Categorie
HardwareSoftware

Firefox FlyWeb parlerà con i dispositivi Internet delle Cose

Mozilla ha integrato in Firefox, di default, un’estensione sviluppata in proprio chiamata FlyWeb. Il funzionamento del nuovo componente inserito nel browser opensource non è ancora chiarissimo. Si tratterebbe, tuttavia, di uno strumento che Mozilla utilizzerà per fonrire una risposta concreta alla sempre più estesa ed eterogenea offerta che contraddistinguerà il nascituro mercato dell’Internet delle Cose.

FlyWeb è apparsa nell’ultima nightly build di Firefox ma non è dato sapere quando sarà inserita nella versione definitiva del browser, distribuita a tutti gli utenti a livello mondiale.

Firefox FlyWeb parlerà con i dispositivi Internet delle Cose

L’estensione va alla ricerca (procedura di discovery) di eventuali dispositivi IoT nelle immediate vicinanze e prova a colloquiare con loro mettendo l’utente nelle condizioni di gestirli direttamente.

Si pensi a tutti i dispositivi usati per la domotica; l’idea alla base di FlyWeb è quella di consentirne la gestione da un normale browser qual è Firefox svincolandosi dalla necessità di avere a disposizione una connessione Internet attiva e con la possibilità di usare vari protocolli.

FlyWeb sarà attivabile o disattivabile accedendo alla scheda delle estensioni di Firefox.

Autore: IlSoftware.it

Categorie
Energia

Detrazioni fiscali 65%: le guide agli interventi incentivati

Serramenti e infissi, caldaie a condensazione o a biomassa, impianti solari termici, pompe di calore, coibentazione pareti e coperture, riqualificazione globale dell’edifico, schermature solari: i vademecum dell’ENEA aggiornati a fine giugno 2016 per tutti i lavori incentivati con l’ecobonus fiscale per l’efficienza energetica.

Dovete cambiare i serramenti, la caldaia, installare il solare termico o fare un altro degli interventi incentivati con le detrazioni fiscali del 65%?

Un aiuto per capire come fare e quali prodotti permettono di accedere all’ecobonus e nei vademecum ENEA, che l’ente ha di recente pubblicato con gli aggiornamenti.

I nuovi vademecum ENEA

Per ciascun tipo di intervento c’è una scheda riepilogativa dei requisiti tecnici richiesti e della documentazione da presentare. Ecco le guide, aggiornate al 28 giugno 2016:

La guida delle Entrate

Altro documento molto utile è la guida dell’Agenzia delle Entrate sulle “agevolazioni fiscali per il risparmio energetico”, che descrive gli interventi ammessi a detrazione, riassumendo adempimenti richiesti e procedure da seguire , anche questa aggiornata con le novità 2016:

La Legge di Stabilità, come sappiamo, ha prorogato per l’ennesima volta le detrazioni fiscali del 65% per l’efficienza energetica negli edifici. Si potrà accedere per tutto il 2016 al popolare incentivo noto anche come ecobonus, che restituisce in 10 anni, tramite detrazione dall’Irpef o dall’Ires, il 65% di quanto speso per migliorare l’isolamento di casa, installare pompe di calore, caldaie a condensazione, impianti di solare termico e realizzare diversi altri interventi.

Le novità sull’ecobonus: domotica, credito cedibile e case popolari

La Legge di Stabilità 2016 ha esteso la detrazine del 65% anche alle spese sostenute per l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di “dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento, produzione di acqua calda e climatizzazione nelle unità abitative”. Leggasi termostati e altri dispositivi di domotica.

Altra novità è la possibilità per gli interventi su parti comuni dei condomini di cedere l’ecobonus alle aziende che fanno i lavori – “i fornitori” del servizio nel testo – in cambio di uno sconto. In questo modo si permette anche agli inquilini incapienti di sfruttare le detrazioni. Le modalità operative della cessione dovranno essere chiarite dall’Agenzia delle Entrate, con un provvedimento da emanarsi entro il 1° marzo 2016: probabilmente il credito si potrà cedere non solo alle imprese, ma anche ai professionisti tecnici.

Ultima estensione: la legge di Stabilità stabilisce che le detrazioni siano usufruibili anche dagli Istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, per le spese sostenute, dal 1º gennaio al 31 dicembre 2016, per interventi realizzati su immobili di loro proprietà adibiti ad edilizia residenziale pubblica.

Chi può beneficiare dell’incentivo

Le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni; i contribuenti che conseguono reddito d’impresa; le associazioni tra professionisti; gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale purché siano soggetti al pagamento dell’Ires (dunque, non i Comuni ad esempio).

Possono fruire dell’agevolazione anche i titolari di un diritto reale sull’immobile; i condomini, per gli interventi sulle parti comuni condominiali; gli inquilini; i familiari del possessore.

Come detto, dal 1° gennaio 2016 sono ammessi anche gli Istituti autonomi per le case popolari.

