Categorie
Energia

Quali tempi di attivazione del contatore bidirezionale per gli impianti fotovoltaici?

QualEnergia.it ha contattato una decina di installatori di fotovoltaico in altrettante regioni italiane, per capire quali siano le effettive tempistiche nell’attivazione degli impianti FV e le ragioni di eventuali ritardi. Ne emerge un quadro un po’ disomogeneo e qualche arbitrio dei singoli uffici.

La deputata Mara Mucci del M5S alcuni giorni fa ha reso pubblica una segnalazione ricevuta da un suo elettore, riguardante un grave ritardo nell’attivazione del suo impianto fotovoltaico.

La persona, di cui non sono state divulgate né generalità né residenza, si lamentava di essere entrato nella sua nuova abitazione con un impianto FV sul tetto a febbraio, e ancora a giugno di non essere riuscito ad avere l’attivazione della bi-direzionalità del contatore, senza la quale non è possibile cominciare a far funzionare i pannelli, in quanto l’energia che producono sarebbe contabilizzata come se acquistata dalla rete.

Nella email si ipotizzava anche che ritardare l’attivazione dei contatori sia una pratica molto diffusa, programmata da Enel per evitare di perdere gli incassi nella vendita dell’energia elettrica che comincerà ad avere dal momento in cui il sistema inizia a funzionare.

Per questo motivo abbiamo provato a contattare una decina di installatori di fotovoltaico in altrettante regioni italiane, per capire se veramente questi ritardi nell’attivazione degli impianti soprattutto residenziali, un’operazione molto semplice e rapida effettuata a domicilio da un operatore della società di distribuzione elettrica, fossero comuni.

Le risposte, occorre subito dire sono in genere rassicuranti, come quella ricevuta dalla Energy Building di Ancona, che ci segnala come in certi casi l’attivazione richieda in media una quindicina di giorni, con il record di appena una settimana, e un massimo di due mesi quando c’è bisogno di adeguare la potenza del contatore.

Oppure dalla Besolar di Roma, dove Alessandro Raffaele indica in un paio di mesi il tempo medio di attivazione dei nuovi impianti, aggiungendo però che Enel nel Lazio è in genere più veloce della società Acea, che distribuisce l’elettricità a Roma.

Tempi brevi che non si devono però alla procedura semplificata, in vigore da alcuni mesi per le domande di allaccio per impianti con potenze sotto ai 20 kW: questa non sembra aver portato una particolare accelerazione nelle pratiche, anche se le ha rese sicuramente più facili da espletare.

Altri operatori, nella generale positività delle risposte, hanno però confermato la possibilità che si verifichino ritardi, indicando anche alcune possibili ragioni.

L’ingegner Loris Negri di Albasolar in Piemonte, per esempio, consulta per noi una tabella di contratti recenti, verificando come i tempi si aggirino in media sui due mesi.

«In generale le procedure semplificate per i piccoli impianti funzionano bene e hanno abbassato i tempi. Abbiamo però avuto alcuni ritardi nell’allaccio di alcuni impianti di taglia media, per problemi di comunicazione fra Enel e Terna. Quando questo accade noi non ne veniamo a sapere nulla, se non attraverso la constatazione che la procedura non si conclude. Tocca però a noi, o al cliente, muoverci in prima persona, e segnalare il ritardo, in modo che poi qualcuno negli uffici si dia da fare per capire dov’è avvenuto l’intoppo e risolverlo».

Il suo collega Riccardo Costagliola della Solar Italia di Napoli, che lavora in diverse regioni italiane, propone, invece, un’altra ipotesi per i ritardi. «Ai tempi degli incentivi il sistema era decisamente ingolfato, ma oggi non lo è più: se non ci sono lavori di adeguamento della rete da fare e le pratiche vengono fatte come si deve, ho registrato tempi di attivazione anche solo di 15-20 giorni. Purtroppo ci sono nel settore anche persone un po’ improvvisate che fanno pasticci, per esempio pretendendo di installare un impianto da 6 kW su un contatore da 3 kW, oppure dimenticano di far firmare ai tecnici certe pratiche. Questo ovviamente porta a ritardi per l’adeguamento della rete e per i chiarimenti necessari. Ma ai clienti viene detto sempre che la colpa è dell’Enel».

