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Customer Service Manager

LOM-Varese, Customer Service Manager Categoria professionale Responsabile Customer Service Descrizione del lavoro Customer Service Manager Per gruppo internazionale con sede in provincia di Varese sto selezionando un/a Customer & Communication Manager. La figura ricercata, coordinerà un team di 6 persone e opererà su due diverse aree: 1- Customer Service: -Coordinare le attività di ricevimento degli ordini; –

Autore: Monster Job Search Results

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TSMC to begin 7nm volume production in Q1 2018


Significantly higher costs to develop smaller chip packages

According to senior officials at TSMC during the Semicon expo in Taiwan this week, the chip fabrication giant is on track to begin volume production on its 7nm process node in Q1 2018.

The fabrication giant began development on its 7nm process node in early 2014 and claimed last year that it would start risk production of its 7nm process sometime in the first half of 2017. Now, it is confirming that the process will be ready for volume production one year later, with the first consumer products expected to arrive during the same timeframe.

During a pre-show press conference before the Semicon expo in Taiwan, a senior company spokesman confirmed that TSMC is confident in the Power, Performance and Area (PPA) of its 7nm process technology and that it should outperform rivals. The company expects a majority of its growth over the next four years to stem from rising demand in smartphone, high-performance computing (HPC), Internet of Things (IoT) and automotive industries.

In April, the company already had 20 customers engaged with its 7nm process node and expects at least 15 customer tape-outs next year, following volume production of its 10nm FinFET process early next year.

As reported earlier, TSMC is also making progress in the development of its Integrated Fan-Out (InFo) wafer-level packaging (WLP) technique, allowing engineers to reduce package heights by remapping shorter pins to PCB layouts. For its current 16nm designs, this results in about a 20 percent improvement in chip performance and about a 10 percent improvement in thermal performance.

Industry faces tough decisions with significantly higher costs at 7nm

The biggest issue facing the industry right now are the astronomical costs associated with scaling down to smaller process technologies. As SemiEngineering wrote earlier this year, it costs roughly $ 271 million to design a 7-nanometer system on a chip, or about nine times the cost of a 28nm device. The average IC cost for a 14nm chip is about $ 80 million, while 10nm is $ 120 million for the design cost plus 60 percent for software. Meanwhile, 28nm planar runs about $ 30 million, according to Gartner. This presents scalability issues for smaller companies who face a costly decision of whether to adopt a 10-nanometer or 7-nanometer design schedule, or simply extend the 14nm product cycle using other creative methods.

Transistor density at 10nm and 7nm will also be different between companies, according to Intel’s Mark Bohr. In the past, transistor density was scaled by 0.7x at each node. But some companies went off-pitch by using larger interconnects with their designs in order to give customers more even Power, Performance and Area (PPA) packages. The economic trade-offs between cadences, in addition to rising chip complexity, has now shifted the traditional two-year release cycle to a longer 2.5-year cycle, according to several industry directors.

“With rising development costs and the increasing cost to migrate designs from one node to the next, we anticipate more overlap between nodes as the industry tries to maximize returns from investments made at each node,” says Yang Pan, CTO of Global Products at Lam Research. Chipmakers targeting different applications and serving different markets will have varying strategies in adopting these leading-edge nodes.”

Autore: Fudzilla.com – Home

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Economia

[675] Goldman bars Trump donations, Gilder on “The Scandal of Money”

The top story: Goldman Sachs staff can donate to Hillary Clinton but not Donald Trump. Ameera David has details on the explanation. Then, Boom Bust’s Bianca Facchinei reports on the EU’s grant of 348 million euros in aid for Syrian refugees in Turkey as well as the 13 foot wall Britain is building in the French port city of Calais to block refugees from entering the UK. Afterwards, Edward Harrison talks to Kingston University Head of Economics, History & Politics Steve Keen about the Australian economy.After the break, Edward speaks to writer, investor, and technologist George Gilder about the ideas in his new book "The Scandal of Money: Why Wall Street Recovers but the Economy Never Does" why over-reliance on the Fed hasn’t worked. And in the Big Deal, Ameera is joined by Edward to discuss economist Hyman Minsky’s hypothesis on the instability of stability.Take a look!Check us out on Facebook — and feel free to ask us questions:http://www.facebook.com/BoomBustRThttps://www.facebook.com/harrison.writedownshttps://www.facebook.com/biancafacchFollow us @https://twitter.com/AmeeraDavidhttp://twitter.com/edwardnhhttps://twitter.com/BiancaFacchinei

