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Edge: l’unico a riprodurre video Netflix a 1080p

Microsoft gioca una nuova carta e prova a “spingere” ancora il browser Edge – proposto di default in Windows 10 -. I tecnici della società guidata da Satya Nadella hanno presentato Edge come l’unico browser in grado di riprodurre i contenuti di Netflix a 1080p. I rivali (Chrome, Firefox e Opera) si fermano ad una risoluzione pari a 720p.

Così come riportato da alcuni utenti su Reddit, premendo la combinazione di tasti CTRL+ALT+MAIUSC+D durante la riproduzione di un qualunque contenuto di Netflix, è possibile intervenire direttamente sulla qualità del flusso multimediale e controllare i parametri con cui il video viene riprodotto.

Edge: l'unico a riprodurre video Netflix a 1080p

Usando la combinazione di tasti citata, si può verificare che – effettivamente – Edge è per ora l’unico browser a consentire la visualizzazione dell’offerta Netflix a 1080p.

Microsoft ha aggiunto che la collaborazione con la Open Media Alliance sta proseguendo con l’obiettivo di sviluppare la prossima generazione di formati, codec e tecnologie per la gestione e riproduzione di video UltraHD.

Autore: IlSoftware.it

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Energia

“Entro la pausa estiva” il Ddl Concorrenza: novità su fotovoltaico, certificati bianchi e bioliquidi

Il titolare del MiSE punta a far approvare il disegno di legge prima della pausa estiva. Intanto sono stati approvati emendamenti e subemendamenti che interessano i piccoli impianti fotovoltaici, le verifiche sui Titoli di Efficienza Energetica e gli impianti a bioliquidi.

Mentre procedono i lavori in Commissione Industria del Senato, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda in un’intervista a “Il Foglio” annuncia l’obiettivo di approvare in via definitiva il Ddl Concorrenza prima della pausa estiva, pur sottolineando che “quelle norme non sono coraggiose come avrebbero dovuto essere”.

Intanto ieri la Commissione Industria ha approvato un emendamento al Ddl interessante per i lettori di QualEnergia.it PRO …

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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HardwareSoftware

Makerbot: la corte del Minnesota rigetta la class action

Sono passati 12 mesi dell’avvio della class action contro Makerbot, responsabile, a detta dei sostenitori dell’azione legale, di aver consapevolmente immesso sul mercato particolari difettosi nelle sue macchine per la stampa 3Da filamento fuso. Il particolare incriminato era lo ‘smart extruder’: stiamo parlando non di un pezzo secondario della macchina, ma di uno dei componenti principali, uno dei veri e proprio cavalli di battaglia per Makerbot, che nel marketing ha insistito molto sulla bontà di questa soluzione ad agganncio magnetico. Le prestazioni di quello integrato sulle Makerbot Replicator di quinta generazione però non avevano soddisfatto i clienti: l’ugello dell’estrusore, infatti, sarebbe incappato in frequenti ostruzioni e la soluzione consigliata dalla compagnia era semplicemente la sostituzione dell’estrusore stesso. La class action, inoltre, accusava il produttore di Brooklyn (che recentemente ha deciso di spostare però altrove la produzione delle sue stampanti 3D) di aver deliberatamente preannunciato ottimistiche previsioni di vendita per la Replicator 5 per gonfiare il prezzo delle azioni.


Lo Smart Extruder

Ora, a un anno di distanza, arriva il giudizio della corte del Minnesota, che scagiona Makerbot dalle accuse. Sebbene i giudici non fossero del tutto dalla parte della difesa, hanno ritenuto troppo poco fondate le prove di un comportamento deliberatamente fraudolento nei confronti di utenti e investitori. La corte, infatti, ha archiviato come semplici ‘sparate pubbblicitarie‘ le indicazioni sulle prestazioni dell’estrusore e delle macchine. Inoltre il caso è stato indebolito dal fatto che nessuno è riuscito a portare delle prove concrete di quale fosse l’effettivo problema che affliggeva le macchine.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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Energia

Legno sostenibile e tetto verde per il centro sportivo della banlieue

Legno sostenibile e tetto verde per il centro sportivo della banlieue

(Rinnovabili.it) – E’ stato completato da poco il nuovo centro sportivo di Clamart, nella periferia di Parigi. Lo studio di architettura Gaetan Le Penhuel ha imperniato il progetto intorno all’impiego diffuso di legno sostenibile nell’intera struttura e al vasto tetto verde che lo sovrasta. Il risultato fa certo meno clamore delle decine di progetti annunciati nell’ambito di Réinventer Paris,  il maxi-progetto di riqualificazione urbana voluto dal sindaco della capitale francese Anne Hidalgo la cui cifra è il greenbuilding su scala urbana. Ma presenta caratteristiche analoghe che non lo farebbero affatto sfigurare a fianco della torre verde che riqualificherà la gare Massena o i 4.000 mq di urban farm a cavallo del boulevard Peripherique.

