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Economia

Ed ora riformare l’Inps

Con la sua relazione tecnica sugli effetti del decreto dignità sul mercato del lavoro, e la sua audizione in Parlamento, il presidente dell’Inps ha distrutto di un colpo solo, tutta i la benemerenza che si era conquistato per aver dato una mano alla riduzione delle pensioni ad alcuni vecchi parlamentari e loro superstiti, con un’operazione la cui costituzionalità è tutta da accertare. Come aveva avuto già modo di affermare, il presidente dell’Istituto di previdenza sociale di fronte ai reiterati attacchi governativi che lo accusavano di essersi semplicemente inventato i numeri, ha ribadito che quelli erano e che i dati non sono intimidibili. Ora è indubbio che i dati di per sé sono delle rappresentazioni comparabili di un qualcosa. Ma sono interpretabili.

I dati sono sovente presentati come un’entità super partes, fonte di una verità imparziale e quindi inoppugnabili, nonostante che già all’inizio del secolo scorso il filosofo – sociologo Otto Neurat si fosse premurato di affermare che non esiste una neutralità della scienza o dei fatti scientifici.Per fare un esempio quando parliamo dei flussi del Tfr ( circa 50 miliardi), li dobbiamo comprendere nella spesa previdenziale oppure nella massa retributiva, visto che si tratta di salario differito. Perché non è indifferente dove cataloghiamo il tfr. Nel primo caso aumentiamo la spesa pensionistica, nel secondo la rendiamo compatibile con i parametri europei e dell’Ocse e quindi ci sono spazi per ulteriori miglioramenti alle pensioni. Però le risposte tranchant avrebbero fatto partire il count down per liberare il posto che potrebbe portare anche ad una riforma dell’ente, ormai imbalsamato dalla legge 88/89 e dal decreto legislativo 479/94.

L’INPS, dopo aver assorbito lo Scau, l’Inpdai, l’Ipost l’Enpals e l’Inpdap, è un megaente che amministra 23 milioni di assicurati, 22 milioni di pensioni e un budget di 800 miliardi di euro fra entrate e uscite,svolge un ruolo centrale per la tenuta del nostro sistema di sicurezza sociale.Sicuramente si trova nel mare agitato dalle grandi difficoltà dovuto alle nuove competenze aggiuntive continuamente affidate si può dire a ritmo mensile, ultime le famose Api vanno ad aumentare fisiologicamente le difficoltà storiche dovute della scarsezza delle risorse tecnologiche, alcune molto obsolete e quelle umane. Ora è il momento di attuare una rinnovata governance. Se ne parla dal 2014, con impegni presi dal governo Letta in Parlamento e come da anni chiedono i sindacati ed i rappresentanti dei datori di lavoro, non solo, ma anche la Corte dei Conti. Non per questioni astratte, di potere o strapotere di una parte o dell’altra ma di funzionalità ed efficienza che i nuovi compiti mettono costantemente a dura prova. .Si pensi alla vicinanza fisica con l’utenza. Non si può pensare che l’Inps diventi un soggetto virtuale esistente solo su internet. Meno male che esistono i patronati con il loro contato umano.Partiamo dal modello organizzativo. Più volte è stata ribadita la necessità di una governance diversa, pur confermando il modello duale, nella quale il ruolo del Presidente (o del Consiglio di Amministrazione), sia bilanciato dal rafforzamento delle funzioni di indirizzo e vigilanza del Civ, e rafforzando parimenti il ruolo e la funzione dei Comitati Regionali e Provinciali e dei diversi Comitati nazionali.. La non risolta carenza del personale avrebbe dovuto dissuadere dall’ istituire strutture nuove come le Direzioni metropolitane, che si affiancano alla preesistenti Direzioni Regionali e che ha creato in ambito regionale almeno una duplicazione delle strutture e annessi uffici di supporto.Che si potesse o dovesse creare un raccordo operativo nell’ambito delle città metropolitane e le regioni in territori complessi ed articolati forse poteva essere anche una idea sufficientemente ragionevole e pragmatica, ma la creazione di organismi paritetici fra loro crea nei fatti al di là delle migliori intenzioni dei preposti conflitti di competenze, espliciti e, più insidiosi, quelli latenti.Il personale è diminuito in cifra assoluta mentre è aumentata l’età media degli ultra cinquantenni. Si spera molto nelle nuove risorse umane che arriveranno dai concorsi in fase di espletamento. Ma ci vorranno ancora alcuni anni se tutto procederà a ritmo spedito.

Circa un anno fa  l’Inps ha approntato un “Modello di presidio territoriale a operatività differenziata” . Al centro di questo modello ritroviamo  l’agenzia territoriale sia pure in base a nuovi presupposti teorici. Il documento individua due parametri di riferimento. Il primo è il Criterio della popolazione residente, il secondo è il numero dei lavoratori da adibire, in un’ottica di completa telematizzazione dei servizi, il primo parametro è costituito da 60.000 abitanti, mentre il secondo parametro individua la forza lavoro in almeno 10 unità di personale. Facendo un po’ i classici conti della serva, vuol dire che nel Lazio che ha 5.800.000 abitanti, mille impiegati sono più che sufficienti, mentre l’ Italia che ne ha 60 milioni ne bastano 10.000, poi mettiamoci 5000 dipendenti per le attività strumentali e con 15mila  a regime si va più che bene.Il documento Inps afferma inoltre che “L’Agenzia rimane comunque il nucleo base di servizi standard, il nucleo produttivo più vicino al cittadino/utente, ma fa cadere il rapporto diretto fra impiegato Inps e utente, perché la produzione si baserà sullo sviluppo tecnologico e multicanale. Ci saranno nuove modalità di distribuzione dell’attività produttiva, con possibilità di eseguire da remoto una serie di operazioni che prima richiedevano un contatto con gli utenti. La conseguenza di queste scelte organizzative ed informatiche, magari anche dovute, ma non sempre condivise fra i due poteri Presidente/Inps, anzi speso in forte contrapposizione,porteranno a diradare di molto il rapporto con l’utenza privilegiando il colloquio di natura telematica.

In ultimo, rispetto all’Ape volontaria, il Consiglio di Stato nell’emanazione del suo parere, aveva suggerito l’introduzione di strumenti di mediazione e di conciliazione per contribuire a ridurre il contenzioso in alternativa ai ricorsi ordinari, da attivarsi anche presso l’Inps, coinvolgendo i Comitati provinciali e Regionali, dando per scontato che l’Ape volontaria e quella sociale, saranno confermate.

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Economia

Ftse Mib: brutto risveglio per l’indice che rompe 21.750 punti. Buzzi conferma la rottura dei 20 euro

Ftse Mib: apre in gap down il listino tricolore italiano che rompe in apertura i 21.750 punti. Importante la chisura di oggi per capire se l’indice recupererà tale livello ripuntando i 22.000 punti o proseguirà verso area 21.500 punti.

Buzzi Unicem: il titolo ieri ha rotto con forza il supporto statico a 20 euro e oggi conferma tale movimento ribassista con un forte calo. I prezzi dunque sembrano intenzionati a tornare sulla trend line rialzista di lunghissimo corso che passa in area 18,5 euro. Il break di tale livello complicherebbe il quadro grafico del titolo.

Mediaset: il titolo si trova tra due livelli importanti, ovvero 3 e 2,5 euro. Positiva la divergenza apparsa su RSI sugli ultimi due minimi relativi ma un recupero di forza dovrà passare dal superamento dei 3 euro, con target la trend ribassista di lungo periodo e i 3,4 euro. Molto negativo invece sarebbe il break dei 2,5 euro, con ritorni anche a 2,2 euro.

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IL FATE PRESTO DELLE BANCHE CENTRALI!

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Di cosa pensa la storia sulle banche centrali lo sapete già, la rersponsabilità delle più grandi crisi economiche finanziarie sono loro, come diceva il buon Galbraith, uno dei più grandi economisti della storia,la perniciosa inutilità della politica monetaria e i rischi che derivano dal fare affidamento su di essa sono oggi una realtà.

A molti è sfuggita la notizia ma non a noi, guardate cosa è accaduto in Francia…

La BCE sta perdendo qualche battaglia di troppo 😉 @AlbertoBagnai https://t.co/CWJr79LAUc

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) July 17, 2018

FRANCOFORTE (Reuters) – Le banche francesi hanno ottenuto venerdì una storica vittoria contro la Banca centrale europea, che ah concesso loro un’esenzione dal possesso di capitale contro i depositi dei clienti parcheggiati presso un fondo di proprietà statale.

La Corte Suprema dell’Unione Europea ha annullato una decisione della BCE chiedendo che le sei banche accantonassero il capitale contro i depositi speciali che hanno con l’ente statale d’investimento Caisse des Dépôts et Consignations (CDC).

La sentenza segna il primo successo di alto profilo per le banche in una causa intentata contro la BCE da quando la banca centrale è diventata la principale autorità di vigilanza del settore nel 2014 sotto la guida dell’ex capo regolatore francese, Daniele Nouy.

Qualcuno si chiederà per quale motivo do rilievo a questa notizia, la gente comune non può capire, ma questo testimonia quanto sia spesso arbitraria l’interpretazione delle regole da parte della vigilanza, da parte della BCE.

“La BCE ha commesso un errore di diritto e commesso errori manifesti di valutazione”, ha affermato la corte

La sentenza ridurrà i requisiti patrimoniali per BNP Paribas ( BNPP.PA ), Société Générale ( SOGN.PA ), Credit Agricole ( CAGR.PA ), Credit Mutuel, Groupe BPCE e La Banque Postale di miliardi di euro in totale.

Non entro nei dettagli tecnici a noi non interessa, ma come racconta Reuters la BCE sta affrontando una serie di azioni legali da parte di banche che non sono d’accordo con le sue decisioni.

L’altra notizia esplosiva è questa e questa volta proviene dall’Italia…

Spettacolo a cielo aperto #BCC la guerra è appena iniziata! https://t.co/z6xFLclzaQ

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) July 16, 2018

Questo dimostra che spesso e volentieri le banche centrali e la vigilanza impongono regole o comportamenti contabili che nulla hanno a che vedere con la normativa, o meglio regole e norme che vengono interpretate ad immagine e somiglianza.

Ricordo a tutti che gli americani sono stati più scaltri e furbi durante la crisi finanziaria che ha travolto le loro banche, non hanno reso più difficile il compito delle istituzioni finanziarie hanno favorito addirittura la sospensione delle regole, attraverso il famigerato FAS 159.

LA FONTE DELL’ETERNA GIOVINEZZA!

ESPLORANDO LA FONTE DELL’ETERNA GIOVINEZZA …

…abbiamo visto insieme quello splendido artificio contabile conosciuto comunemente come FAS 159, creato dagli architetti della nuova generazione finanziaria, che ha permesso ai bilanci delle istituzioni creditizie di superare temporaneamente lo tsunami prodotto dalla piccola farfalla subprime.

Un providenziale e regolare aiuto

SOSTIENI IL NOSTRO VIAGGIO!

E invece no, in Europa la vigilanza ha pensato bene di rendere ancora più severe le regole in mezzo ad una depressione economica, la politica o meglio la Germania, ha imposto austerità e l’euro ci ha messo la ciliegina sulla torta, ovvero la deflazione salariale, i banchieri centrali hanno imposto al nostro Paese di tagliare gli stipendi…

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…hanno messo il Governo Monti per distruggere la nostra domanda interna!

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Bene ora scopriamo che basta la crescita per fare scendere le sofferenze delle nostre banche, scopriamo che l’acqua è bagnata!

Ma tu guarda basta far ripartire l’economia e le sofferenze scendono! A tempo debito qualcuno dovrà rendere conto delle svendite NPL e non escludo sorprese dietro la fretta imposta! #sapevatelo pic.twitter.com/BxHkXAhgTA

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) July 17, 2018

Esatto, non escludo sorprese dietro la fretta imposta sulle riforme delle banche e sulla svendita dei crediti deteriorati, per gli amici NPL. a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca! Ma davvero qualcuno è ancora convinto che era naturale liquidare NPL, soprattutto in territori a forte vocazione economica a valori inferiori a 20 centesimi, senza attendere pazientemente una ripresa economica? Stiamo scherzando vero?

Ma davvero era necessaria tutta questa fretta, non era meglio concentrarsi sul rilancio della crescita economica, avete idea della dimensione del tragico sbaglio ad essere buoni fatto dalla politica, dai burocrati e banchieri europei e voi date ancora credito a questa gente?

Stiamo scherzando vero?

Ieri il ministro Tria, tra le tante cose dette nell’audizione presso la commissione Finanze e Tesoro del Senato ha suggerito che…

“Se ogni governo che si alterna chiude le riforme precedenti e ne apre altre, la certezza del diritto, il sistema generale del diritto viene messo a dura prova”.

Ditemi che sta scherzando vero, ditemi che è un fake, quanta fretta dietro le sollecitazione della Banca centrale europea!

