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Examining Trump’s Trip To Europe


The big news of the week is that President Trump has finished his trip to Europe, wrapped up with a major meeting with Vladimir Putin in Helsinki. We’ve got Anya Parampil analyzing the press conference; Peter Oliver helps us dissect the Nord Stream 2 issue that seems to be making headlines; and Hilary Fordwich and Steve Malzberg join us as well as these two provide their own insight into the Trump trip and how they felt it went. All this and more on Boom Bust! [1118] Tags: Bart Chilton, Boom Bust, Ashlee Banks, Anya Parampil, Steve Malzberg, Peter Oliver, Hilary Fordwich, Russia, Helsinki, Nord Stream, Trump, Putin, EU, Iran, sanctions, USDA, Theresa May, Brexit, referendum, Amazon, Prime Day, workers, strike, white supremacy Follow us on Twitter:
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Economia

Setup e Angoli di Gann: FTSE MIB INDEX 18 Luglio 2018

Setup e Angoli di GannFTSE MIB INDEX

Setup Annuale:ultimi:2016/2017 (range 15017/23133 ) ) [ uscita rialzista ]prossimo 2019/2020

Setup Mensile:ultimo Maggio (range 21122 / 24544 ) [ in attesa ]prossimi Luglio/Agosto

Setup Settimanale:ultimi: 9/13 Luglio ( range 21579/22194 ) [ in attesa ]prossimi 16/20 Luglio

Setup Giornalieroultimo : 16 Luglio (range 21740 / 22071 comp. est.) [ in attesa ]prossimi 18,19

FTSEMIB Angoli Annuali 2018 18440, 19900, 21840,24580, 27300ALLSHARE Angoli Annuali 2018 19490, 20640, 22550, 25630, 27140, 28830,COMIT Angoli Annuali 2018 1076, 1151, 1187, 1367, 1445, 1460,1606

Angoli Mensili Luglio 19950, 21400, 21950, 23180, 23820, 24400Angoli Settimanali: 20700 21540, 21980, 22360,22910Angoli Giornalieri 21552, 21698, 21748, 21802, 21936, 22068, 22116,22274

I commenti giornalieri sull’articolo riguardante i Setup e gli Angoli di Gann saranno sempre disabilitati e continuerano sempre colo unico settimanale

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Il GRANDE BLUFF teutonico

Deutsche Bank: trimestrale BOOM, ma forse i motivi sono molto più profondi di quanto possiate pensare. Derivati e titoli illiquidi nel mirino.

Sempre in contrasto, con il beneficio del dubbio.Quale sarà la realtà? Una banca che realmente è “fuori controllo” e che quindi è destinata al default o quantomeno al salvataggio pubblico, oppure stiamo sopravvalutando il problema?Io continuo ad essere convinto del fatto che Deutsche Bank rappresenta una mina vagante, una banca che ha accelerato su tutta la finanza più estrema per tenere il passo delle più importanti banche USA.Spesso, come è giusto che sia, critichiamo le nostre banche. Ma cari lettori, sappiate che anche nei paesi considerati totalmente sicuri, come la Germania, ci sono delle storie che di sicuro hanno ben poco. E la vicenda USA di Deutsche Bank ce ne ha dato la prova.

(…)Deutsche Bank ha fallito gli stress test della Federal Reserve, che per motivare la sua bocciatura ha fatto riferimento a una “debolezza materiale nei piani relativi al capitale” del colosso bancario tedesco. I risultati sono la seconda parte degli esami annuali della banca centrale americana, nei quali questa approva o meno i piani degli istituti di credito per aumentare i buyback o pagare i dividendi. Deutsche Bank e’ stata l’unica banca a fallire il secondo round degli stress test. La Fed ha detto che la banca tedesca non e’ capace di prevedere correttamente i ricavi e le perdite delle linee chiave di business e ha mostrato lacune nei controlli sulla gestione del rischio. (…) [Source

La controllata americana di DB gestisce asset per 133 miliardi di dollari, non ha passato la seconda parte degli stress test annuali della Federal Reserve per carenze ampie e critiche. Questo lo ritengo essere solo la punta di un iceberg, visto che le banche tedesche oltre ad avere in pancia ancora moltissimi derivati, hanno mantenuto un modello di business poco efficiente. Per motivi di spazio e tempo non vi parlo di Commerzbank e delle varie Sparkasse, ma se ben ricordate, in passato già vi ho detto molto sull’argomento.

