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Nvidia’s artificial intelligence goes on show

Welcome your new Nvidia overlords tiny humans

Nvidia’s CEO Jen-Hsun Huang told the assorted throngs at Nvidia’s GPU Technology Conference (GTC) 2016 about his artificial intelligence plans.

First up he said that Nvidia’s new Pascal-based Tesla P4 and P40 GPUs will be able to detect and sense images, texts and voices, and feature improved performance and response time. The P4 will begin shipping in November and the P40 October (it might get a P45 if it fails to interest punters.)

Nvidia and Quanta Computer have designed a series of 1U to 4U GPU-based servers. Quanta also assisted in Nvidia’s development of DGX-1 artificial intelligent super computer.

Huang showed Nvidia’s Drive PX 2 platform for car infotainment system and portable navigation device (PND). The platform has already been adopted by China-based Baidu for its automatic driving system.

He added that the Nvidia will also cooperate with National Taiwan University (NTU) to establish Taiwan’s first Artificial Intelligence Lab and will supply a DGX-1 to the lab for research.

Nvidia also signed a memorandum of cooperation with Taiwan’s Industrial Technology Research Institute (ITRI) to develop artificial intelligent applications. ITRI’s automatic driving car prototype is already in road test and will initially drive mainly on fixed routes in theme parks or public transportation systems.

Autore: Fudzilla.com – Home

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Xiaomi lancia i suoi nuovi top di gamma: Mi 5s e Mi 5s Plus

Xiaomi aveva creato un po’ di attesa nei giorni scorsi pubblicando l’immagine di uno smartphone di grandi dimensioni.
Oggi la società cinese ha presentato i nuovi Xiaomi Mi 5s e Mi 5s Plus, dispositivi economici che integrano tutti i componenti che caratterizzano i top di gamma.

Seguendo una nomenclatura che ricorda da vicino quella utilizzata da Apple, i due modelli differiscono solo per un ridotto numero di caratteristiche.

Xiaomi lancia i suoi nuovi top di gamma: Mi 5s e Mi 5s Plus

Il Mi 5s presenta un display da 5,15 pollici con risoluzione Full HD, capace di offrire una luminosità pari a 600 nit (candele per metro quadrato) – valore eccellente per utilizzare senza problemi il dispositivo anche alla luce solare – contrasto 1500:1 e possibilità di riconoscere diversi livelli di pressione.

Sotto la scocca “pulsa” uno SoC Qualcomm Snapdragon 821 con due core Kryo a 2,15 GHz e ulteriori due a 1,8 GHz (la sezione grafica è “spinta” da una GPU Adreno 530 a 624 MHz).
Le velocità di clock non sono quelle massime previste per un SoC Snapdragon 821 ed è quindi probabile che si tratti di versioni leggermente “castrate” (come accaduto nei modelli base del Mi 5).

Il Mi 5s sarà disponibile in due differenti modelli che variano per l’equipaggiamento in termini di memoria RAM e storage: 3 GB di RAM e 64 GB nel primo; 4 GB e 128 GB, nel secondo. La RAM è del tipo LPDDR4-1866 mentre per lo storage sono usate memorie UFS 2.0 ultraveloci.

La fotocamera principale è da 12 Megapixel con apertura f / 2.0 ed è capace di registrare video 4K a 30 fps; in slow motion a 720p e 120 fps. Essa può contare su un doppio flash LED e sulla funzionalità PDAF (auto focus detection phase) che permetterà di ottenere immagini di qualità anche con poca luce (vedere anche Miglior smartphone Android, gli aspetti da considerare nella scelta).

La fotocamera frontale, da 4 Megapixel, offre un ampio angolo di visione e può registrare video 1080p. La batteria è da 3.200 mAh ed è presente un connettore USB Type-C.

Che cos’ha in più Xiaomi Mi 5s Plus

Rispetto al “fratello minore” Mi 5s, il Mi 5s Plus offre alcune caratteristiche in più, di particolare interesse per gli amanti della fotografia.