Rossella Roli, di Enerpoint Milano, segnala invece un altro possibile fattore di ritardo. «In generale noi registriamo circa 1-2 mesi fra domanda e attivazione, con eccezioni, come quella volta che il proprietario dell’impianto era una società estera e la pratica si bloccò fra Enel e Terna, per l’eccessiva rigidezza del portale nell’accettare i dati. Ma se in generale il sistema funziona, non possiamo ignorare che ci possono essere problemi “puntiformi”, in questo o quell’ufficio Enel e in particolare se la pratica viene seguita da certi operatori. Nel nostro caso abbiamo spesso problemi con la zona di Monza, quando a seguire la pratica è un tecnico che, diciamo, non mostra particolare dedizione al lavoro e competenza: quando è lui a seguire la pratica si verificano spesso ritardi che è anche difficile sbloccare o almeno farci spiegare, in quanto lo stesso tecnico risulta anche difficile da contattare».

Questa della “personalizzazione dei problemi” ci viene segnalata anche dalla Sicilia; l’ingegner Pietro di Primo, della Elios di Catania ci indica un punto dolente. «Noi operiamo in molte parti della Sicilia e devo dire che quasi ovunque i tempi di attivazione sono ragionevolmente brevi: sugli impianti sotto i 20 kW, in procedura semplificata, si aggirano sugli 1,5-2 mesi. In alcune aree, come Catania, riusciamo poi a risolvere rapidamente anche eventuali intoppi, grazie alla disponibilità e competenza del personale Enel locale».

«Purtroppo – ci spiega l’ingegnere siciliano – nella provincia di Agrigento installare fotovoltaico è reso difficile dal locale ufficio Enel che non accetta domande in modalità semplificata e pretende un mare di scartoffie, avendo deciso di seguire invece le indicazioni di un vecchio Regio decreto. In un caso, un impianto da 8 kW con contatore da 16 kW, quindi senza particolari problemi tecnici, gli ostacoli frapposti hanno portato a una assurda attesa di 8 mesi. Il tecnico responsabile non si fa poi mai trovare e non risponde alle email, il che rende impossibile capire i motivi dei ritardi e come risolverli. Da notare che la stessa sezione Enel aveva avuto problemi con il tecnico precedente, in quel caso per i ritardi nell’installazione dell’eolico».

A spezzare il coro sostanzialmente positivo di risposte è però la Sardegna, dove la situazione sembra essere tutt’altro che ottimale, come ci spiega Enrico Cravoledda, di Fotovoltaico Sardegna di Cagliari.

«Quando tutto fila liscio, con la procedura semplificata l’attivazione la si ottiene anche in 30-45 giorni, ma questo sta avvenendo solo da poche settimane. La regola, finora, da queste parti era attendere l’attivazione per 6-7 mesi. Il problema è che, soprattutto in alcune aree, come Nuoro o in parte della stessa Cagliari, si incontrano tecnici Enel che interpretano a modo loro le procedure, per cui quello che stava bene ai loro colleghi in una zona, a loro non va più bene. E a peggiorare le cose è il modo in cui ti segnalano quello che secondo loro è sbagliato, dicono per esempio che “l’allegato B non va bene”, ma non ti spiegano cosa non vada in quel documento, per cui devi ritentare, sperando di capire cosa vada cambiato. Certe volte abbiamo dovuto ripresentare la pratica 6-7 volte prima di indovinare».

Insomma, sembra che la segnalazione dell’utente alla deputata non indichi in realtà una situazione molto diffusa o sistematicamente decisa dai distributori di elettricità. Ma non mancano però problemi in certe aree circoscritte d’Italia.

