas al carbone passando per i giacimenti non convenzionali di shale oil, come avevamo osservato di recente (Trump e la sua energia, tra propaganda e realtà).

La sua ricetta energetica è sostanzialmente ancorata agli schemi del passato, con pochi o nulli cenni alle tecnologie pulite, che pure negli Stati Uniti stanno modificando progressivamente il mercato elettrico e creando nuovi posti di lavoro.

Così l’altra sera in tv Hillary Clinton ha lanciato per prima una stilettata all’avversario. Mentre l’America potrebbe diventare una super potenza delle fonti rinnovabili del ventunesimo secolo, ha detto, Trump invece pensa che il surriscaldamento globale sia un’invenzione dei cinesi.

Immediata la reazione del miliardario repubblicano, che non ha mai fatto mistero delle sue posizioni negazioniste dei cambiamenti climatici. «Lei parla di pannelli solari. Il nostro paese ha investito in una compagnia solare, ed è stato un disastro».

La bufala del cambiamento climatico

Il termine più utilizzato da Trump per definire il global warming è “hoax”, cioè bufala. C’è una serie di tweet, ripresi da vari organi della stampa internazionale, a conferma di tale pensiero.

A poco sono valsi alcuni tentativi, da parte sua e di suoi collaboratori della campagna elettorale, di ammorbidire un po’ il concetto, affermando per esempio che i cambiamenti climatici esistono ma non sono provocati dalle attività umane (via libera quindi alle emissioni di gas-serra).

La preoccupazione principale di Trump è l’indipendenza energetica USA, ridando ossigeno alle attività estrattive in difficoltà, soprattutto carbone e fracking per ricavare gas e petrolio di scisto.

Il tycoon americano si è sempre schierato contro le nuove regole EPA per ridurre le emissioni inquinanti, contro la ratifica degli accordi internazionali sul clima e, in generale, contro tutta la politica più verde di Barack Obama.

Energia solare e posti di lavoro

Al contrario – e qui torniamo al solare – Hillary Clinton è assai più propensa a favorire lo sviluppo delle rinnovabili. Nel confronto televisivo ha parlato di un piano per installare ancora mezzo miliardo di pannelli fotovoltaici, della possibilità per ogni abitazione di avere energia pulita, della necessità di costruire una rete elettrica più moderna.

Mezzo miliardo di pannelli in più è una bella sfida, si tratta di aumentare le installazioni FV negli Stati Uniti del 700% circa entro il 2021, la deadline indicata dalla candidata democratica. Il punto che rimarca l’enorme differenza tra Clinton e Trump è l’occupazione: Clinton, al contrario del suo sfidante, è convinta che il fotovoltaico sia un settore molto dinamico.

Secondo gli ultimi dati della Solar Foundation, nel 2015 l’industria solare ha creato nuovi posti di lavoro con un ritmo dodici volte superiore rispetto all’economia nel suo complesso; a novembre 2015 erano oltre 208.000 i solar worker in America (+20% su novembre 2014), con una crescita attesa nei dodici mesi successivi pari al 14% circa.

Certo, in passato sono stati fatti degli errori. Trump, con ogni evidenza, si riferiva al crac Solyndra del 2011, quando ha citato il rovinoso investimento del governo federale in una compagnia solare che avrebbe dovuto essere molto più innovativa e competitiva di quanto poi sia riuscita a realizzare (QualEnergia.it, Il fallimento di Solyndra: cosa è andato storto?).

Eppure, ricordare quel finanziamento da 535 milioni di dollari andato in fumo, sembra un po’ anacronistico, considerando l’evoluzione che hanno avuto le rinnovabili in questi anni e il contributo crescente che stanno assicurando al mix energetico.

Ovviamente non il solare da solo, ma contando anche eolico, idroelettrico, geotermia e biomasse: 13% circa della produzione elettrica USA totale nel 2015 (dati della U.S. Energy Information Administration). Può sembrare ancora poco ma è l’unica strada per ridurre il peso di gas e carbone.

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

Categorie
TvTech

Come Orah 4i crea video a 360 gradi 4K ad alta qualità

Orah 4i è un dispositivo basato su quattro videocamere panoramiche che comunicano con un’unità di controllo. Quest’ultima serve a smaltire i calcoli alla base dello stitching, ovvero combina le immagini catturate e realizza così video a 360 gradi alla risoluzione 4K. Nel video potete vedere esattamente come funziona il sistema.