Xiaomi lancia i suoi nuovi top di gamma: Mi 5s e Mi 5s Plus

Come nel caso dei nuovi iPhone 7 di Apple, il Mi 5s Plus integra una doppia fotocamera il cui secondo sensore è di tipo monocromatico.
Un’attenzione – che sta divenendo piuttosto comune sui top di gamma (si pensi alle più recenti proposte di Huawei – che permetterà di scattare foto eccellenti in ogni condizione di luce. I due sensori sono entrambi da 12 Megapixel e consentono di acquisire video 4K a 30 fps.

Lo schermo, invece, è di notevoli dimensioni: si tratta di un display da 5,7 pollici con risoluzione Full HD.

La batteria è da 3.800 mAh mentre la dotazione RAM/storage è di 4/64 GB nella prima versione; 6/128 GB nella seconda.
In quanto al SoC, la scelta è ricaduta su uno Snapdragon 820 con due core Kryo a 2,34 Ghz e ulteriori due a 2,14 GHz (oltre alla solita Adreno 530 a 650 MHz).

In fatto di design Xiaomi ha deciso di non rischiare confermando la scocca il alluminio simil-Mi 5 con la curvatura negli angoli.

Entrambi i nuovi smartphone saranno disponibili sul mercato a partire dal prossimo 29 settembre nei colori grigio chiaro, grigio scuro, oro e rosa.
Il prezzo, comprese tasse, dovrebbe aggirarsi intorno ai 370 euro per il Mi 5s con 3 GB di RAM e 64 GB di storage. La versione più completa – il Mi 5s Plus con ben 6 GB di RAM e 128 GB di storage, invece, dovrebbero costare circa 500 euro.

Autore: IlSoftware.it

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Energia

Ddl Concorrenza, reti private e oneri: “sostenere gli emendamenti pro-autoconsumo”

In discussione in aula tornano gli emendamenti per permettere gli SDC ed evitare uno spostamento degli oneri in bolletta che taglierebbe le gambe a fotovoltaico e risparmio elettrico. Modifiche chieste a gran voce da associazioni ambientaliste, dei consumatori e del FV.

Impedire che uno spostamento degli oneri verso le componenti fisse della bolletta elettrica disincentivi il risparmio elettrico e l’autoproduzione da rinnovabili.

Rendere possibile avere reti private come i Sistemi di Distribuzione Chiusi (SDC)che permettano, ad esempio, di servire più utenze collegandole direttamente ad un impianto fotovoltaico.

È questo il senso di alcuni emendamenti al Ddl Concorrenza, per sostenere i quali oggi diverse associazioni ambientaliste, delle rinnovabili e dei consumatori oggi lanciano un appello.

Gli emendamenti – si legge in una nota firmata da CODICI, Greenpeace, ITALIA SOLARE, Kyoto Club, Legambiente e WWF – permetterebbero a chiunque di rendersi autonomo nella produzione ed utilizzo di energia.

“Non ci pare cosa da poco dati i problemi delle imprese e dei consumatori italiani in materia di energia elettrica e bollette, soprattutto dopo il crollo degli investimenti nel settore delle fonti rinnovabili”, si sottolinea.

“Quale occasione migliore se non il Ddl Concorrenza – si osserva – per favorire l’apertura di un settore che è completamente chiuso ed assoggettato ad una gestione monopolistica dei distributori di energia?”

L’Antitrust, ricordano le associazioni, si è già rivolta a Governo e Parlamento auspicando un intervento che consenta la realizzazione di nuove reti elettriche private e favorire la concorrenza tra le diverse tecnologie di generazione.

Per questo le associazioni chiedono a tutti i senatori “di apportare il loro contributo sostenendo in questo modo un settore produttivo da cui potrebbero nascere benefici economici per cittadini e imprese, oltre che ambientali.”

Gli emendamenti in questione (in allegato in basso) sono una manciata, presentati da esponenti di M5S, SEL e AL-A (il gruppo misto Alleanza Liberalpopolare-Autonomie) e con contenuti sostanzialmente uguali.