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HardwareSoftware

Niente rimborso se hardware e software sono legati

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, chiamata ad esprimersi sul caso di un consumatore, francese, Vincent Deroo-Blanquart, che nel 2008 aveva acquistato un notebook Sony Vaio chiedendo il rimborso della licenza di Windows, ha accolto le tesi del produttore di PC. I giudici europei hanno infatti stabilito che “una pratica commerciale consistente nella vendita di un computer provvisto di programmi informatici preinstallati senza che vi sia la possibilità per il consumatore di ottenere lo stesso modello di computer sprovvisto di programmi informatici preinstallati non costituisce, in quanto tale, una pratica commerciale sleale“.

In altre parole, i produttori di dispositivi hardware possono legare, in maniera inscindibile – almeno dal punto di vista commerciale – il prodotto “fisico” con uno o più software (sistemi operativi e applicazioni). Il cliente non ha titolo per chiedere che gli venga fornito un sistema sprovvisto di tali software, considerati inutili, superflui o indesiderati.

Niente rimborso se hardware e software sono legati

Se e solo se la decisione del costruttore di legare a doppio filo il prodotto hardware con il software fosse “contraria alle norme di diligenza professionale e alterasse o fosse idonea ad alterare in misura rilevante il comportamento economico del consumatore medio in relazione al prodotto“, allora potrebbe configurarsi un comportamento sleale da parte del produttore. Ciò dovrà comunque essere verificato dai giudici nazionali.La Corte ha poi concluso che i produttori hardware non sono obbligati a indicare il costo di ciascuno dei programmi preinstallati nell’ambito di un’offerta commerciale congiunta che preveda la vendita di un dispositivo hardware insieme con alcuni software precaricati.

Deroo-Blanquart, a fine 2008, una volta avviato il Sony Vaio acquistato non aveva accettato le condizioni di licenza d’uso e aveva richiesto al produttore un rimborso di 450 euro a fronte del software installato e di 2.500 euro per il danno derivante da pratiche commerciali sleali.

Sony ha rigettato la richiesta proponendo il rimborso delle spese (549 euro) a fronte della restituzione del notebook acquistato.

Il cliente non ha accettato portando la vertenza legale fino alla Corte di Cassazione, più alto grado di giudizio anche in Francia.

La decisione della Corte di Giustizia europea, sebbene non richiami espressamente il termine rimborso appare diametralmente opposta a quella della Cassazione italiana che nel 2014 stabilì la legittimità delle richieste di rimborso avanzate dai consumatori nel caso in cui non fossero interessati a usare la copia di Windows preinstallata: Rimborso Windows preinstallato: sì Cassazione.

Autore: IlSoftware.it

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Economia

BREXIT: CI SIAMO SBAGLIATI!

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Prosegue ininterrotta la processione dei folgorati sulla via di Londra, uno spettacolo nello spettacolo questa Brexit, uno spettacolo che ha seminato terrore e panico per un semestre intero!

Questo l’ultimo dato sulla produzione industriale!

United Kingdom Industrial Production

Thanks to TRADINGECONOMICS.COM

Chiariamo un punto! Nessuno qui è così ingenuo da non ricordare che in realtà non è cambiato nulla, gli inglesi fanno le stesse cose di prima, con gli stessi accordi in vigore prima del referendum. Inoltre dovrebbe essere chiaro a tutti, economisti esclusi ovviamente visti i risultati, che con una svalutazione della sterlina di oltre 26 punti in meno di un anno, gli ordinativi e la produzione continueranno a salire ma i costi per le imprese maggiormente legate all’importazione saliranno con la stessa intensità. Inoltre se diamo un’occhiata a quello che è accaduto ai redditi degli inglesi nell’altra grande tornata di svalutazione della sterlina avviata nel 2008, non possiamo non pensare che nei prossimi mesi non accada la stessa cosa.