Tag: 360AnteprimaPhotokinaRealtà VirtualeReportvideocamere

Autore: TVtech – Video e Web Tv sulla tecnologia, sull’informatica e sul mondo ICT – Ultimi Video

Categorie
HardwareSoftware

Polaroid Snap Touch: fotocamera e stampante insieme

[HWUVIDEO=”2180″]polaroid snap touch[/HWUVIDEO]

Polaroid Snap Touch è una fotocamera digitale che scatta foto a 13 megapixel e gira video fino alla risoluzione 1080p, ma che soprattutto ha integrata la stampante a sublimazione ZINK, che consente di avere una stampa 2×3″ in-camera in meno di un minuto.

Il cuore del sistema, che come si intuisce dal nome non utilizza cartucce di inchiostro, è la carta ZINK Paper, in realtà è un materiale composito che integra cristalli di colorante ciano, magenta e giallo protetti da uno sottile strato di polimero protettivo. Attivati dal calore, questi cristalli, inizialmente trasparenti, danno vita all’immagine.

Polaroid Snap Touch presenta un’ottica a focale fissa e si carica tramite connessione USB. Tramite un’app, inoltre, si può usare la fotocamera come una piccola stampante portatile, come spiega Roberto nel video.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

Categorie
Tecnologia

Caricabatterie auto Scuderia Ferrari

caricabatterie-ferrari.jpg

Il caricabatterie auto Scuderia Ferrari è compatibile con diversi smartphone dell’era contemporanea, cui può garantire l’approvvigionamento energetico in caso di necessità.

Come sappiamo, i telefoni intelligenti hanno l’inclinazione a scaricarsi in fretta quando si fa appello alle mille funzioni di cui dispongono. In questi casi avere una riserva di carica o un apparecchio che permetta il rifornimento è di grande importanza.

prosegui la lettura

Caricabatterie auto Scuderia Ferrari pubblicato su Gadgetblog.it 28 settembre 2016 14:13.

Autore: Gadgetblog.it

Categorie
Energia

Mercato del carbonio, le mani dei grandi inquinatori sulla riforma Ue

Mercato del carbonio, le mani dei grandi inquinatori sulla riforma Ue

(Rinnovabili.it) – La riforma del mercato del carbonio non deve introdurre fasce differenziate, perché danneggerebbe alcuni settori a scapito di altri. Inoltre spingerebbe le industrie a trasferirsi altrove, magari in Stati dove la legislazione sull’inquinamento è meno stringente. È il succo del messaggio che i grandi inquinatori hanno recapitato ieri a Bruxelles, dove la Commissione sta preparando le sue proposte per riformare un sistema, quello dell’Emissions Trading System (ETS) europeo, che è un vero colabrodo.

I 15 firmatari della lettera – tra cui le associazioni di categoria di chimica, cemento, rame, zinco, nickel, carta – propongono, di fatto, di non modificare lo status quo. Una situazione che la Corte di Giustizia europea, nell’aprile scorso, aveva però condannato: troppi regali ai grandi inquinatori, troppe quote gratuite assegnate all’industria pesante all’interno del mercato del carbonio. Perciò l’Ue si trova costretta ad apportare delle modifiche entro 10 mesi dalla sentenza, cioè per febbraio 2017.

Mercato del carbonio, le mani dei grandi inquinatori sulla riforma UeUna delle proposte allo studio della Commissione prevede di dividere le industrie pesanti in diverse categorie, per poi assegnare il 100% di quote gratuite solo ad alcune, mentre per altre sarebbero ridotte al 30 e allo 0%. Un approccio che implica necessariamente costi maggiori per le imprese più inquinanti, che hanno reagito facendo cartello. Domani è in calendario una riunione del Comitato per l’ambiente del Parlamento europeo, in cui saranno discussi gli emendamenti presentati alla proposta di riforma dell’ETS.

Le industrie ad alta intensità energetica cercano così di far sentire tutto il loro peso, riesumando lo spauracchio del cosiddetto carbon leakage, cioè il trasferimento del business da parte delle imprese in Stati con minori restrizioni, tant’è vero che già nella prima riga della missiva ricordano che il loro “peso” è da calcolare in 2 milioni di posti di lavoro nell’area Ue. Per aggirare problemi di questo tipo, tra gli emendamenti presentati da alcuni parlamentari figura anche la proposta di aumentare il numero delle fasce, che significa fare in modo di garantire una copertura del 100% proprio a quelle industrie a più alto rischio di trasferimento. Finora la Commissione si è opposta.

Autore: Rinnovabili