Come per Réinventer Paris, anche il progetto di Clamart si inserisce nel tessuto urbano esistente in maniera intelligente. Il complesso, infatti, è inquadrato all’interno di un contesto caratterizzato da forti contrasti a livello urbanistico: a sud lambisce un’area suburbana dove spiccano unità residenziali indipendenti, mentre a nord affaccia su più imponenti e uniformi complessi di case popolari. Per riconciliare questi differenti scenari, gli architetti hanno creato un panorama artificiale che combina funzione scolastico-educativa, design urbano e restituisce parte dell’area al pubblico.

In questo senso legno sostenibile e tetto verde sono davvero il centro del progetto. Infatti il tetto verde del centro sportivo, che può essere fruito liberamente dai cittadini, poggia su una struttura portante interamente realizzata con travi di legno laminato, che prosegue nel resto del complesso assumendo un andamento più ondulato, a formare una sorta di grande guscio curvo. Qui gli spazi sono riservati alle aule scolastiche connesse al campus, oltre a campi da tennis e spogliatoi.

Tutto il legno impiegato proviene dall’azienda finlandese Metsä Wood, che ha fornito legno ingegnerizzato riducendo così i costi del progetto e garantendo un’adeguata efficienza strutturale all’intero complesso, che copre un’area di circa 14mila mq.

Autore: Rinnovabili

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Economia

GBP in rialzo dopo la presentazione del nuovo governo di Theresa May

La sterlina britannica ha recuperato le perdite di ieri contro l’USD, trovando un forte supporto intorno a 1,3121 (minimo 27 giugno), dopo che Theresa May ha presentato il nuovo governo. La coppia GBP/USD è rimbalzata dello 0,68%, a 1,3236 da 1,3147; crediamo, tuttavia, che la sterlina sia frenata dall’imminente decisione sul tasso d’interesse della BoE, attesa per le 13:00 CEST, perché il mercato prevede un taglio dello 0,25%, che porterebbe il tasso di riferimento allo 0,25%. A quasi tre settimane dal voto sulla Brexit, il mercato si aspetta anche un aggiornamento del pensiero della BoE, poiché s’iniziano a sentire i primi effetti collaterali. Dato che un taglio del tasso è dato quasi per scontato, il mercato sarà più sensibile alle parole e ai toni utilizzati da Mark Carney durante la conferenza stampa.ccc1

Il dollaro neozelandese è stato oggetto di forti vendite in Asia, perché la RBNZ ha annunciato che giovedì 21 diffonderà un breve aggiornamento delle sue valutazioni economiche. Anche se l’istituzione ha chiarito che non ci sarà una decisione sul tasso d’interesse, il mercato prevede che la banca centrale preparerà il terreno per un intervento sul tasso d’interesse verso la fine dell’estate, probabilmente alla prossima riunione del 10 agosto. Dopo aver ceduto il 4,50% sulla scia del voto sulla Brexit, nelle settimane successive il kiwi ha compiuto un forte rally e ha testato più volte, senza riuscire a violarla, la resistenza a 0,73 contro l’USD. Prevediamo che la coppia NZD/USD testerà il minimo del canale rialzista man mano che il kiwi perderà slancio. I fondamentali non giustificano, infatti, un ulteriore rafforzamento del kiwi, soprattutto alla luce di un altro taglio del tasso da parte della RBNZ e dato che le incertezze globali restano elevate.

Il rapporto australiano sull’occupazione ha rispettato grossomodo le attese: a giugno, il tasso di disoccupazione è salito leggermente, dal 5,7% al 5,8% (previsione media: 5,8%), soprattutto per effetto dell’aumento del tasso di partecipazione, salito dello 0,1%, al 64,9%. C’è stato, tuttavia, un forte aumento, inaspettato, degli impieghi a tempo pieno, pari a 38.400 unità, mentre sono spariti 30.600 posti di lavoro part time. Si tratta sicuramente di una buona notizia per l’economia australiana; tuttavia, vista la marcata debolezza dei dati occupazionali degli ultimi mesi, potrebbe trattarsi solo di una trasformazione di rapporti di lavoro da tempo parziale a tempo pieno; ciò significa che gran parte dei datori di lavoro è fiduciosa nelle prospettive di medio termine, ma non ci dice altro. Inizialmente, l’AUD/USD è salito dello 0,40% a 0,7639, per poi tornare rapidamente a 0,7625.

Oggi gli operatori monitoreranno la produzione industriale e le partite correnti in Turchia; la produzione mineraria e di oro in Sudafrica; la decisione sul tasso d’interesse e sugli acquisti di asset della BoE nel Regno Unito; le domande iniziali di disoccupazione e l’IPP negli USA; per oggi sono previsti anche gli interventi di Lockhart e George della Fed.

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