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AMD takeover rumors re-emerge

It’s the takeover tango – one more time

I can’t remember how many times in the last 20 years that I’ve written up rumors that AMD is ripe for a takeover but now it seems it’s time to do it one more time.

This time the speculation is from the guys at Seeking Alpha – in a note to clients it suggests that its the magic X86 licence that could be the lure for a company with the financial muscle to make it go somewhere.

There aren’t that many of those around but the rumor mill mentions Qualcomm, Broadcom and Oracle as possible candidates.

There is of course the slight matter that Intel would no doubt spin up a legal challenge because it knows where it is with the AMD X86 license but might find itself losing that just like it lost it after AMD’s sale of its factories to GloFo.

Even more spectacularly, Seeking Alpha thinks that Intel could take over AMD but we can’t see that one being a goer.

Seeking Alpha doesn’t stop at Qualcomm, Broadcom, Oracle and Intel. It claims Microsoft, Samsung and even TSMC.

Heck, is it really going to happen? We’ve heard the rumors so many times before that perhaps it’s just that time of year.

Autore: Fudzilla.com – Home

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Lavoro

IMPIEGATA/O UFFICIO VENDITE

LAZ-Roma, Bernardi srl, azienda di distribuzione all’ingrosso di articoli tecnici industriali con sede in Roma operante da 40 anni su tutto il territorio nazionale, ricerca impiegata/o ufficio vendite con mansioni di supporto alle attività di bollettazione e fatturazione Requisiti richiesti: – Disponibilità immediata o nel breve – Alta capacità organizzativa – Attitudine al contatto con il pubblico – Spicca

Autore: Monster Job Search Results

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Pc Games

Battlefield 1: dati sul funzionamento delle armi

Symthic è un sito gestito da appassionati di Battlefield in cui vengono raccolti diversi dati inerenti il funzionamento delle armi dei giochi della serie sviluppata da DICE. Già in una precedente occasione lo avevamo utilizzato per le nostre riflessioni su Battlefield: si è trattato della guida di Battlefield 3.

Battlefield 1

All’indirizzo prima menzionato si trovano i valori delle armi presenti nella Beta di Battlefield 1 e alcune considerazioni sulle differenze rispetto a Battlefield 4 e Battlefield Hardline, legate ovviamente soprattutto al cambio di ambientazione e alle limitazioni poste dalle armi della prima guerra mondiale presenti in Battlefield 1, principalmente dovute al sistema bolt-action.

Questi fucili, infatti, prevedevano che l’otturatore si dovesse muovere manualmente ruotandolo dapprima sul proprio asse e poi arretrandolo per espellere il bossolo sparato. Infine, con il movimento contrario, si installava una nuova cartuccia e si rendeva l’arma nuovamente pronta allo sparo.

I fucili da cecchino di Battlefield 1, per questo motivo, hanno due modalità di ricarica. Ovvero, la ricarica del colpo singolo dopo ogni sparo, in cui si agisce sul sistema dell’otturatore prima menzionato, e la ricarica dell’intera cartuccia. Il primo tipo di ricarica deve essere effettuato per ogni colpo (si esce dalla modalità mirino per ogni ricarica), mentre il secondo tipo si effettua con il classico pulsante “R”. I due tipi di ricarica sono soggetti a tempistiche differenti per le varie fasi, ovvero ritardo pre-ricarica e ritardo post-ricarica, come si spiega al link menzionato.

Anche per le armi come l’M1918 ci sono modalità di ricarica differenti rispetto ai precedenti Battlefield. Il giocatore può continuare a sparare fino a esaurire i cinque colpi presenti nella cartuccia, ricaricando eventualmente colpo per colpo. Ma una volta superata la soglia dei cinque colpi occorre sostituire la cartuccia, il che richiede più tempo.

Rispetto ai precedenti Battlefield, la gestione della consistenza del danno in Battlefield 1 è differente, e alquanto singolare qualora trovassero conferma i dati di Symthic. Per i fucili da cecchino bolt action e per armi come Gewehr 98 viene attribuita una consistenza del danno che diventa maggiore qualora si superi una certa distanza tra bersaglio e arma, per poi diminuire nuovamente a una soglia successiva. Potete verificare voi stessi questi comportamenti osservando il grafico del danno di Symthic. Ovviamente, il comportamento più prevedibile è una riduzione del danno direttamente proporzionale alla distanza.

Battlefield 1 Weapons Chart

Altra differenza rispetto a Battlefield 4 e Battlefield Hardline riguarda la dispersione che in Battlefield 1 con certe armi può diminuire invece che aumentare dopo i primi colpi. La tabella include anche i valori di dispersione in funzione della posizione del soldato, quindi se in modalità mirino (ADS, Aiming Down Sights) o senza (HIP).

Tutto questo conferma come DICE sia sempre molto attenta alle meccaniche di firing, pur non arrivando ai livelli di simulazione che si trovano, tra gli altri, nei giochi della serie Arma. I giocatori devono padroneggiare tutte queste meccaniche per competere ai massimi livelli, anche in considerazione della velocità di gioco di Battlefield. Tra le altre cose, in Battlefield 1 è anche possibile modificare al volo la calibrazione dell’ottica sulle armi di precisione.