Preoccupa però che si affidi l’interpretazione di precise normative tecniche all’arbitrio dei singoli uffici, affidando di fatto al caso i tempi di svolgimento delle pratiche. E dispiace che certi uffici non instaurino con gli installatori una comunicazione franca e continua che aiuti il lavoro di entrambi, ma pongano ostacoli, si comportino da oracoli imperscrutabili e si facciano negare, come se chi lavora con il solare fosse una specie di scocciatore, da tenere alla larga e scoraggiare.

Abbiamo chiesto ad Enel Distribuzione un commento su tutti questi aspetti, che ad oggi non abbiamo ancora ricevuto e che volentieri pubblicheremo anche nei prossimi giorni.

Speriamo che Enel e le altre società di distribuzione elettrica, facciano quindi una verifica sul territorio ed emanino delle linee guida universali su come interpretare le norme di attivazione degli impianti solari e come interagire con gli operatori del settore, così che i casi di ritardo diventino solo una rarissima eccezione in tutta Italia.

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

Categorie
HardwareSoftware

200MB di dati su DNA, nuova impresa dei ricecatori Microsoft e dell’Università di Washington

Nuovo record per la registrazione di informazioni su DNA: un gruppo composto da ricercatori provenienti da Microsoft e dall’Università di Washington è riuscito a registrare 200MB di dati su un filamento di DNA che occupa uno spazio fisico inferiore a quello della punta di una matita.

I ricercatori convertono i dati dal codice binario alle “lettere” che rappresentano i quattro nucleotidi di base che formano un filamento di DNA. Una volta determinati i nucleotidi relativi a ciascun frammento di informazione, si procede alla composizione delle molecole tramite Twist Bioscience, una startup che realizza e utilizza DNA sintetico per la conservazione di informazioni digitali.

Tramite la tecnica della PCR (Polymerase Chain Reaction) è possibile, partendo dai nucleotidi precedentemente determinati, ricostruire il filamento a doppia elica completo e successivamente eseguire le opportune operazioni di correzione d’errore.

La domanda per lo storage sta crescendo in maniera esponenziale, e la capacità degli attuali mezzi di stoccaggio delle informazioni non riesce a crescere con lo stesso ritmo. Diventa quindi difficile per molte realtà riuscire a conservare grosse moli di dati in assenza di una tecnologia o un approccio che cambi radicalmente le carte in tavola.

Luis Henrique Ceze, professore associato dell’Università di Washington che si occupa del progetto, spiega per quale motivo il DNA potrebbe rappresentare una strada di sviluppo interessante: “Il DNA è una molecola fantastica per la conservazione delle informazioni che codifica i dati necessari alla vita di un sistema vivente. Stiamo riproponendo questa capacità per registrare informazioni digitali, foto, video e documenti”.

I ricercatori sono riusciti a registrare una serie di opere d’arte, la la Dichiarazione Universale dei Dirittu Umani in oltre 100 lingue, i primi 100 libri di Project Gutenberg e un seed database di Crop Trust, oltre al video Rube Goldberg Machine di OK Go. Karin Strauss, ricercatrice Microsoft che ha lavorato al progetto commenta: “Il video di OK Go è divertente e usano cose differenti da differenti aree del loro campo, e ci sembra di aver fatto qualcosa di molto simile”.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

Categorie
Energia

Mangrovie e dugonghi, ennesime vittime di El Nino in Australia

Mangrovie e dugonghi, ennesime vittime di El Nino in Australia

(Rinnovabili.it) – Dopo lo sbiancamento dei coralli su una scala mai vista e la scomparsa delle foreste di alghe, l’Australia assiste all’ennesima catastrofe ambientale causata dai cambiamenti climatici e dalla furia di El Nino. Mentre tutti gli occhi erano puntati sulla Grande Barriera Corallina, nel grande golfo di Carpentaria che affaccia sulla Nuova Guinea si è verificata la più grande strage di mangrovie che la storia ricordi.