Intanto però il faro sui derivati e sui titoli illiquidi deve sempre restare ben acceso sul problema. Infatti il fenomeno è ancora più grave di quello che emerge, considerato che gli stessi derivati in pancia alle banche teutoniche sono circa un terzo del totale detenuto dalle banche europee e che i titoli più opachi e rischiosi, quelli definiti di livello tre (titoli illiquidi), sono circa il 40% del capitale netto tangibile, contro circa il 9% delle banche italiane.

Quindi motivi per restare tranquilli, insomma, ce ne sono pochi. Ma ecco che un illuminante news cerca di ribaltare tutto.

Utile lordo (700 milioni) e netto (400 milioni), ricavi (6,6 miliardi), spese al netto degli interessi (5,8 miliardi), CET1 (13,6%) e leva finanziaria (3,9%): i dati preliminari di Deutsche Bank nel secondo trimestre dell’anno sono andati tutti «considerevolmente» meglio delle previsioni di mercato e del consensus. E questo gap, tra quanto atteso e quanto realizzato, è stato tale da far scattare ieri un trigger, l’obbligo, imposto dall’autorità di vigilanza bancaria tedesca BaFin, di pubblicazione dei dati trimestrali in via preliminare. Le regole della compliance questa volta hanno giocato a favore della banca, da tempo messa sotto osservazione dai suoi azionisti, dagli investitori internazionali e dalle agenzie di rating per migliorare redditività e strategia. I risultati a sorpresa infatti sono stati graditi dal mercato che li ha premiati con un rialzo di DB alla Borsa di Francoforte del 7,36 per cento. (…) Nel comunicato Deutsche Bank ieri ha sottolineato che la performance del secondo trimestre conferma la stabilità della banca. Ma c’è di più. Gli azionisti, gli analisti, gli stakeholders e le agenzie di rating attendevano da tempo un segnale che posizionasse la banca al suo giro di boa, con le peggiori notizie archiviate e il nuovo piano strategico e di ristrutturazione operativo a pieni giri e dunque finalmente implementato a passo spedito. Questo trimestre potrebbe segnare la svolta, ma il mercato attenderà conferme nel secondo semestre dell’anno. (…) Deutsche bank ha avviato lo smantellamento di quelle attività negli Usa che l’hanno vista perdente contro la concorrenza delle rivali statunitensi: ma in Germania e in Europa non cederà terreno ma al contrario continuerà a rafforzarsi, tenendo sotto controllo e riducendo i costi delle attività meno redditizie ma investendo di più nell’alta tecnologia per tenersi al passo con i tempi. (…) [Source

Incredibile. Anzi no.Tutto fila, bisogna fare il possibile per far tornare fiducia su DB per evitare il fuggi fuggi di investitori e clienti. Bisogna dare segnali tangibili di un miglioramento che a conti fatti sembra illuminante. Però non possiamo anche dimenticarci del resto.Parlo proprio e sempre di loro. 48 mila miliardi di euro lordi – 14 volte il Prodotto interno lordo della Germania – di DERIVATI in pancia all’istituto.Ve lo ripeto.14 volte il PIL tedesco.Se non è una bomba atomica innescata questa…E anche un potenziale aumento di capitale non potrebbe che limitare minimamente il problema.Credo sia chiarissimo che il problema si può solo cercare di gestirlo al meglio, evitando traumi e consentendo alla banca una progressiva “exit strategy”. Ma per questo è necessario un mercato “tranquillo e sereno” e non certo in tensione.La trimestrale potrebbe aiutare, ma “smontare” il castello di carta creato in DB tra derivati e titoli illiquidi di livello3, non sarà né facile né rapido.

STAY TUNED!

Danilo DT

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Taglio delle pensioni o flax tax?

