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TRUMP: GLOBAL WAR! E noi siamo i suoi primi nemici…

Se cercavate il cigno nero, forse cercatelo in vesti diverse, magari mascherato con un parrucchino biondo. Si, perché già più volte abbiamo messo i lettori del blog davanti alla realtà. La guerra commerciale, condita anche da un po’ di guerra valutaria, portata avanti da Trump nei confronti di (quasi) tutti può solo creare grandi danni all’economia globale. USA inclusi.Intanto la prima nel mirino resta la Cina.

(…) Un tema tornato alla ribalta nei giorni scorsi quando gli Stati Uniti hanno annunciato nuove tariffe su 200 miliardi di merci importate dalla Cina. Aprendo così un nuovo capitolo nella guerra commerciale partita con i dazi sull’importazione di acciaio e alluminio (che hanno colpito anche la Ue e il Canada) e proseguita con tariffe sull’import di merci cinesi per un controvalore di 50 miliardi di dollari (in vigore dal 6 luglio su 34 miliardi di dollari di merci mentre per i rimanenti 16 miliardi toccherà aspettare agosto). (…)

E poi tocca al resto del mondo, Europa compresa. Ma nel frattempo Wall Street vola. Ma che succede? Semplice. RICORDATE cosa vi dice il buon vecchio Danilo DT. Le borse sono sempre guidate da utili ed aspettative di utili. Il trimestre passato è stato nuovamente impressionante e quindi i nuovi massimi di tanti titoli (soprattutto hi tech) trova giustificazione da numeri di bilancio molto buoni. Lasciamo da parte quanto hanno pesato, in questi numeri, le poste di bilancio “NON ordinarie”.

Quindi in questo momento continua ad esserci l’illusione che la borsa USA salirà forse per sempre dimenticando, appunto, gli effetti di una guerra commerciale. Non vi tedio oltre, basta riprendere i POST sull’argomento e troverete tutto. Vi ricordo solo che resta solo una chance: che Trump tra un po’ (nemmeno troppo in là) si decida a sedersi ad un tavolo (magri quando vede che i numeri dell’economia USA iniziano ad invertire) per trattare con tutte le grandi controparti il tema del neo protezionismo. Sempre se saremo ancora in tempo.Infatti, vi ricordo che l’economia è fatta di numeri ma anche di sottili equilibri che si sono creati negli anni, che forse hanno anche danneggiato un po’ la crescita USA ma che indirettamente hanno creato valore a Washington, permettendo a tante economie di crescere bene, consumando anche tanto made in USA.Ma questo forse Trump lo sottovaluta. O forse siamo noi che sottovalutiamo Trump, un personaggio controverso che forse in testa ha già un suo piano. Speriamo solo che questo suo piano non sia un disastro…

(…) Gli analisti di Ubs hanno analizzato in un recente report il fenomeno del protezionismo e le sue possibili ripercussioni sull’economia e sui mercati e sono arrivati a stimare, in caso di escalation nel confronto visto finora tra Stati Uniti e Cina, una flessione del 6% degli utili delle società quotate Usa e un potenziale ribasso del 10% delle quotazioni dell’indice.Qualora invece si dovesse arrivare a una guerra commerciale su scala globale è possibile ipotizzare un calo del 15% degli utili e un ribasso potenziale dell’indice S&P 500 superiore al 20 per cento. (…) [Source]

Mah, la teoria è una gran cosa, la finanza passiva può tranquillamente enfatizzare questi numeri, dando il via alla sagra dello stop loss ed alla fuga dal rischio. Per andare dove? Beh, lo scopriremo solo vivendo. Intanto anche in Europa forse non siamo al sicuro, visto che adesso addirittura siamo i NEMICI. Così parlo Donald Trump.

(…)«Ne abbiamo tanti. Penso che l’Unione europea sia un nemico, per come ci tratta nel commercio. Non lo credereste, ma (gli europei ndr) sono dei nemici. La Russia è per certi aspetti un nemico e anche la Cina è economicamente un nemico. Tutto ciò non significa che siano cattivi. Non significa nulla. Significa che sono in competizione con noi» (…) [Source

Ecco perché siamo NEMICI. Ma forse l’economia non funziona come pensi tu caro Donald, lo ripeto, ci sono degli equilibri che tu non consideri. Saltati quelli, salta tutto. Ma forse la tue megalomania non ti permette di capire che gestire un paese come gli USA non è come gestire la tua società immobiliare. Poi magari hai ragione tu e come è giusto che sia, io ho torto. Ma lasciamo almeno il beneficio del dubbio.