Il fenomeno ha colpito una striscia di 700 km di costa e minaccia l’intero ecosistema dell’area. Queste piante, infatti, funzionano come una sorta di rene naturale: filtrano e purificano le acque, permettendo così a diverse specie di pesci di vivere e riprodursi in questo ambiente. In più proteggono anche la stessa barriera corallina e la flora acquatica, perché sono in grado di bloccare i sedimenti immessi nell’oceano dai fiumi. E la catena di effetti disastrosi non si ferma qui, purtroppo: senza le mangrovie niente alghe, e senza alghe le tartarughe e i dugonghi perdono il principale ingrediente della loro dieta.

el ninoL’allarme è stato lanciato da Norm Duke, esperto di ecologia delle mangrovie della James Cook University, che ha passato le ultime settimane in ricognizione nella zona colpita per sincerarsi dei reali danni patiti dall’ecosistema. Dai suoi rilievi emerge che le mangrovie morte per l’eccessivo riscaldamento delle acque coprono un’area di 7.000 ettari. In passato ha osservato casi simili di morìe cicliche nelle mangrovie, ma mai di tale estensione e concentrate in un lasso di tempo di appena un mese.

Le cause di questa catastrofe ambientale dipendono tutte dai cambiamenti climatici e si sono accavallate tra loro sommando gli effetti, fino a formare un cocktail letale. Prima il riscaldamento delle acque e delle temperature atmosferiche a livello del mare, che negli ultimi due anni sono state sempre sopra la media. Poi l’assenza di precipitazioni, anche questa ben distante dalla norma. Ciò ha spinto le foreste di mangrovie verso il loro limite di tolleranza. L’arrivo di El Nino ha dato il colpo di grazia.

Autore: Rinnovabili

Categorie
Economia

SOGNANDO CERTEZZE ASSOLUTE – Analista Marco Magnani

Schermata grafico Marco
AGGIORNAMENTO GIORNALIERO

La maggior parte delle persone che operano in borsa  più o meno professionalmente, dopo aver fatto una analisi o una previsione (utilizzando gli  strumenti e le tecniche di cui hanno padronanza), si innamorano di quanto previsto e prendono posizione.

La tendenza ad innamorarsi dello scenario previsto e la fatica ad accettare l’eventuale errore sono spesso la rovina di coloro che piuttosto di chiudere le posizioni, in leggera perdita, insistono nel considerare ancora realistica la loro previsione negando l’evidenza e guardano il mercato che procede contro di loro generando perdite devastanti.

La capacità quindi di riconoscere velocemente un errore, ossia la realtà che prende corso  in modo differente dalla previsione, è una capacità fondamentale  per chi opera in Borsa.

Questa capacità, una volta affinata, porta a sviluppare …

Continua al link:

http://www.ratingconsulting.eu/admin/respiro-del-grafico/demo-giornaliero-11072016


Accesso all’articolo gratuito loggandosi con l’email. Una volta loggati, dal Menù in alto, andare su ANALISI/ DEMO RG

(report giornaliero)



SCONTI SULL’ACQUISTO DEI SERVIZI DI RATING&CONSULTING
Inserendo il codice 55m66 avrete la possibilità di ottenere uno sconto del 10% su tutti i servizi forniti da Rating&Consulting che voleste acquistare nel 2016.


Per informazioni:
www.ratingconsulting.eu

[email protected]



Per info sul Percorso Tecnico Ciclico Predittivo e Analisi Visiva:
contattare Ing. Francesco Filippi 349 466 18 24
[email protected]

VN:F [1.9.20_1166]

Rating: 0 (from 0 votes)

Autore: Finanza.com Blog Network Posts

Categorie
Digital Audio

Using Serato + Traktor DJ Gear With Rekordbox DJ

Trying out a new DJ software is never easy. There are many reasons to avoid it – but with Pioneer DJ’s newcomer, Rekordbox DJ, it’s not as difficult as you might expect. Almost any Serato DJ or Traktor Pro gear can be used with the software, without paying extra or hacking.

Why Rekordbox DJ?

The last couple years have been frustrating for several types of DJs:

  • Serato DJs using older legacy audio devices that no longer work with modern OS updates
  • Traktor DJs who have watched the feature sets on Serato and Rekordbox expand while NI focused their attention on Stems (ex: Serato FX packs, Rekordbox release effects)
  • DVS DJs who want to use a piece of gear that isn’t “certified” for use with their software.
    for example: Kontrol Z2 with Serato DJ, without an extra Serato soundcard

Pioneer’s Rekordbox DJ enables a familiar workflow for Serato and Traktor veterans, without the need for new hardware. Rekordbox DJ also solves the issue of incompatibility with the latest operating systems which has plagued many users, particularly on the Serato side.

It has a ton of effects, and has received rapid-fire updates every few months. Pioneer is clearly putting a ton of money into the quick development of the software – remember how it launched only 8 months ago?

What Traktor + Serato Gear Works With Rekordbox?

One of the biggest obstacles in changing DJ software is the concern that you’ll have to spend money buying new gear. But the price structure of Rekordbox DJ (paying up front or buying a subscription) allows Pioneer DJ to justify not restricting what devices you can use with the software. This means that you should be able to use Rekordbox with just about any soundcard that your computer recognizes. See it in action with a Kontrol Z2 and Maschine in the video above.

This goes beyond just MIDI mapping controllers that weren’t designed for Rekordbox use. As Damien points out above, it’s particularly important for audio devices, especially when used with DVS. These often have to be certified for use Serato / Traktor – but that’s not the case with Rekordbox.

Here’s the hardware we’ve tested and confirmed as working with Pioneer DJ’s DVS pack so far (we’ll expand on this list in the next few hours – if you can check any hardware, let us know the results in the comments):

  • Rane SL 2/3/4
  • Traktor Kontrol Z2
  • Traktor Audio 6/8/10
  • Serato control vinyl
  • Pioneer DJ gear (obviously) including any DDJ-unit with inputs, DJMs with built-in sound cards, Rekordbox timecode, etc. Full list here.

It’s worth noting that just because these devices work with Rekordbox DJ now doesn’t mean they will in the future – or that there’s any support for them if anything goes wrong:

“DJ equipment other than those above are not supported for rekordbox dvs function even if it works on it.” – Pioneer DJ’s support page

MIDI Mappings and Other Features

A lot of Traktor and Serato users will also wonder about MIDI mappings. While Rekordbox doesn’t yet have advanced MIDI mapping that uses modifiers and layered logic like Traktor, it does have most basic controls easily mappable. It’s fairly intuitive – watch how one YouTube user, DJ DP, quickly maps a Kontrol X1:

Looking for Rekordbox MIDI maps? There aren’t too many MIDI mappings available for Rekordbox DJ yet – but a growing number can be found on DJTT’s own maps.DJTechtools.com

How To Setup Traktor + Serato Audio Interfaces

The Rane SL4 in Rekordbox's preferences

The Rane SL4 in Rekordbox’s preferences

Not only does other hardware work, but Serato timecode vinyl and CDs do as well. Setting up audio interfaces to work with Rekordbox DJ is pretty straightforward:

  • Open Rekordbox’s preferences to the audio tab and select the audio interface you have plugged in
  • Make sure the mixer mode is set to external
  • Select the correct inputs and outputs on the soundcard. For example “input 1” on the audio interface will actually be both input 1 and input 2 in the software (two mono inputs).
  • For DVS users, open the DVS Tab and check the control signal.
  • Play back audio on each channel to ensure everything is routed correctly

If you need help setting up your sound card, watch my quick video below explaining it in detail:

Still A Challenge: Metadata

There’s of course one big challenge that’s worth noting for anyone thinking of switching to Rekordbox: your metadata. Right now there’s no way to get your Serato crates / cues / loops / etc from one software to another.

Rekordbuddy 2 will solve this for every software – but it’s still in a beta state. Once it is finalized, we’re excited to see DJs able to freely move from software to software on a whim. After all, it should be the features and performance that cause you to use one piece of software over another – not some restrictions around hardware or your music library.

Learn more about Rekordbox DJ on the official site here –  it comes with a 30 day trial that allows you to use it in full.  Of course, the software is new and not as “mature” as Serato or Traktor, but it’s still well worth looking into.

Autore: DJ TechTools