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Economia

DEUTSCHE BANK NON E’ PIU’ UN PROBLEMA!

La notizia l’avevo riportata in anteprima dal DIe Welt nel fine settimana su twitter, lunedi all’improvviso sono arrivati i media “mainstream” è hanno cominciato a ricamarci sopra le loro mille fantasie… Deutsche-Bank-Chefökonom fordert 150 Milliarden – Die Welt

Che lingua è? Credo sia tedesco e il capo economista di DeutscheBank chiede 150 miliardi per salvare la sua banca. Non è così, parla delle banche degli altri?

ImmagineMa quale assist involontario, sanno che per loro non c’è più speranza e allora come hanno fatto con la Grecia, dove stavano perdendo tutti i loro prestiti concessi allegramente in mezza Europa, chiedono altri 150 miliardi di aiuti e garanzie statali alla stessa Europa per salvare prima loro e poi tutti gli altri.

Ovviamente poi il ricciolino e il nonno fanno finta di rispondere picche.

Ma inutile parlarne tanto in questo Paese in pochi capiscono qualcosa, di quello che realmente sta accadendo. Una cosa però bisogna ammettere, i tedeschi in fatto di strategia non hanno uguali, per l’ennesima volta con il capo economista di Deustche Bank, mettono in evidenza la pagliuzza altrui per distogliere l’attenzione dalla loro trave.

Ma ora veniamo alla perla dell’anno. Forse Voi non lo sapevate ma …

“Ogni mattina in Italia, un genio si sveglia, sa che deve correre più in fretta della fantasia o verrà ucciso. Ogni mattina in Italia, la fantasia si sveglia, sa che deve correre più del genio , o morirà di risate. Quando il sole sorge, non importa se sei un genio o la fantasia: è meglio che cominci a connettere.” – William Shakespeare Denoantri

Chiedo umilmente scusa mi sono sbagliato, ebbene lo ammetto, Deutsche Bank non sta fallendo, non ha nessun problema, sai bellezza i derivati sono l’essenza stessa dell’economia reale e tutto il resto è realtivo…

Con la malattia della Deutsche Bank forse si sta esagerando. Certamente ci sono dei fatti: le multe miliardarie, l’alto rischio sistemico certificato dal Fmi, la bocciatura della filiale americana negli stress test della Fed. E il rischio di una nuova bacchettata agli stress test europei di fine luglio. Rischio che ha fatto salire il valore dei Credit default swap ai livelli di febbraio, il doppio rispetto allo scorso dicembre. Tutto questo si accompagna alla discesa del titolo in Borsa nell’ultimo anno e alle valutazioni di analisti, come quelli di Barclays, secondo cui saranno necessarie nuove ricapitalizzazioni, dopo quelle degli scorsi anni. Insomma, tante gatte da pelare.
Ma, piuttosto che soffiare sul fuoco del panico, è meglio fermarsi e guardare con distacco quegli stessi dati.

Fermiamoci qua perchè la fantasia è già piegata in due dalle risate.

A parte le solite chiacchiere da bar sull’esposizione netta ai derivati arriviamo al dunque con la domandina principe che coinvolge il risk management di DB…

«Questi sistemi di risk management usati nella filiale statunitense e considerati inadeguati dalla Fed, sono gli stessi usati in Germania?».

Credetemi ogni tanto quando saltano fuori questi geni più veloci della fantasia, mi rifugio nella tana del Bianconiglio, almeno laggiù mi sembra di riuscire a ragionare.

Chissà cosa centra il COMITATO DI BASILEA E DEUTSCHE BANK ?

Perchè agitarsi tanto se va tutto bene e i sistemi di calcolo dei derivati di Deutsche Bank in Germania e Europa non hanno lo stesso problemi di quelli americani?

A si poi ci sono altri problemini di secondo piano, come ci ricorda il genio della Luiss.

Il crollo del valore di borsa, delle attività di invesment banking fusioni, incorporazioni e via dicendo, cds in tensione, i test europei che attribuivano poco peso ai derivati e questa volta no, qualche multa qua e la, un’eventuale ricapitalizzazione e altre cosucce che si raccontano tra liberisti infastiditi.

La sintesi bellezza è che Deutsche Bank non sta fallendo a meno che non si realizzino una decina di ipotesi altamente probabili, ma sai, la fantasia si è mangiata la realtà e il genio della Luiss, non suggerisce “più Europa” ma “più derivati”.

Poi visto che genio, chiama genio, un altro risponde e si mette a fare un confronto zingalese tra MPS e Deutsche Bank, giusto per ricordare a tutti chi è la Germania

Ci sono molti punti di similitudine tra Mps e Db. Innanzitutto, entrambe soffrono sia di una crisi patrimoniale che di una crisi reddituale. Patrimoniale, perché il mercato non crede nel valore contabile delle loro attività. Con un attivo di 169 miliardi di euro, Mps capitalizza in Borsa solo 600 milioni; con un attivo di 1.629 miliardi di euro Db capitalizza solo 16,3 miliardi.(…)La seconda differenza implica che un bail-in dei subordinati ed anche dei creditori di Db non avrebbe conseguenze tragiche in Germania perché sarebbe assorbito nel portafoglio degli investitori istituzionali, mentre avrebbe effetti devastanti in Italia. Se il bail-in di 250 milioni di euro di subordinati di Banca Etruria ha prodotto un suicidio, molta disperazione, e una fuga dai depositi bancari, cosa potrebbe causare il bail-in di 2,8 miliardi di euro di subordinati di Mps?

Zingales è un bravo ragazzo, uno di quelli che ogni giorno ti fanno capire che  lameriga è la meio che ci sia, un liberista dei noiantri covertito alla Madonna dell’aiuto statale.

Ma la Germania sarebbe davvero in grado di salvare Deutsche Bank, cosa potrebbe causare l’efetto domino di 19 miliardi di derivati e altri 17 di subordinati.

Si lo so, lo so, La prossima crisi: perche’ sono tutti terrorizzati dall’italia me l’avete fatto notare , ma che volete che vi dica,  io osservo altri orizzonti.

Rispetto a quello che verrà, ciò che sta accadendo in Italia con i loans de menona è nulla in confronto a quello che accadrà, mica sta fallendo Deutsche Bank, sta solo giocando, con un ordigno nucleare.

State sintonizzati appuntamento al 2017 massimo 2018!

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please wait…

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Autore: Finanza.com Blog Network Posts

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Calcio

Benfica: Derley emprestado ao Jaguares Chiapas

Derley é reforço do Jaguares Chiapas, por empréstimo do Benfica.

O emblema mexicano fica com opção de compra do avançado brasileiro, que já está em Chiapas.

Contratado pelo Benfica há dois anos, Derley foi campeão no único ano em que ficou no plantel, e no total dessa temporada apontou 2 golos em 27 jogos.

Em 2015/16 esteve cedido ao Kayserispor, da Turquia, onde marcou cinco golos em 23 jogos. O avançado de 28 anos vai prosseguir agora a carreira no futebol mexicano, com a camisola do Jaguares Chiapas.

Autore: Maisfutebol

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HardwareSoftware

Snapdragon 821 launched

Maximum clock 2.4GHz

Qualcomm has received an order from big clients for a faster iteration of Snapdragon and, guess what? The Snapdragon 821 is born and its Kryo core frequency has jumped from a previous 2.15GHz to 2.4Ghz. 

One of the design wins that got leaked a few weeks back is the LeEco LeMax 2 Pro with 8GB or RAM but we suspect that Qualcomm wanted to prepare this chip for the Samsung Galaxy Note S7, the biggest design win to come in the Android space.

Since the Snapdragon 820 with Kryo core clocked at 2.15GHz has been selling for two quarters, the company managed to do additional optimization and increased the clock by an impressive 250MHz getting it to a final 2.4Ghz. This is again a maximal processor clock and as you know this maximal clock will only occur occasionally when the SoC needs a lot of power. We can think of two possible scenarios where you will be able to max the Snapdragon 821, launching the application and some of the games.

Qualcomm has managed to get to 115 design wins with Snapdragon 820, but again since the Snapdragon 820 got so  successful, some important clients wanted to get something a bit faster. The company claims a 10 percent performance increase in performance.  

It is clear that Snapdragon 821 will not replace the Snapdragon 820. They will both co-exist as many vendors will not want to pay the premium.

The rest of the device including DSP, Snapdragon X12 LTE modem remain unchanged and we are waiting to hear back about the possible change of the maximal GPU clock. Qualcomm Snapdragon 820 is inside of the Samsung Galaxy S7, Galaxy S7 Edge, Xiaomi Mi5, LG G5, HTC 10, LeEco LeMax 2 and Sony Xperia X and at least 108 other less prominent phones.

Snapdragon 821 is expected in phones in the second half of 2016 and it won’t be reserved for smartphones only. You can expect to see Snapdragon 821 based tablets, mobile VR head mounted displays and other new devices. The last Galaxy Note 5 was launched in the middle of August, and that gives us the idea that the Galaxy Note 7 might not be far off either.