«In uno dei suoi saggi più influenti, Friedman formulò la panacea tattica che costituisce il nucleo del capitalismo contemporaneo, e che io definisco “dottrina dello shock”. Osservava che “soltanto una crisi – reale o percepita – produce vero cambiamento. Quando quella crisi si verifica, le azioni intraprese dipendono dalleidee che circolano. Questa, io credo, è la nostra funzione principale: sviluppare alternative alle politiche esistenti, mantenerle in vita e disponibili finché il politicamente impossibile diventa il politicamente inevitabile”. Alcune persone accumulano cibo in scatola e acqua in previsione di grandi disastri; i friedmaniani accumulano idee per il libero mercato. E quando la crisi colpisce – ne era convinto il professore dell’università di Chicago – è fondamentale agire in fretta, imporre un mutamento rapido e irreversibile prima che la società tormentata dalla  crisi torni a rifugiarsi nella tirannia dello status quo» (Naomi Klein).

Ma se si scoprisse che la precedente riforma, come altre in atri campi, spesso incostituzionali, ripeto…

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… se si scoprisse che è incostituzionale come lo è veramente, fare qualcosa metterebbe a dura prova la certezza di cosa, del diritto?

Un attimo di riflessione in questo Paese è legittimo, fermiamoci tutti insieme a riflettere, perché il fate presto delle banche centrali, della politica, dei pessimi analisti di Confindustria ha distrutto il Paese! Buona consapevolezza!

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IL FATE PRESTO DELLE BANCHE CENTRALI!, 10.0 out of 10 based on 15 ratings Author: Finanza.com

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What is a trade war and what happens when tariffs are imposed?


Lots of misunderstanding when it comes to the effects of tariffs.

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Economia

Il fantastico mondo di JEROME POWELL

Audizione del presidente della FED. Tutto va a gonfie vele, tutto va come previsto, tutto bene. E’ evidente che Powell ha imparato la lezione.

Ve lo ricordate il primo intervento pubblico di Jerome Powell? Un disastro. I mercati subito presero paura, temendo l’arrivo del temuto falco. Fece l’ingenuità di dire quello che pensava. Che c’è di strano, direte voi? Beh, è ovvio che in certi ruoli occorre recitare una parte, tanto che subito dopo, lo stesso Powell fece delle correzioni e alla prima occasione i suoi toni cambiarono radicalmente.Probabilmente ha avuto qualche lezione dalla Yellen, forse ha capito cosa il mercato voleva sentirsi dire. E quanto ha detto lo stesso Jerome Powell ieri sera mi ha impressionato. Leggete voi stessi.

(Teleborsa) – La ripresa economica è solida e i rischi sono bilanciati, assicura il presidente della Fed, Jerome Powell in un’audizione alla commissione bancaria del Senato americano. Inoltre il tasso di disoccupazione è basso e tenderà a scendere ancora mentre i recenti dati sull’inflazione sono ”incoraggianti”. Alla luce di questa situazione macroeconomica, la Fed ritiene che la strada migliore da percorrere è quella di continuare ad aumentare i tassi d’interesse in maniera graduale. Le condizioni finanziarie ”restano favorevoli alla crescita. Il nostro sistema finanziario è decisamente più forte di quanto non lo fosse prima della crisi ed è in una buona posizione per far fronte alle necessità di credito delle famiglie e delle imprese”. “L’Unione europea non è un nemico degli Stati Uniti”, ha poi specificato Powell dopo le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che aveva definito l’Unione europea un “nemico” di Washington.

Ora, siamo onesti. Quanto descritto da Powell non è esattamente il mondo perfetto, il mondo a cui qualsiasi economia vorrebbe mirare, il mondo che è utopia e che in questo caso è diventato realtà? Per carità, siamo d’accordo che la situazione USA è migliore di quanto lo sia in Europa, ma mi sembra proprio che il buon Powell stia cercando di tenere elevata la fiducia. Perché sempre di fiducia si parla e il grande timore del sistema è che la fiducia venga meno. In un’economia fatta di carta, senza la fiducia come si riuscirà a dare valore a tutto quello che un valore non ha? Dite che sto esagerando? Lasciatemi quantomeno il beneficio del dubbio… Per lo meno vogliate ammettere che Trump con il suo protezionismo potrebbe quantomeno scalfire questo mondo perfetto.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

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Il fantastico mondo di JEROME POWELL, 10.0 out of 10 based on 4 ratings Author: Finanza.com