Per altri dettagli sulla Beta di Battlefield 1, che è accessibile per qualunque tipo di giocatore fino alla giornata di giovedì, vi rimandiamo all’analisi tecnica.

Autore: GAMEmag – Videogames

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Stanny Franssen & Ortin Cam – Haunted Houses (Original Mix)

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Energia

Oltre l’efficienza energetica: l’energy cloud che renderà più intelligenti i nostri edifici

Il mercato mondiale dei sistemi di building automation raggiungerà un valore totale di 55 miliardi di $ entro il 2024, secondo Navigant Research. Le tecnologie informatiche trasformeranno gli ambienti in cui si vive e lavora grazie alla multimedialità e lo scambio di dati e informazioni.

Le tecnologie informatiche stanno per irrompere nel mondo delle costruzioni: con l’Internet of Things (IoT) e il cloud computing c’è da aspettarsi una rivoluzione nel modo di progettare e realizzare gli edifici del futuro.

A prevederlo è Navigant Research nello studio “Intelligent Buildings: 10 Trends to Watch in 2016 and Beyond” (disponibile sul loro sito solo a pagamento). Ma di quale “intelligenza” stiamo parlando esattamente?

Siamo molto vicini all’idea di smart buildings, o anche smart cities e smart grids. Edifici, intere città e, più in generale, reti elettriche in grado di comunicare tra loro, scambiando dati che diventano informazioni ricche di valore sia per gli utenti che per le utilities. La sfida, in sintesi, è utilizzare i sistemi ICT (Information and Communication Technologies) per trasformare gli ambienti in cui si vive e lavora in spazi più interattivi.

Perché la domotica

L’esempio classico è la domotica: programmi capaci di gestire uno o più impianti, dall’illuminazione al riscaldamento/climatizzazione, passando per gli elettrodomestici e le eventuali batterie di accumulo integrate con pannelli fotovoltaici. Secondo le stime di Navigant Research, il mercato dei sistemi di building energy management (BEM) raggiungerà un valore totale pari a 55 miliardi di dollari da qui al 2024.

Così, evidenzia la società di consulenza americana, stiamo per assistere a una transizione, non solo energetica ma anche di abitudini. Da un lato, infatti, la generazione distribuita dei piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili metterà in crisi il modello lineare di produzione e consumo, fatto di grandi centrali e grandi linee di trasmissione.

Dall’altro, i sistemi BEM porteranno a esperienze di multimedialità e interazione finora sconosciute o molto circoscritte. Le persone potranno controllare e regolare anche da remoto una serie di parametri: temperatura degli ambienti, accensione/spegnimento di apparecchi, illuminazione delle singole stanze/uffici, consumi di energia elettrica e termica in tempo reale, e così via.

L’automazione può fare ancora di più, ad esempio coordinare il funzionamento di tutti gli impianti e dispositivi di un edificio, ottimizzando il rendimento dei singoli sistemi secondo le reali necessità, secondo il numero di occupanti in quel preciso momento, l’intensità della luce naturale, le temperature esterne, eccetera.

Ecco perché, spiegano gli analisti di Navigant Research, una delle dieci tendenze osservate è che la gestione intelligente degli edifici andrà ben oltre l’efficienza energetica.

Vantaggi dell’automazione

La riduzione dei consumi elettrici e termici sarà certamente molto importante, soprattutto pensando alle norme entrate in vigore in molti paesi, tra cui l’Italia con i nuovi requisiti minimi di automazione previsti dal DM 26 giugno 2015 per gli edifici non residenziali (vedi QualEnergia.it). Altrettanto importanti, però, saranno i benefici in termini di vivibilità degli ambienti, sicurezza e salute degli occupanti.

Proprio gli edifici non residenziali, tra cui scuole, ospedali, supermercati e uffici, sono quelli dove l’introduzione di tecnologie BEM è più conveniente, soprattutto se il livello di automazione complessivo è molto elevato.

Come ha osservato il primo Intelligent Building Report dell’Energy&Strategy Group del Politecnico milanese (vedi QualEnergia.it), il ritorno sull’investimento è piuttosto rapido quando si parla di grandi edifici intelligenti, ma lo è molto meno quando si rimane nel perimetro di una singola abitazione.

In quest’ultimo caso, di solito, conviene installare sistemi di domotica più semplici e quindi meno costosi, tali da garantire un discreto margine di controllo/interattività senza però sconfinare nell’energy cloud vero e proprio. Va ricordato, infine, che la Legge di Stabilità 2016 ha esteso le detrazioni fiscali del 65% anche agli interventi di domotica.

Per quanto riguarda, invece, la definizione di un sistema BACS (building automation and control systems) bisogna citare le norme EN ISO 16484 sulla conformità degli impianti e la norma UNI EN 15232 sulla classificazione di efficienza di tali sistemi.

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari