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4G LTE a pagamento: 3 Italia denunciata per pratica commerciale scorretta

La settimana scorsa riportavamo la notizia del ritorno del “balzello” sulla connettività 4G per gli utenti 3 Italia. A circa un anno di distanza dall’abolizione del costo aggiuntivo l’operatore telefonico è tornato sui suoi passi, richiedendo una spesa di 1 € al mese per sfruttare le connessioni più veloci disponibili. 3 Italia propone naturalmente un metodo per rifiutare l’attivazione del servizio agli utenti che non dispongono di uno smartphone compatibile o a quelli meno interessati, ma secondo l’Aduc non basta.

L’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori ha infatti denunciato l’operatore telefonico all’AGCM per pratica scorretta “affinché aprano un procedimento contro H3G chiedendo – soprattutto – di emanare un provvedimento cautelare di sospensione immediata dell’attivazione a pagamento dell’opzione 4G LTE”. Le inottemperanze di fronte alle norme presenti in Italia, secondo l’Associazione, sarebbero molteplici, tutte ai danni del consumatore finale.

Gli utenti vengono a conoscenza delle nuove modifiche nel piano tariffario principalmente attraverso un SMS: “Variazione contrattuale dell’opzione 4G LTE: dal 29/8 il costo dell’opzione diventa 1€ al mese IVA incl. Può disattivarla entro il 22/8. Info tre.it/lte”. Ma secondo l’Aduc ci sono alcuni aspetti da chiarire di fronte alle Autorità: prima di tutto la “variazione contrattuale” dettagliata nel messaggio è in realtà una “attivazione non richiesta”, simile a quelle di Vodafone Exclusive, TIM Prime, Wind Maxi.

In più, come effettuato dai concorrenti, H3G usa una pratica furba e aggressiva per garantire la riscossione del balzello mensile: attiva gratuitamente il servizio 4G LTE per poi richiedere una variazione a pagamento anche a chi di fatto non può usufruirne: “Non di modifica contrattuale si tratta, quindi, a nostro avviso ma di attivazione di servizio non richiesto, pratica commerciale scorretta e aggressiva che viola il Codice del Consumo”, si legge nella nota stampa rilasciata da Aduc.

Illegittime, secondo l’Associazione, anche le modalità di comunicazione. Nel messaggio inviato agli utenti non si fa alcun riferimento al diritto di recesso contrattuale, ma solo alla possibilità di disattivare il servizio. Quindi l’utente deve attivarsi ulteriormente anche per capire come recedere dal contratto con 3 Italia, diritto garantito dalla normativa attualmente in vigore. Secondo l’Aduc la modalità di comunicazione usata da H3G è “estremamente macchinosa”.

Sospette anche le tempistiche. Sulla nota leggiamo: “L’operazione viene compiuta comunicando a fine luglio una modifica operativa da fine agosto, cioè nel periodo in cui la maggior parte degli italiani è in vacanza, è più distratta ed è quindi più probabile che dia meno peso al messaggio ricevuto, oppure rimandi di occuparsene al rientro delle vacanze per poi dimenticarsene”.

Oltre alla denuncia all’AGCM, Aduc si rivolge agli utenti dell’operatore consigliando loro alcune pratiche da seguire:

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Economia

AMERICA: GDP CRASH!

imagePuntuale come un’orologio svizzero è arrivata l’ennesima sorpresa negativa per l’economia americana.

Quello che fa sorridere è che nel secondo trimestre dello scorso anno mentre il Pil cresceva ben 1,3 punti delle fantasie istituzionali, la FED continuava a professare ottimismo e si preparava ad aumentare i tassi, frenata solo dalla crisi cinese e dal crollo dei paesi emergenti.

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2015 Q2: -1.3 %
2015 Q3: invariato
2015 Q4: -0.5 %

2016 Q1: -0,3%
2016 Q2: -1,4% rispetto alle aspettative

Noi siamo stati tra i pochissimi a comprendere ancora nel febbraio del 2015 questa dinamica, una dinamica che preannuncia la fine del ciclo economico, con continue revisioni al ribasso delle aspettative e dei dati in prima lettura.

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Ormai è rimasto solo lo stoico consumatore americano a tenere in piedi il Pil USA, visto che gli investimenti delle imprese e anche quelli residenziali sono crollati.

A mettere il freno al dato sono stati come detto gli investimenti aziendali: quelli fissi non residenziali, metro di misura del settore, sono scesi del 2,2%, segnando il terzo calo trimestrale consecutivo. Anche le scorte sono diminuite, sottraendo 1,16 punti percentuali al Pil. Questo ha limato l’apporto positivo delle spese per consumi, che generano due terzi dell’output e che sono balzate del 4,2%, il trimestre migliore dalla fine del 2014 (le spese per beni sono cresciute del 6,8%, quelle per servizi del 3%).
Il trade ha inciso in modo positivo per 0,23 punti percentuali: le esportazioni sono salite dell’1,4%, mentre le importazioni sono calate di misura. Va ricordato che un deficit commerciale inferiore incide in modo positivo sul Pil.
Gli investimenti fissi residenziali, che includono la costruzione di case e lavori di ristrutturazione, sono calati del 6,1%, invertendo la tendenza rispetto ai periodi precedenti (la componente ha contibuito in modo positivo al Pil in modo costante dal 2014 in poi). Le spese federali sono calate dello 0,9%, sulla scia del ribasso nel comparto della difesa.

Francamente diventa anacronistico ogni volta osservare gli organi di informazione che pendono dalle labbra di questi inutili banchieri centrali che fanno previsioni sistematicamente smentite dalla realtà.

Se non avessi in mente una diversa mappa ciclica e la consapevolezza che faranno di tutto per tenere in piedi la baracca americana, verrebbe quasi voglia di seguire le giuste indicazioni di Jeffrey Gundlach …

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Autore: Finanza.com Blog Network Posts

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Gossip

En manos de un príncipe de nueve años

El gobierno japonés ha empezado a revisar la legislación para facilitar la abdicación del emperador Akihito, que ha trasladado su deseo de dejar el Trono en “los próximos años”. Aunque el anuncio fue desmentido por la agencia de la casa imperial, el ejecutivo nipón ya ha encargado a un equipo que elabore un borrador para modificar la Ley de la Casa Imperial, que a día de hoy no recoge la opción de abdicar.

La razonable decisión del emperador ha resucitado el gran problema que aflige a la familia imperial de Japón: su excluyente línea de sucesión a la corona. La ley es tan restrictiva que, sin un golpe de buena suerte, la dinastía más antigua del planeta podría llegar a extinguirse, a pesar de que en estos momentos la familia imperial está integrada por 20 miembros, de los que 14 son mujeres y seis, hombres, incluyendo al emperador.

El excluyente sistema imperial plantea un problema ante la inminente abdicación de Akhito

Sin embargo, solo uno de ellos, el príncipe Hisahito, de nueve años, puede garantizar la continuidad, para lo que deberá tener al menos un hijo varón cuando alcance la edad adulta. La ley japonesa no solo excluye de la sucesión a las mujeres, sino que también obliga a las princesas a abandonar la familia imperial cuando contraen matrimonio, salvo que lo hagan con otro miembro de la familia, algo que no ocurre en la práctica. Por lo tanto, aunque ellas tengan hijos varones, sus hijos están excluidos. En otras palabras, solo pueden ocupar el trono los hijos o nietos por vía paterna del emperador.

De los seis hombres que forman parte de la familia imperial, tres son de muy avanzada edad: el actual emperador tiene 82 años; su hermano, el príncipe Masahito, ha cumplido ya 80 y no tiene hijos; y su tío, el príncipe Takahito, de 100 años, tuvo tres hijos varones ya fallecidos, pero ninguno de ellos tuvo descendencia masculina. Los dos restantes son los hijos del emperador, el príncipe heredero Naruhito, y su hermano, el príncipe Akishino.

A sus 56 años, Naruhito solo ha tenido una hija, Aiko, de 14 años, y si no se reforma la ley, la princesa tendrá que dejar ser miembro de la familia imperial cuando contraiga matrimonio. Akishino, de 50 años, es padre de dos hijas, Mako y Kako, y del varón Hisahito, en el que están puestas todas las esperanzas de continuidad. La llegada al mundo de Hisahito, 16 años después de que sus padres contrajeran matrimonio, supuso un enorme alivio para su familia y para el pueblo japonés.

Aunque las probabilidades de tener hijos varones son, en teoría, del 50%, en el Trono del Crisantemo no han sido tan elevadas. Como si pesara sobre ellos una fatalidad, desde que nació el príncipe Akishino (1965) y hasta que vino al mundo su hijo, Hisahito (2006), transcurrieron 41 años en los que solo se engendraron nueve mujeres en la familia imperial. Entonces estuvieron a punto de reformar la ley, pero no llegaron a hacerlo. Ahora se presenta una nueva oportunidad para resolver el futuro, y la joven Aiko podría pasar a la historia de Japón como la última princesa discriminada.

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