Per quali immobili

Gli interventi devono essere eseguiti su unità immobiliari e su edifici (o su parti di edifici) esistenti, di qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali (per l’attività d’impresa o professionale). Non sono agevolabili, quindi, le spese effettuate in corso di costruzione.

Per alcune tipologie di interventi, inoltre, è necessario che gli edifici presentino specifiche caratteristiche: per esempio, essere già dotati di impianto di riscaldamento (tranne quando si installano pannelli solari termici).

Nelle ristrutturazioni per le quali è previsto il frazionamento dell’unità immobiliare, con conseguente aumento del numero delle stesse, il beneficio è compatibile unicamente con la realizzazione di un impianto termico centralizzato a servizio delle suddette unità.

Interventi incentivati

  • Riqualificazione globale su edifici esistenti, ossia l’insieme di interventi che facciano conseguire determinati miglioramenti delle prestazioni energetiche: si possono detrarre fino a 100mila euro (cioè il 65% di una spesa di circa 154mila euro).
  • Coibentazione di pareti, soffitti o la sostituzione di finestre e serramenti con altri e con particolari prestazioni di isolamento (fino a 60mila euro di detrazione fiscale);
  • Installazioni di pannelli solari termici (fino a 60mila euro);
  • Sostituzione della caldaia con un modello a condensazione (fino a 30mila euro);
  • Installazione di pompe di calore ad alta efficienza e impianti geotermici a bassa entalpia (fino a 30mila euro);
  • Acquisto e posa in opera delle schermature solari elencate nell’allegato M del decreto legislativo n. 311/2006 (fino a 60mila euro – si veda lo Speciale Tecnico di QualEnergia.it)
  • Acquisto e installazione di impianti di climatizzazione invernale a biomasse (fino a 30mila euro);
  • Acquisto, installazione e messa in opera di sistemi di domotica, ossia multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento, produzione di acqua calda e climatizzazione nelle unità abitative. Questi dispositivi domotici devono: a) mostrare attraverso canali multimediali i consumi energetici, mediante la fornitura periodica dei dati; b) mostrare le condizioni di funzionamento correnti e la temperatura di regolazione degli impianti; c) consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto.

Funzionamento dell’incentivo e documentazione

Porta in detrazione dall’Irpef o dall’Ires su 10 anni, tramite quote di pari importo, il 65% della spesa sostenuta. Non è cumulabile – per i medesimi interventi – con la detrazione del 50% per le ristrutturazioni o con altri incentivi come il conto termico (cui hanno diritto, in alternativa alla detrazione, pannelli solari termici e pompe di calore).

Sono detraibili tutte le spese concernenti i lavori, anche quelle di progetto e amministrative. Ricordiamo che per le detrazioni fiscali del 50 e del 65% l’importo detraibile è, per i privati, comprensivo di Iva.

La documentazione necessaria per la richiesta comprende:

  • Fatture e ricevute comprovanti le spese sostenute, ricevute dei bonifici di pagamento.
  • L’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti la rispondenza dell’intervento ai requisiti richiesti. Per finestre comprensive di infissi, caldaie e pannelli solari questa può essere sostituita da una certificazione fornita dal produttore.
  • L’attestato di certificazione o di qualificazione energetica, tranne che per pannelli solari o sostituzione finestre. La scheda informativa relativa agli interventi realizzati.

La detrazione del 50% per le ristrutturazioni

La Stabilità 2016 ha prorogato anche le detrazioni fiscali del 50% per le ristrutturazioni e altri interventi (tra cui l’installazione di impianti di fotovoltaico domestici) e il bonus mobili: abbiamo pubblicato qui le guide aggiornate al 2016 per quest’altro incentivo:

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

Categorie
HardwareSoftware

BlackBerry DTEK50, specifiche e immagini del nuovo smartphone Android

Specifiche tecniche e immagini ufficiali del nuovo smartphone Android di fascia media prodotto da BlackBerry sono recentemente apparse in rete, pubblicate per un breve intervallo di tempo presso il sito del produttore e prontamente rimosse, verosimilmente perché pubblicate per errore. Tanto è bastato per lasciar traccia nella cache di Google – come rilevato dal sito Crackberry –  e per avvalorare le precedenti indiscrezioni sul terminale, noto anche con il nome in codice di Neon (informazione non ufficiale). 