STAY TUNED!

Danilo DT

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Economia

WALL STREET: sprazzi di positività ma l’allerta deve restare alta

Continua il momento positivo per la borsa USA e il COT conferma una tendenza positiva. Ma l’intermarket non sembra così allineato. Analisi dal CFTC di Chicago. [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno goduto di un sentiment estremamente positivo. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, cresce infatti di un altro 1,5 % e si riporta sopra quota 2.800 punti. Ancor meglio fa il Nasdaq, ossia il listino delle imprese tecnologiche, che continua a stabilire nuovi record. Un sentiment probabilmente esagerato ed eccessivo, che contrasta con quanto vi vede sul più ampio scenario intermarket. Quest’ultimo, evidenzia, più di un fattore di rallentamento dell’economia reale, ma il mercato azionario, per ora, sembra ignorarli. Non c’è da meravigliarsi, da anni le cattive notizie, ossia un economia reale in rallentamento, che viaggia ad un ritmo molto moderato, è vista con favore dai mercati dell’equity. Non si producono, infatti, tensioni sui più importanti fattori produttivi, il cui costorimane moderato e sotto controllo, mentre ricavi ed utili aziendali continuano a crescere.

Come accennato, lo scenario intermarket testimonia, da qualche mese, un’economia reale in rallentamento.In particolare, il dollar index, si mantiene tonico, questa settimana raggiunge quota infatti 94,72, il 5,6 % in più di quattro mesi orsono. Le commodities mostrano, invece, sempre più la corda. In quest’ultima ottava perdono un ulteriore 2 % in termini reali. Negli ultimi due mesi la perdita è di circa il 5 %. Non certo un dato che indica salute per l’economia reale. Pesano credo anche i dazi imposti di recente dagli Usa.

Anche dal mercato obbligazionario non giungono segnali incoraggianti. I rendimenti dei bond decennali Usa, dopo aver superato il 3 %, sono infatti retrocessi a quota 2,83 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, invece, continuano lentamente a crescere, ed hanno raggiunto quota 2,59 %, la quota più alta degli ultimi anni. L’inclinazione della yield curve Usa, si è pertanto ridotta di molto, ed oggi è pari a soli 24 bps. Il prossimo annunciato rialzo dei tassi, ad opera della Fed, potrebbe pertanto determinare l’inversione della curva. Inversione che annuncia, com’è noto, con circa 6 mesi d’anticipo, l’arrivo della recessione. Nonostante ciò, si afferma che la Fed potrebbe addirittura farne altri 2 rialzi dei tassi. Vedremo. I mercati azionari Usa, infine, dopo circa 6 mesi di sostanziale ed erratica lateralizzazione, da alcune settimane sembrano voler tornare a crescere. Aspettiamo conferme, potrebbecomunque essere questa la fase finale dell’ormai storico bull market iniziato il 9 marzo del lontano 2009.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 97.450Large Traders : + 80.480Small Traders : + 16.970

Si conferma, pertanto, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa in voga ormai da oltre 7 mesi. In quest’ultima ottava, registriamo variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, ancora significative ed ingenti, pari a ben 33.244 contratti, opposte a quelle della settimana precedente. In particolare, questa volta sono i Large Traders che riacquistano l’intero lotto dei 33.244 contratti long, e che riportano la loro posizione Net Long sopra le ottantamila unità. Gli Small Traders, invece, denotano ancora scetticismo e qualche paura,cedono infatti 7.054 contratti long, e riducono a livelli non certamente esuberanti la loro attuale posizione Net Long. I Commercial Traders, infine, prendono atto dell’estrema fiducia dei large traders, a cui cedono ben 26.190 contratti long. Riportano quindi la loro abituale posizione di copertura Net Short, a ridosso delle centomila unità.

