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Sphericam: la soluzione professionale per filmati 360°

Risoluzione 4K, frame rate a 60fps, streaming wireless, global shutter: ecco Sphericam V2, una soluzione da più di tremila dollari che si candida come adatta per il mercato professionale. La costruzione in metallo del corpo garantisce raffreddamento efficace anche durante le sessioni di registrazione più lunghe

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Autore: TVtech – Video e Web Tv sulla tecnologia, sull’informatica e sul mondo ICT – Ultimi Video

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Nessun iPhone 7s per il prossimo anno. Si passerà subito ad iPhone 8

La somiglianza estetica dei nuovi iPhone 7 e iPhone 7 Plus ha portato gli utenti Apple a far sentire la loro sulla volontà di un futuro cambiamento. In effetti osservando frontalmente i nuovi iPhone questi risultano esattamente identici ai passati iPhone 6 o 6s con un’impostazione estetica che non mostra particolari differenze. Da questo sembra sempre più possibile un cambiamento radicale per il prossimo smartphone della Mela che potrebbe addirittura scavalcare la ormai classica serie “s” per approdare direttamente alla vendita di un ipotetico iPhone 8.

Le indiscrezioni giungono direttamente da Israele, sede di alcuni laboratori importanti di Apple, nei quali sembra già in atto la realizzazione del nuovo top di gamma della casa di Cupertino. Come riportato da Business Insider, un dipendente Apple di Herzliya avrebbe parlato proprio del nuovo iDevice come di un prodotto completamente nuovo rispetto al passato e con la volontà da parte dell’azienda di denominarlo iPhone 8 saltando effettivamente una generazione.

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Sappiamo bene come Israele risulti essere una sede quanto mai fondamentale per Apple. A Maskit Street vengono solitamente svolti studi sui processori e una parte della loro ingegnerizzazione, il tutto grazie al rilevamento di tre importanti aziende locali quali Anobit, PrimeSense e LinX, con oltre 800 ingegneri alle dipendenze proprio di Apple.

Solitamente Apple durante le fasi di progettazione porta a definire il nuovo prodotto con un nominativo in codice e mai con il nome che poi realmente viene dato in fase commerciale. iPhone 8 dunque potrebbe anche essere semplicemente un nominativo dato in azienda per indicare il successivo smartphone di quest’anno per poi rinominarlo in fase finale.

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Potrebbe invece poter significare che i cambiamenti radicali richiesti e sognati dagli utenti Apple per quanto concerne il design possano portare ad uno smartphone “nuovo” e completamente diverso dagli odierni e che dunque in Cupertino vi sia già la certezza di poterlo chiamare iPhone 8 proprio per dare rilievo alle novità. Novità che potrebbero riguardare il display (un edge-to-edge o un OLED) ma anche la fotocamera o magari i materiali.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Tecnologia

D-Link DCS-936L, camera HD Wi-Fi economica e prestante (VIDEO)

D-Link DCS-936L è stata già presentata per il mercato USA e adesso può finalmente essere acquistata a circa 79 dollari: parliamo dunque di una camera HD Wi-Fi venduta a un prezzo decisamente competitivo, che tra l’altro potrebbe mantenersi piuttosto basso pure qui da noi (anche aggiungendo tasse e spese infatti non si dovrebbero toccare i 150 euro).

Il dispositivo in questione è utile per effettuare riprese e registrazioni in modalità continua, tramite programmazione e con rilevazione del movimento. D-Link DCS-936L è anche dotato di rilevatore di segnale WiFi: caratteristica, quest’ultima, che consente all’utente di verificare in che punto bisogna posizionare la cam per sfruttare il segnale completamente.

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D-Link DCS-936L, camera HD Wi-Fi economica e prestante (VIDEO) pubblicato su Gadgetblog.it 28 settembre 2016 04:43.

Autore: Gadgetblog.it

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Energia

Riciclo della carta: più efficienza significa nuove opportunità

Riciclo della carta: più efficienza significa nuove opportunità

(Rinnovabili.it) –  “Come aumentare l’efficienza del processo di riciclo della carta?” È la domanda che si sono posti i partner di REFFIBRE, progetto europeo avviato nel 2013 e giunto alla fine in questi giorni. L’obiettivo dell’iniziativa era valutare l’impatto dei nuovi processi produttivi dell’industria cartaria, dell’impiego delle materie prime e delle innovazioni di prodotto, così come l’influenza sulla riciclabilità una volta raggiunta la fine vita.

Attualmente infatti, l’impatto del prodotto o del processo di sviluppo in cartiera viene determinato solo in parte, studiando l’efficienza energetica o quella dell’uso del materiale all’interno del sito produttivo stesso. Gli strumenti attuali non sono in grado stare al passo con i progressi che rendono di fatto più performante l’intero ciclo di vita.

Riciclo della carta: più efficienza significa nuove opportunitàUsando binari paralleli, REFFIBRE ha sviluppato diversi strumenti di modellazione della produzione e del trattamento al fine di coprire le differenti parti della catena del valore e determinare l’efficienza complessiva del processo di riciclo della carta dall’inizio alla fine. Sono stati elaborati dei programmi di calcolo per valutare diversi parametri chiave come l’età media delle fibre di cellulosa – determinante per comprendere quante volte una fibra è stata usata prima di arrivare in cartiera – o il numero medio di usi – quante volte una fibra verrà usata dopo aver lasciato la cartiera.