Già bocciate durante l’esame in commissione, le modifiche sono state ripresentate per la discussione in aula.

I temi come anticipato sono due: spostamento degli oneri in bolletta e sblocco degli “SDC”.

Ad esempio due emendamenti quasi identici (36.0.300 Girotto, Castaldi, Piccoli e 36.0.200 Gambaro) chiedono che la rimodulazione degli oneri possa essere disposta esclusivamente con decreto del ministro dello Sviluppo economico.

La rimodulazione, si chiede inoltre, deve essere prevista esclusivamente nel caso in cui le misure già previste all’articolo 24, comma 4, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91 (il decreto “Competitività” che ha eliminato l’esenzione totale dal pagamento degli oneri per l’energia autoconsumata) non risultino sufficienti a bilanciare gli effetti derivanti dall’aumento del numero dei soggetti esenti dal pagamento degli oneri di sistema.

In ogni caso – prevedono gli emendamenti – la parte di oneri di rete e di sistema che pesa sulle componenti fisse, e dunque non è parametrata al consumo, non può superare una certa quota (il 25 per cento per i clienti domestici e il 20 per cento per i clienti non domestici nel con primo firmatario Girotto, il 25% per tutti nell’emendamento Gambaro).

Un altra serie di emendamenti molto simili (38.0.200 Gambaro 40.300 Girotto, Castaldi, 40.0.300 De Petris, Cervellini, Petraglia, De Cristofaro, Barozzino, Bocchino, Campanella, Mineo) chiede poi che si possano fare gli SDC.

La costruzione e l’esercizio di reti elettriche private, alimentate da fonti rinnovabili o da cogenerazione ad alto rendimento, che presentano le caratteristiche dei sistemi di distribuzione chiusi – prevedono gli emendamenti – costituiscono costituiscono attività libera non soggetta alla disciplina di cui all’articolo 9, comma 3, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79.

Inoltre in tutti i testi si prevede la possibilità per gli operatori di esercitare attività di distribuzione all’interno di sistemi di distribuzione chiusi alimentati da fonte rinnovabile.

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Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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HERE presenta i suoi nuovi servizi per il futuro dei veicoli autonomi

In vista del prossimo Salone di Parigi in programma durante la fine del mese di Settembre, HERE, azienda derivante da Nokia e acquisita da BMW, Mercedes e Daimler, ha presentato ufficialmente oggi i suoi nuovi servizi che permetteranno di avere una rappresentazione in tempo reale della strada e dell’ambiente circostante grazie ai dati raccolti dai sensori installati sulle automobili.

L’annuncio non è altro che la prima vera implementazione della HERE Open Location Platform, un programma che comprende ben quattro servizi completamente nuovi che, sfruttando GPS, videocamere o altri sensori, potranno permettere agli automobilisti di percorrere le strade con sempre maggiore sicurezza.

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HERE ha dichiarato come sia necessario avviare collaborazioni nel mondo dell’industria automobilistica proprio per offrire ai clienti un “mondo stradale” sempre più conosciuto e fortemente sicuro. E’ necessario, sempre secondo HERE, che si possa fornire alla clientela un insieme di servizi di mobilità connessa che permettano di monitorare le strade e gli ambienti circostanti garantendo una riduzione degli incidenti stradali ma anche del traffico quotidiano.

Organizzando una piattaforma “open” per la distribuzione delle informazioni sul traffico o sulle condizioni delle strade in tempo reale si potrà permettere a tutti di usufruire di un sistema di trasporto intelligente e dunque realizzare un primo passo per migliorare l’intero sistema automobilistico. HERE partirà dal reperimento dei dati da parte dei sensori delle automobili di casa Audi, BMW e Mercedes ma con piani per l’espansione anche ad altri produttori.

Ma quali sono i servizi che HERE prevede di introdurre con il suo programma? Innanzitutto HERE Real-Time Traffic che grazie allo sfruttamento del GPS, di videocamere e di altri specifici sensori permetterà di determinare in tempo reale il traffico presente su di una specifica strada. Vi sarà poi anche HERE Hazard Warning che fornirà informazioni importanti su possibili pericoli o incidenti presenti sulle strade. In questo modo, grazie ai sensori presenti sulle automobili, sarà possibile segnalare la presenza di ghiaccio permettendo quindi di migliorare anche i sistemi di assistenza alla guida.