Le movimentazioni di quest’ultima settimana riportano, dopo gli ultimi rialzi, il mercato dei derivati azionari Usa, ad una situazione con qualche eccesso di ottimismo. Ottimismo testimoniato dall’ingente dotazione long dei Large traders, notoriamente operatori trend following. A mio avviso ai livelli attuali le opportunità di crescita ulteriore delle quotazioni azionarie sono davvero molto limitate. Aldilà dei recenti movimenti di breve termine, non dimentichiamo infatti che siamo ormai da mesi in un estenuante ed improduttivo movimento di lateralizzazione. Lateralizzazione di natura distributiva, visto che, dopo oltre 9 anni, siamo nella fase finale di un interminabile ed ormai storico bull market. Mantengo quindi, anzi accresco, il mio atteggiamento operativo cauto e prudente.

Nel frattempo spero che questa improduttiva fase di lateralizzazione volga al più presto al termine. Forse durerà meno di quanto temevo, e la Fed potrebbe darci una mano, rialzando incautamente 1 o 2 volte i tassi, entro la fine dell’anno. Futuro che si prospetta, quindi, ancora incerto per i mercati azionari, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. In questi prima parte dell’anno, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, ha conseguito un guadagno del 2,03 %, performance superiore a quella registrata, nel contempo, dal nostro Ftse All Share, pari al – 0,37 %. Conseguita pertanto una sovra-performance del 2,4 %, che conferma le prerogative del mio trading system, che negli ultimi 5 anni ha conseguito una sovra- performance media annua pari al 16 %, ma che ci lascia comunque insoddisfatti. Ciò premesso, in coerenza con quanto in precedenza esposto, questa settimana modifico l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dal 75 al 65 % le mie posizioni long, ed innalzo nel contempo dal 25 al 35 % le mie posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net Long, circoscritta al 30 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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Setup e Angoli di Gann: FTSE MIB INDEX 17 Luglio 2018

Setup e Angoli di GannFTSE MIB INDEX

Setup Annuale:ultimi:2016/2017 (range 15017/23133 ) ) [ uscita rialzista ]prossimo 2019/2020

Setup Mensile:ultimo Maggio (range 21122 / 24544 ) [ in attesa ]prossimi Luglio/Agosto

Setup Settimanale:ultimi: 9/13 Luglio ( range 21579/22194 ) [ in attesa ]prossimi 16/20 Luglio

Setup Giornalieroultimo : 16 Luglio (range 21822 / 22071 + event. est.) [ in attesa]prossimi 18,19

FTSEMIB Angoli Annuali 2018 18440, 19900, 21840,24580, 27300ALLSHARE Angoli Annuali 2018 19490, 20640, 22550, 25630, 27140, 28830,COMIT Angoli Annuali 2018 1076, 1151, 1187, 1367, 1445, 1460,1606

Angoli Mensili Luglio 19950, 21400, 21950, 23180, 23820, 24400Angoli Settimanali: 20700 21540, 21980, 22360,22910Angoli Giornalieri 21554, 21783, 21872,22053,22114,22242

I commenti giornalieri sull’articolo riguardante i Setup e gli Angoli di Gann saranno sempre disabilitati e continuerano sempre colo unico settimanale

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Understanding Andrés Manuel López Obrador


Who is Andrés Manuel López Obrador more commonly called AMLO? We spoke with Mark Weisbrot from CEPR who helped shed some light on the latest Mexican elections. Follow us on Twitter:
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CHART OF THE DAY: ORO nel mirino!

Per tante motivazioni, più volte spiegate qui sul blog e nel video di TRENDS, l’oro è stato un’asset class poco considerata dagli investitori. Anche nei momenti di tensione, quando quindi molti si sarebbero aspettati una reazione positiva, il metallo giallo ha tradito le attese seguendo più altre dinamiche.Oggi però il grafico che ci viene proposto dal mercato è quantomai interessante.

Grafico ORO: analisi tecnica

Iniziamo da un’analisi oggettiva di Fibonacci. Siamo arrivati ancora una volta a quota 50% del movimento, posto in area 1240, una sorta di triplo minimo che potrebbe essere anche una buona base di ripartenza. A questo proposito interessante vedere l’RSI che in totale divergenza. Segnale rialzista che però deve essere confermato dai prezzi e quindi occorrono conferme. E se quota 1240 cede? Beh, andiamo al supporto successivo che, guarda caso corrisponde esattamente al ritracciamento del 61,8% di Fibonacci, ancora lui, ovvero area 1215.Quindi, ci sta bene il long ma occhio agli stop loss, magari facendo un pensierino ad uno stop & reverse.

Grafico ORO GLD via TradingView

STAY TUNED!

Danilo DT

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