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AMD details RX 460 for Notebooks

With a similar performance to desktop version

AMD has revealed a few more details about its up and coming Radeon RX 460 Notebook GPU that will appear in a recently unveiled HP 15.6-inch Omen Limited Edition notebook and offer performance similar to the desktop part.

It appears that HP will get the dibs on AMD’s first Polaris-based mobile GPU that will power the recently unveiled 15.6-inch Omen Limited Edition notebook.

According to a slide posted by AMD on its Radeon site, the performance of the Radeon RX 460 Notebook will be similar to the desktop version of the Radeon RX 460, with a difference of just a few frames per second, that can also be attributed to a weaker CPU on the HP Omen notebook.

The HP 15.6-inch Omen Limited Edition notebook was powered by Intel’s Core i5-6300 HQ CPU while the desktop configuration was running on Intel’s Core i7-6700K.

According to the same slide, RX 460 Notebook will be able to provide an average frame rate of over 40 FPS in most games and with a reasonable amount of eye candy. Of course, you can’t expect a lot from AMD’s smaller Polaris 11 GPU which packs 1024 Stream Processors, 48 TMUs and 16 ROPs and comes with 2GB of GDDR5 128-bit memory clocked at 7.0GHz.

Of course, we are looking forward to a more powerful Polaris 10-based mobile GPUs that may provide even better performance.

AMD HPOmen156notebook 2

Autore: Fudzilla.com – Home

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Intelligenza artificiale, NVidia contesta i dati di Xeon Phi

La rivalità tra Intel e NVidia si fa più accesa. Entrambe le aziende sono infatti impegnate nello sviluppo di soluzioni per il deep learning e, in generale, per l’intelligenza artificiale. I loro prodotti saranno sempre più utilizzati, ad esempio, nei futuri veicoli a guida completamente autonoma, nelle attività di ricerca in ambito accademico e scientifico, da parte delle grandi aziende che effettuano continue elaborazioni di big data.

Lo scorso anno Intel aveva presentato i coprocessori Xeon Phi (generazione Knights Landing) per gli impieghi più impegnativi in termini di risorse computazionali necessarie.

Intelligenza artificiale, NVidia contesta i dati di Xeon Phi

La casa di Santa Clara ha però, di recente, pubblicato una comparativa che ha mandato su tutte le furie NVidia. Secondo Intel, nella gestione delle applicazioni per l’intelligenza artificiale, gli Xeon Phi sarebbero 2,3 volte più prestazionali rispetto a una GPU NVidia Maxwell.

NVidia contesta i risultati sostenendo che sono frutto dell’utilizzo di una versione obsoleta dell’applicazione usata per i test e che la versione più aggiornata (Caffe AlexNext) accredita le GPU Maxwell di un 30% di performance in più rispetto alle Xeon Phi.

Intelligenza artificiale, NVidia contesta i dati di Xeon Phi

Se poi si prende come riferimento la più aggiornata offerta NVidia Pascal, questa architettura risulterebbe il 90% più prestazionale rispetto a Xeon Phi Knights Landing.

Il braccio di ferro tra Intel e NVidia ben fa comprendere l’importanza che rivestiranno, nel prossimo futuro, le GPU più veloci nel sostenere i calcoli più complessi.

Autore: IlSoftware.it

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Connessioni silicon photonics a 100 Gbps per i datacenter

In quasi ogni edizione dell’Intel Developer Forum degli ultimi anni si è parlato di silicon photonics, tecnologia studiata da Intel per permettere la trasmissione di elevatissime quantità di dati tra dispositivi. L’ambito di utilizzo di riferimento di questo tipo di tecnologia è ovviamente quello del datacenter, nei quali permettere trasmissioni tra dispositivi sino a oltre 100 Gbps.

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Nell’edizione 2016 dell’IDF, in corso in questi giorni a San Francisco, Intel ha ufficialmente annunciato di aver fornito ai partner e ai clienti i primi moduli basati su tecnologia silicon photonics: è stata Diane Bryant, Vice President e General manager del Data Center Group di Intel, a presentare ufficialmente questo prodotto in occasione del keynote del secondo giorno.