I partner di REFFIBRE – coordinati dal VTT, Centro di Ricerca tecnica della Finlandia – hanno anche lavorato su alcune modalità con cui supportare i produttori di carta nella valutazione a 360 gradi del loro valore, comprendendo anche elementi le conseguenze dell’uso nel riciclo della carta di materiale di qualità inferiore. Gli strumenti sono stati testati in condizioni reali confrontando i risultati di modellazione di diversi concept innovativi che includevano il frazionamento dei materiali in entrata e la produzione di nuovi prodotti da flussi laterali (ad esempio bio-olio mediante pirolisi).

Il progetto ha tenuto la sua conferenza finale in questi giorni a Monaco per presentare i frutti di questi tre anni di ricerca. I risultati di ogni caso di studio sono stati messi assieme in una guida pratica destinata ai responsabili delle decisioni nel settore industriale.

Autore: Rinnovabili

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Economia

Iran: un’opportunità di business per le aziende italiane

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Gennaio 2016 ha segnato un punto di svolta epocale per l’Iran. Con la revoca delle sanzioni da parte di Unione Europea e Stati Uniti seguito all’accordo sul nucleare, Teheran è tornata a essere protagonista della scena economica dopo lunghi anni trascorsi ai margini. Nei giorni in cui ad Algeri si sta svolgendo il meeting dell’OPEC, emblematico è il peso e il ruolo assunto dall’Iran nell’offerta di greggio a livello globale.

Inevitabile dunque che dopo un trentennio che si potrebbe dire perso, molti imprenditori e molte imprese italiane abbiano ripreso a guardare con interesse il Paese, storicamente legato a doppio filo con gli interessi economici del Belpaese.

Attualmente l’export italiano verso l’Iran vale poco più di un miliardo di euro l’anno, valore significativo ma comunque distante dagli oltre 3 miliardi di euro annui registrati con i picchi prima delle sanzioni internazionali.

In uno scenario che a livello prospettico appare dunque favorevole al mondo corporate tricolore, non tutto è agevole e fluido al momento. “Entrare in un Paese che di fatto è rimasto chiuso per 30 anni non è di certo facile”, spiega a Borse.it l’Avvocato Guido Maria Solari dello studio Roedl & Partner.

Il professionista parla delle prospettive economiche del Paese evidenziando come “seppur il costo del lavoro sia molto basso, con operai che prendono mediamente 300-400 euro al mese e impiegati di 3° livello sugli 800 euro, la burocrazia in Iran è molto pervasiva e chi vuole entrare nel Paese ha bisogno a livello normativo di un socio locale per poter operare”.

In una nazione come quella asiatica in cui le scatoli cinesi sono molto apprezzate a livello societario, l’esperienza consulenziale e legale fornita dallo studio Roedl & Partner rappresenta un valore aggiunto per gli imprenditori intenzionati a operare in Iran.

“E’ vero che quest’anno sono venute meno alcune sanzioni”, specifica a riguardo Solari, ricordando come tuttavia “non tutte le sanzioni sono state eliminate e questo al momento sta frenando diverse imprese ad aprire in Iran. La paura è quella di aprire un’attività nel Paese e vedersi ostacolati nei business in altre nazioni, in primis gli Stati Uniti”.

Un esempio emblematico viene in tal senso dal comparto bancario ove ad eccezione della Banca Popolare di Sondrio gli altri istituti di credito italiani al momento hanno preferito aspettare ad aprire nel Paese per non incorrere in eventuali penalizzazioni nel business con e verso gli Usa.

Se indubbiamente l’Iran in questo momento è caratterizzato da diversi rischi, quello Paese che rende il fund rising più difficile cui si somma anche il rischio politico, con il 2017 che sarà anno di elezioni in Iran, “le opportunità per le imprese italiane”.

Tra i settori che secondo l’avvocato dovrebbero trovare più convenienza ad aprire in Iran vi sono le oil company, le industrie di costruzioni e trasporti, il turismo, la meccanica, la consulenza e quelle attività legate a doppio filo al Made in Italy.

“Il comparto oil&gas vale circa il 50% del Pil iraniano ma gli impianti sono molto vecchi quindi va pensata una rimodernazione di tutta la filiera che va dall’estrazione allo stoccaggio fino al trasporto”, ha motivato le sue indicazioni Solari.

L’Avvocato ha evidenziato come anche “le infrastrutture come strade e aeroporti avranno bisogno di un restyling”, specie se si considera che “il flusso turistico e l’interesse verso il Paese è in aumento ma per intercettare la domanda saranno necessari dei miglioramenti sul fronte dell’accoglienza”.

Per quanto riguarda Made in Italy e meccanica, il discorso al momento appare di più lungo periodo. “Gli italiani sono molto conosciuti in Iran per le loro capacità nel Food e nel Fashion, gli imprenditori intenzionati a posizionarsi qui dovranno però adattare la loro offerta alle leggi islamiche mentre per quel che riguarda la meccanica, molto del successo dipenderà dalla nascita o meno in Iran di poli di eccellenza produttiva”.

Ecco dunque che a maggior ragione, in un clima in cui il Paese si sta aprendo al mercato ma è comunque ostacolato da diversi vincoli interni che ancora permangono, il sostegno di professioni con esperienza nell’area rappresenta un valore aggiunto non irrilevante.

Dopo aver aperto da alcuni anni nella regione lo studio di Doha, da qualche settimana Roedl & Partner ha attivato a Tehran un desk in italiano capace di operare a sostegno di quelli imprenditori intenzionati a valutare soluzioni di business nel Paese. Lo scopo? Aiutare l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

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Autore: Finanza.com Blog Network Posts