United Kingdom Average Weekly Earnings Growth

Se invece qualcuno vuole tirare fuori la fesserie dell’inflazione a seguito della svalutazione della sterlina, magari prospettando chissà quali disastri in mezzo ad una deflazione da debiti si guardi la dinamica dal 2008 in poi…

United Kingdom Inflation Rate

Ieri il Beige Book ha sottolineato come l’attività economica in America sta continuando a livello modesto, come modeste anche se al rialzo sono le pressioni sui salari.

Modesti restano gli investimenti residenziali immobiliari mentre l’attività commerciale immobiliare si è ulteriormente ampliata nella maggior parte dei distretti.

Oggi Draghi sarà chiamato ad un ulteriore inutile sforzo visto il fallimento della sua politica monetaria in relazione all’inflazione che è ben lontana dal famoso 2% obiettivo primario della BCE! Dopo il crollo di ieri della produzione industriale in Germania sarebbe ora che qualcuno faccia notare che un surplus di 310  miliardi atteso a fine anno in Germania significa crescita zero in Italia Francia e Finlandia per adesso.

Oggi dovrà fare miracoli il nostro Mario per stupire i mercati, la sensazione è che deluderà.

Concludendo prima di ascoltare cosa hanno da raccontarci gli strateghi economisti demenona delle due banche d’affari folgorate sulla via di Londra, è meglio non dimenticare che sino alla fine del 2017 non ci sarà alcun avvio dei negoziati con la UE per l’uscita, semplicemente perchè il prossimo anno ci sono le elezioni francesi e tedesche e inoltre è in corso la fusione tra le borse di Londra e Francoforte.

Borse, via libera alla fusione tra Londra e Francoforte

Poi si vedrà, in quanto il Parlamento inglese è SOVRANO!

Due importanti istituzioni della città hanno cancellato le previsioni di una recessione in seguito al referendum Brexit e rivisto le loro previsioni economiche
Gli economisti del Credit Suisse e Morgan Stanley hanno alzato le previsioni di crescita per il 2016 e il 2017, eliminando l’attesa di una recessione, ma hanno detto che il livello di crescit post Brexit sarà lento.

Credit Suisse ha aumentato le sue previsioni sulla crescita per il 2016 dal 1 per cento al 1,9 per cento e il spostato le previsioni per il 2017 da una contrazione del 1 per cento ad una crescita del 0,5 per cento. I suoi economisti era stato tra i più pessimisti tra quelli intervistati dal Tesoro nel mese di agosto.

“Data la capacità di recupero dimostrata dai dati, combinata con una certa stabilità politica e il fatto che le persone non sanno quanto il Brexit inciderà, ora ci aspettiamo una crescita sottotono, ma non una recessione”

Morgan Stanley ha dichiarato di aver cambiato le sue previsioni a causa degli ultimi dati “da un forte rallentamento e Brecession, ad un rallentamento minore, che evita una recessione tecnica”.

“Ci aspettiamo che la resilienza corrente verrà compromessa nel corso del tempo da parte delle imprese che rimandano investimenti e assunzioni, e da un’erosione del potere d’acquisto,visto che una sterlina debole potrebbe portare ad una risalita dell’inflazione”

Morgan Stanley ha rivisto le sue previsioni al rialzo dal 1,2 al 1,9 per cento per il 2016 e nel 2017 dal 0,5 al 0,6 per cento.

Molti economisti stanno rivedendo le loro previsioni in risposta ai dati più recenti, ma quasi tutti si aspettano ancora che l’economia del Regno Unito peggiori nel post Brexit

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Questa è la differenza tra l’informazione o l’analisi intrisa di conflitti di interesse e coloro che offrono informazione libera o indipendente, che può anche sbagliare, ma spesso e volentieri mai in malafede.

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