We can guess that IFA, that starts in the first days of September in Berlin German will be an interesting place and time for some additional Snapdragon 821 devices too.  

Autore: Fudzilla.com – Home

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Tecnologia

Asus Chromebook C301SA, 64GB di memoria e display Full HD

Asus si appresta ad introdurre un nuovo modello di Chromebook nelle propria lineup, l’Asus Chromebook C301SA, un notebook dal prezzo abbordabile ed aggiornato per restare al passo con le novità promesse da Google per la sua piattaforma Chrome OS.

Non sono molti i Chromebook in circolazione equipaggiati con un taglio di memoria più grande di 32GB, caratteristica che permette ai vari produttori di mantenere un prezzo contenuto ma che spesso è anche una delle pecche più criticate di questa categoria di terminali.

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Asus Chromebook C301SA, 64GB di memoria e display Full HD pubblicato su Gadgetblog.it 12 luglio 2016 03:09.

Autore: Gadgetblog.it

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Energia

Cresce la voglia di biologico tra le donne italiane

Siamo donne e si sa che tra i due sessi quello femminile è più sensibile al proprio benessere psico-fisico, alla salute ed alle tematiche ambientali: “hanno un rapporto più diretto con il proprio corpo per cui sono attente a scegliere cibo sano, spesso biologico, a curare la propria pelle disintossicandola dalle impurità, a prendersi cura del proprio fisico” – è il parere di Nicola Sorrentino, dietologo e idroclimatologo, docente presso l’Università degli Studi di Pavia. L’attenzione delle donne a questi temi è risaputa, ma ora la conferma arriva da uno studio (metodologia WOA – Web Opinion Analysis) condotto da Beltè in occasione del lancio del nuovo Beltè Bio, su circa 1600 italiane di età compresa tra i 18 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, per scoprire quali siano le tendenze tra le donne per quanto riguarda i consumi, il turismo e il tempo libero. 7 italiane su 10 (71%) ammettono di preferire nelle proprie scelte di ogni giorno prodotti che rispecchino i valori della naturalità (75%), che siano biologici (72%) e che rispettino l’ambiente (70%). Anche l’attività fisica (65%), il turismo (63%) e l’enogastronomia (59%) vedono un vero e proprio boom di attività e proposte culinarie alla scoperta della natura più incontaminata e all’insegna del benessere.

Ma chi sono queste donne green? Secondo i dati – fatte salve le ovvie differenze di area geografica, di età, di professione e di approccio culturale, sono soprattutto professioniste (79%) e manager (74%) tra i 30 e i 49 anni (77%) abitano nel Nord e nel Centro Italia e per lo più sono residenti nelle città metropolitane come Milano (78%) e Roma (76%). La percentuale scende al 70% tra i 18 e i 29 anni e al 66% tra le over 30.

Questa tendenza alla “naturalness” arriva dagli Stati Uniti dove, secondo gli ultimi dati forniti dalla Organic Trade Association, nel 2015 le vendite dei prodotti alimentari biologici hanno subito un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente, percentuale che sale al 13% per quanto riguarda l’intero comparto bio. Inoltre, come segnalato recentemente dal sito di Usa Today, il mercato subirà un costante ampliamento del 12-15% nei prossimi tre anni.

Anche l’ISMEA, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, ha confermato questa tendenza nel nostro Paese, rivelando che dopo aver chiuso il 2014 con un incremento dell’11%, gli acquisti di prodotti biologici hanno registrato addirittura un aumento del 20%. E proprio in questi giorni Assobio dichiara il boom del cibo biologico, con un +21% a maggio 2016 nel canale della grande distribuzione e +13,5 nel canale specializzato. È biologico in media il 3% della spesa alimentare delle famiglie italiane e 4,5 milioni di famiglie (18% sul totale) consumano abitualmente prodotti bio, il 17% in più rispetto all’anno scorso.

Leggendo i numerosi commenti postati sui social emerge, tuttavia, che vi è una diffusa incertezza sulla reale qualità biologica dei prodotti alimentari esposti nei supermercati e nei negozi. Se ne deduce l’esigenza di una certificazione che la garantisca e ne definisca anche la tracciabilità, come già accade per l’etichetta con il simbolo Ecolabel che la UE richiede a garanzia di standard ecologici molto alti dei detersivi bio rispetto a quelli dei normali detersivi tradizionali.

Il segnale che viene dal mercato sembra piuttosto chiaro, dunque adesso tocca proprio al Legislatore.

di Marina Melissari – Associazione RELOADER onlus

Autore: Rinnovabili