Blackberry

Stando a quanto riportato nel sito ufficiale, il prospetto delle caratteristiche tecniche del BlackBerry DTEK50 sarebbe così strutturato: 

  • Display da 5.2″ con risoluzione FullHD (1920 x 1080 pixel)
  • SoC octa-core Snapdragon 617 
  • 3GB di RAM
  • 16GB di storage (espandibile tramite scheda microSD sino a 2TB)
  • Fotocamera da 13 megapixel con autofocus a rilevamento di fase, HDR, stabilizzatore immagine, flash dual LED, registrazione video 1080p a 30fps
  • Radio FM
  • Bluetooth 4.2
  • NFC
  • Wi-Fi 820.11 a/b/g/n/ac
  • Connettività 4G LTE
  • Connettore microUSB 2.0
  • Accelerometro, magnetometro, giroscopio, sensore di prossimità, sensore di luce ambientale, sensore Hall Effect
  • Batteria non removibile da 2610 mAh con supporto Quick Charge 2.0
  • Dimensioni e peso: 147 x 72,5 x 7,4 mm

Come si può desumere dalle immagini, il DTEK50/Neon rinuncia alla tastiera fisica del BlackBerry Priv, il più recente e prestante smartphone BlackBerry basato sul sistema operativo Android, una caratteristica espressamente confermata anche dalla descrizione presente nel sito ufficiale che ha fatto riferimento ad uno schermo completamente touch con un sistema di navigazione dell’interfaccia basato su intuitive gesture. Per il resto, come le specifiche tecniche suggeriscono, si tratta di un terminale equipaggiato con una dotazione di serie allineata a quella dei migliori mid-range Android del mercato. 

blackberry

La circostanza che BlackBerry abbia già predisposto una pagina ufficiale dedicata al prodotto lascia intendere che la presentazione non dovrebbe tardare ad arrivare, anche se manca al momento una data esatta. Compito del BlackBerry Neon sembra essere quello di coprire un segmento di mercato in cui, l’azienda statunitense, dopo la scelta di interrompere la produzione di dispositivi BlackBerry 10 presenta dei punti di debolezza. Il Priv, infatti, pur apprezzato dall’utenza fedele al marchio BlackBerry resta tuttora un terminale di fascia alta, anche dal punto di vista del prezzo. 

 

Autore: Le news di Hardware Upgrade

Categorie
Tecnologia

Chuwi Vi10 Plus, tablet dual-boot Windows/Remix OS a 239 dollari

v10-plus_03.jpg

A giudicare dal debutto della prima versione, buono ma non eccellente, non si sarebbe detto che Remix OS avrebbe attratto tanta attenzione da parte del settore consumer. Eppure comincia ad aumentare il numero di dispositivi che adottano la piattaforma Remix OS 2.0, compreso uno dei nuovi modelli di tablet di Chuwi.

Il sopraccitato produttore cinese è conosciuto anche nel mercato occidentale grazie ad un gran numero di tablet a basso costo. Il suo nuovo Chuwi Vi10 Plus è stato presentato poche settimane fa e la compagnia ne svela ora il prezzo iniziale.

prosegui la lettura

Chuwi Vi10 Plus, tablet dual-boot Windows/Remix OS a 239 dollari pubblicato su Gadgetblog.it 26 luglio 2016 20:57.

Autore: Gadgetblog.it

Categorie
Energia

Accordo sul clima, abbiamo già fallito l’obiettivo degli 1,5°C

Accordo sul clima, abbiamo già fallito l’obiettivo degli 1,5°C

(Rinnovabili.it) – Mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali è un’utopia. Lo mette nero su bianco una ricerca pubblicata su Nature Climate Change, che passa ai raggi x gli impegni assunti dai leader mondiali tramite l’accordo sul clima dello scorso dicembre. E li mette a confronto con diversi modelli predittivi del clima, impostati secondo le attuali politiche ambientali approvate dagli stati. Il risultato è che, alla prova dei fatti, l’obiettivo di trattenere l’aumento delle temperature globali ben al di sotto dei 2°C è a rischio, mentre quello ancora più ambizioso degli 1,5°C è letteralmente impossibile.

Secondo gli scienziati, anche prendendo per validi gli scenari con la più bassa quota di emissioni di CO2 possibile in base alle politiche energetiche e ambientali messe in campo, supereremo almeno temporaneamente il limite degli 1,5°C prima del 2100. In pratica, la ricerca è stata condotta prendendo in considerazione soltanto quegli impegni che gli stati hanno già preso e messo in agenda. Ma per gli scienziati gli obiettivi di mitigazione a breve termine, fissati per il periodo 2020-2030, risultano insufficienti per rispettare l’accordo di Parigi.

Non è la prima volta che il mondo della scienza lancia allarmi di questo tipo. Alcuni mesi fa due ricercatori australiani avevano disegnato uno scenario davvero pessimistico. Utilizzando un modello basato su tre indicatori, cioè le previsioni a medio-lungo termine della crescita economica, l’aumento demografico e il consumo di energia pro capite, erano arrivati alla conclusione che la soglia dei +2 °C rispetto al periodo antecedente la rivoluzione industriale verrà sfondata già nel 2030. E quella degli 1,5°C addirittura nel 2020.

Quindi i tempi per rispettare le buone intenzioni espresse con l’accordo sul clima, secondo i risultati degli scienziati australiani, non esistono. E resta anche da vedere se davvero gli stati – soprattutto i grandi inquinatori – rispetteranno quei deboli e non vincolanti impegni sottoscritti alla COP21.

Autore: Rinnovabili