Nell’attuale implementazione la tecnologia silicon photonics permette di trasferire dati ad una velocità massima di 100 Gbps, per una distanza sino a 1 miglio (quindi 1,6 Km) utilizzando un cavo di tipo ottico. Una potenzialità di questo tipo permette di collegare server lontani tra di loro, oppure datacenter costruiti a una distanza non elevata, assicurando una bandwidth di trasmissione molto elevata.

La roadmap di questa tecnologia prevede il passaggio ad una velocità massima di 400 Gbps, ideale per il collegamento di rack di server, per poi arrivare ad una successiva evoluzione che porterà un ulteriore aumento della bandwidth di trasmissione. Tra i primi partner di Intel nell’utilizzo di questa tecnologia troviamo Microsoft, che con i propri servizi cloud della gamma Azure ha uno scenario di utilizzo pratico nel quale beneficiare di questa tecnologia.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Tecnologia

Asus ZenWatch 3 anticipazioni: scheda tecnica, prezzo e uscita del nuovo smartwatch

18/08/2016, ore 18.00

Nuove anticipazioni su Asus ZenWatch 3 questa volta sulla data di presentazione dello smartwatch dopo la quale il telefono dovrebbe uscire in tutto il mondo o in alcuni mercati selezionati dall’azienda. Asus non ha parlato direttamente di ZenWatch 3 ma pubblicando un’immagine su Twitter ha preannunciato un evento per mercoledì 31 agosto con su scritto Incredible is coming.

Questo ci dice ovviamente che lo smartwatch potrebbe essere fra i protagonisti di fine agosto assieme ad altri prodotti della società, per esempio alla gamma ZenFone 3 e a tablet, PC e molto altro: tutto in un solo giorno, certo, perché subito dopo inizierà l’IFA 2016 di Berlino e dunque Asus potrebbe correre il rischio di essere adombrata da una concorrenza agguerritissima.

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Asus ZenWatch 3 anticipazioni: scheda tecnica, prezzo e uscita del nuovo smartwatch pubblicato su Gadgetblog.it 18 agosto 2016 18:00.

Autore: Gadgetblog.it

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Economia

Mercato scettico sull’abilità della Fed di alzare i tassi

Il biglietto verde ha stornato i guadagni di ieri contro lo yen giapponese, dalla pubblicazione dei verbali la coppia USD/JPY ha perso lo 0,60%. Dall’inizio del mese la coppia di valute ha ceduto quasi il 3%, perché i partecipanti al mercato scommettono sull’incapacità della Banca del Giappone di far indebolire lo yen. La coppia USD/JPY sta testando il forte supporto che giace a 100 e potrebbe iniziare a dirigersi verso il supporto a 99,02 (minimo 24 giugno). Dopo una fase di stabilizzazione, gli investitori stanno diventando ribassisti sull’USD/JPY, gli indici d’inversione del rischio stanno passando bruscamente in territorio negativo. L’inversione di rischio delta 25 a una settimana è scesa all’1,9%, quella a un mese al 2,15%; ciò suggerisce che gli investitori stanno acquistando maggiore protezione al ribasso.

In Australia, l’AUD ha ottenuto nuovi stimoli dall’incoraggiante rapporto sul lavoro. A luglio la disoccupazione è scesa al 5,7% (rispetto al 5,8% delle previsioni medie e del rilevamento precedente), mentre il tasso di partecipazione è rimasto stabile al 64,9%. Tuttavia, prendiamo questi dati con le pinze, perché il miglioramento dell’occupazione è dovuto all’aumento degli impieghi a tempo parziale, cresciuti di 71.600 unità, mentre quelli a tempo pieno sono diminuiti di 45.400 unità, cifre che lasciano intendere che l’economia non scoppia di salute. La coppia AUD/USD è risalita sopra il livello a 0,77 dopo aver toccato quota 0,7610 prima della pubblicazione dei verbali della Fed. Rimaniamo ribassisti sull’AUD, tuttavia, vista la crescente possibilità che la Fed non intervenga fino al prossimo anno, il dollaro australiano potrebbe trarre beneficio da una marcata debolezza dell’USD.

Autore: Finanza.com Blog Network Posts