L’attuale governo ha programmaticamente definito, in base del suo contratto  le materie e le modalità di come deve affrontare e risolvere nel governare la cosa pubblica. Sulle pensioni il “ contratto” prevede genericamente il superamento della Fornero, quota 100 e proroga dell’opzione donna.Nè più illuminante è stata l’audizione alle Camere tenuta il 12 luglio scorso. Di dettaglio non è stato ancora prodotto un solo documento, ma nel frattempo vengono portate avanti battaglie ( poi vedremo con quale esito) iconoclaste contro i vitalizi di una sparuta truppa di vecchi parlamentari e il contemporaneo annuncio del taglio delle pensioni superiori ai 4000 euro mensili, le famose pensioni d’oro. La prima battaglia era giustificata dall’abbattimento degli “ingiusti privilegi della casta”, la lotta alle pensioni d’oro invece mira a colpire i“parassiti sociali” che hanno campato sulle spalle di tanta gente.Anche in questo caso valgono  le perplessità già espresse in occasione dell’eliminazione dei vitalizi degli ex deputati: diritti acquisiti, diritti soggettivi, costituzionalità del provvedimento, ma anche la possibilità, che con il ricalcolo, in caso di parlamentari di lungo corso e con stipendi in crescendo, alla fine invece di essere penalizzato potrebbe aver diritto ad una pensione ancora maggiore. E’ successo quando è stato introdotto il contributivo per tutti in pro-rata nel 2012 e c’è voluta una legge per limitare gli importi.Ma ammesso e non concesso che la riduzione delle pensioni d’oro vada in porto, i “puniti” saranno ristorati con il varo della flax tax, che è un altro punto irrinunciabile del contratto.

la flat tax è un sistema di tassazione che si basa su una sola aliquota che, però, può essere associata anche a detrazioni o deduzioni così pur avendo la stessa aliquota legale per tutti, di fatto, l’aliquota media è sempre riferita al reddito personale.Secondo i sostenitori di questo modello fiscale la flat tax, ovvero un’aliquota bassa e unica per tutti, porterebbe a una maggiore equità fiscale, all’emersione dell’evasione e persino un aumento complessivo del gettito fiscale per lo Stato. Tutto da dimostrare ma nell’immediato il nuovo regime fiscale si caratterizzerebbe con due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche e per le classi che già non pagano irpef, la conferma della “no tax area”.Taglieggiati da una parte, ristorati dall’altra, con qualche guadagno perfino questa è la prospettiva dei pensionati d’oro. L’unico neo è dovuto alla probabile ipotesi che l’entrata in vigore dei provvedimenti non sarebbe sincroni .Perchè il taglio pensionistico potrebbe essere immediato, la frex tax se ne parlerà forse dal 2019, a meno che non cambiano il ministro del Tesoro che si dimostra troppo avaro e indipendente.Non dobbiamo dimenticare poi che a fianco della pensione contributiva, c’è anche la pensione “flex rate”, una pensione scollegata da qualsiasi modello assicurativo attuariale e spetta ad una determinata età ed un determinato reddito. Grosso modo è assimilabile all’assegno sociale (448 euro mensili che si vorrebbe rimpinguare fino a 780 con la pensione di cittadinanza).A questo punto sono molti che chiedono il passaggio dalle parole ai fatti, dal sindacato ad Avvenire

L’impressione che se ne ritrae nel tourbillon di tagli ai privilegi, quota 100 che lievita a 42 anni, pensione sociale a tutti,  che più passa il tempo più sembra affievolirsi, da parte governativa, la possibilità di una vera riforma pensionistica che superi strutturalmente la legge Fornero, perché degli spazi per ulteriori interventi ci sono, specie se si rilanciano gli investimenti e l’occupazione ( che portano contributi all’Inps, fra l’altro).Sul taglio delle pensioni superiori ai 4.000 euro, occorre favorire una solidarietà nel sistema pensionistico, anche attraverso l’istituzione di un contributo di solidarietà a carico delle pensioni alte in modo da recuperare risorse a favore dei giovani o degli altri pensionati.. L’utilizzo del ricalcolo contributivo è estremamente pericoloso perchè si parte dalle cosiddette ‘pensioni d’oro’ e si rischia di arrivare al taglio di tutte le pensioni..

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Oil market selloff


Is some deal in the works between Trump and Putin?