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HERE Road Signs invece permetterà di conoscere le variazioni dei limiti di velocità sulle strade sfruttando il GPS e le videocamere degli autoveicoli. Tutto questo permetterà di aggiornare le mappe tramite HERE in meno di 24 ore. Interessante anche HERE Street Parking che darà la possibilità al guidatore di trovare un parcheggio libero nelle vicinanze alla sua posizione. Oltretutto il sistema segnalerà se lo stesso parcheggio risulta gratuito, a pagamento o con qualche limitazione particolare durante alcune ore della giornata. Tutti i dati in questo caso saranno raccolti e condivisi in totale sicurezza nei confronti della privacy.

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Tutti i servizi di HERE annunciati saranno sviluppati entro la prima metà del 2017 ma alcune anteprime potranno essere già visionate durante le giornate del 29 e 30 settembre nei locali del Salone dell’Automobile di Parigi che dunque si preannuncia decisamente “tecnologico” per un futuro sempre più sicuro sia per gli automobilisti che per i pedoni.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Energia

Gas serra, agli Usa serve un miracolo per rispettare l’accordo sul clima

gas serra

(Rinnovabili.it) – C’è una buona probabilità che gli Stati Uniti non riescano a rispettare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti con la ratifica dell’Accordo di Parigi. Un fallimento che è certo se si tiene conto soltanto delle politiche energetiche attualmente in vigore negli Usa, ma che diventa possibile anche se passassero alcune delle proposte di legge presentate al Congresso. In quest’ultimo caso, infatti, gli obiettivi al 2025 verrebbero sforati di circa 1 miliardo di t di gas serra.

È il risultato di uno studio appena pubblicato sulla rivista Science e guidato da Jeffrey Greenblatt, scienziato del Lawrence Berkeley National Laboratory che riassume così la questione: “Non possiamo procedere con piccoli alterazioni alla nostra economia, abbiamo bisogno di cambiamenti radicali nel modo in cui otteniamo e usiamo l’energia”. Secondo gli impegni presi alla COP21, nei prossimi 9 anni Washington deve ridurre le sue emissioni del 26-28% rispetto ai livelli del 2005.

zxc2Lo studio si è basato sulle proiezioni di fonte governativa già disponibili, combinandole con i dati più aggiornati sulle emissioni. Il primo risultato è che se anche il principale tassello delle politiche ambientali di Obama, il Clean Power Plan (CPP), dovesse procedere senza intoppi, gli Usa sforerebbero di almeno 550 mln di t di gas serra. Gli scienziati hanno poi ipotizzato altri 3 scenari possibili, inserendo in ciascuno un ventaglio di provvedimenti energetici in parte già proposti, in parte ancora allo studio. Anche sommando gli effetti positivi di tutte le misure, però, non c’è la certezza di raggiungere gli obiettivi sul clima.

Per avere qualche speranza di successo, secondo i risultati della ricerca sono necessari diversi passaggi, nessuno dei quali è presente nelle proposte avanzate sino ad ora oppure è in discussione in sede internazionale. Prima di tutto servirebbe un inasprimento del CPP con misure ancora più rigide. Poi è fondamentale che vada in porto l’emendamento al protocollo di Montréal per mettere definitivamente al bando gli HFC (idrofluorocarburi). Quindi rivedere gli standard energetici minimi richiesti per l’edificazione nel settore commerciale. Ma la chiave di volta resta l’abbattimento delle emissioni di metano imputabili al settore dell’oil&gas di almeno il 45% sui valori del 2012. Il metano rappresenta almeno il 10% dei gas serra emessi dagli Usa. Un taglio del genere è difficilmente raggiungibile senza un parallelo aumento della fetta di energie rinnovabili nel mix energetico.

Autore: Rinnovabili