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TRENDS 2.0.84: guerra commerciale? Al momento conta poco!

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Fear, lack of trust and giving up are roadblocks to success.


Perseverance is the key to success.

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NATO; Up To Par Or Dead Weight?


Peter Oliver starts us off as we examine the latest remarks on NATO from Donald Trump. Melissa Armo joins us from New York as she and Bart try and hash out just what we’re seeing in the markets! Christy Ai helps us figure out just where cryptocurrency markets are doing well and Arifa Khan joins us from London as we discuss everything blockchain and ICOs! All this and more on Boom Bust! [1116] Follow us on Twitter:
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Ftse Mib: rimette nel mirino i 22.000 punti. CNH Ind, importante la tenuta degli 8,7 euro

Ftse Mib: l’indice tricolore ieri ha recuperato i 21.750 punti, segnale positivo. Ora è importante

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Sono ormai diversi giorni che lottiamo con i server del network. Spero che la situazione si normaliz

Ftse Mib: L’indice italiano ieri ha archiviato una seduta negativa che ha infatti riportato i corsi

Gli insegnanti invece di andare in pensione al primo di gennaio, vanno in pensione a settembre. Ed a

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Setup e Angoli di Gann FTSE MIB INDEX Setup Annuale: ultimi: 2016/2017 (range 15017/23133 )

Dopo una fase di apparente tensione, anche il COT Report ci riporta dei segnali di tregua, indican

Avvio in netto calo per il Ftse Mib che scende di oltre 300 punti ma che ora lotta per non perdere l

La cosa affascinante è che dopo neanche un paio di mesi, c’è ancora in circolazione qualcuno c

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Al via l’abolizione dei vitalizi, ma la Corte dei Conti frena sulla Fornero

L’ufficio di presidenza della Camera nella seduta del 12 luglio0 2018, ha approvato la delibera che taglia le pensioni degli ex deputati, ricalcolando gli assegni percepiti in base al metodo contributivo. I sì sono stati 11, 9 della maggioranza (M5s e Lega), 1 del Pd e 1 di Fdi, Forza Italia si è astenuta. In realtà i vitalizi già erano stati aboliti nel 2012 adeguandoli alla normativa della Fornero, ma rimaneva una pattuglia che si riteneva di non poter toccare perchè tutelata dai “diritti acquisiti”, ma al momento sembra superato anche questo scoglio. I ragionamenti alla base del provvedimento, riportati nella delibera, non limiterà i ricorsi che saranno prodotti, non si sa ancora se molti o pochi. Il Senato al momento si è defilato e aspetta gli sviluppi della situazione per muovere i suoi passi. Questo stop ha un po’ guastato la festa dei nemici dei privilegi della casta.

Secondo l’ufficio di presidenza della Camera, in coerenza con quanto  ribadito nella sentenza n. 3/2018 del Collegio d’appello della Camera dei deputati, risulta  pienamente conforme all’assetto dell’ordinamento giuridico-costituzionale, la prerogativa della Camera di disciplinare la materia dei trattamenti previdenziali dei deputati cessati dal mandato attraverso deliberazioni adottate nell’esercizio dell’autonomia normativa ad essa attribuita dalla Costituzione, ai sensi dall’articolo 64.

Il Collegio dei Questori ha svolto un’apposita istruttoria al fine di individuare possibili proposte volte al ricalcolo, secondo il metodo contributivo, dell’attuale sistema dei vitalizi erogati in favore dei deputati cessati dal mandato, valutando con particolare attenzione, per un verso, l’impatto delle varie ipotesi sui trattamenti più bassi e, per altro verso, fissando un limite massimo per evitare che potessero percepire un importo superiore. Successivamente, al fine di approfondire la questione, è stata richiesta al presidente dell’INPS la disponibilità a fornire un supporto di carattere tecnico-metodologico con specifico riferimento alla determinazione dei coefficienti di trasformazione, che sarebbe interessante conoscere, del monte contributivo maturato dai percettori delle prestazioni previdenziali, attraverso l’elaborazione di un’apposita serie di coefficienti – attualmente non previsti dall’ordinamento vigente – per gli anni anteriori al 1996 e per le età precedenti i 57 anni e superiori a 70 anni; In base ai coefficienti di trasformazione inventati dall’INPS e ritenuti congrui dall’ISTAT, la Camera ha stabilito di procederealla  rideterminazione dei vitalizi secondo il metodo di calcolo contributivo, diretti e di reversibilità maturati sulla base della normativa vigente alla data del 31 dicembre 2011.Ora tutto sommato che si riducano le pensioni a chi ne ha un bell’importo  può essere un segnale. Che sia positivo è da verificare ma non tanto per la categoria colpita, che se va in porto la flex tax si riprendono con una mano quello che perdono con l’altra, ma perché secondo me si lede il principio di affidabilità e della buona fede nei rapporti fra cittadino e Stato. Nel diritto pubblico, il privilegio in genere è un benefit (ingiustificato) che la legge attribuisce a un soggetto o a una categoria di soggetti  più favorevole di quello attribuito alla generalità degli altri, mentre il diritto acquisito è un diritto che spetta ad un soggetto in base alle leggi vigenti all’epoca e che in genere le leggi successive possono modificare solo per il futuro.Per le pensioni d’oro ( 4000 euro nette mensili) è stato annunciato un apposito disegno di legge per il ricalcolo con il contributivo a breve termine.Intanto però la Corte dei Conti tuona che la Fornero non può essere modificata.

Nella presentazione del Rapporto 2018 sul coordinamento della finanza pubblica sempre del 12 luglio 2018, la Magistratura contabile, per quanto riguarda la spesa per la previdenza, rileva:“Nei prossimi anni, il bilancio pubblico sarà fortemente condizionato dall’invecchiamento della popolazione e dalle modifiche della struttura demografica. E’ un fenomeno i cui tratti essenziali sono noti da tempo, ma che, stando a nuove stime prodotte nelle sedi preposte (Istat, RGS, Commissione europea), potrebbe avere effetti sulla spesa per la protezione sociale (previdenza, assistenza e sanità) più acuti di quanto finora atteso.”  Nel 2017 la spesa per prestazioni sociali in denaro è cresciuta dell’1,7 per cento. Sono cresciute dell’1,2 per cento le prestazioni pensionistiche, del 3,4 per cento le altre prestazioni sociali: si tratta di tendenze che segnano miglioramenti rispetto agli ultimi anni. Secondo le proiezioni del Def 2018, per le pensioni si prefigura un aumento intorno al 2 per cento annuo nel 2018/19 e un’accelerazione vicina al 3 per cento annuo nel successivo biennio. Nelle nuove proiezioni, il rapporto spesa per pensioni/Pil aumenta, rispetto alle valutazioni del Def 2017, tra i 2 e i 2,5 punti percentuali intorno al 2040. La riduzione della spesa è da da ascrivere in misura importante alla riforma introdotta con la legge 214/2011. Certamente, osserva la Corte,  la correzione effettuata con la legge Fornero è stata brusca; ma è la virulenza della crisi sovrana che l’ha imposta. Negli ultimi anni il legislatore si è trovato di fronte a due implicite sfide: da un lato, correggere gli effetti indesiderati della legge 214/2011, dall’altro, monitorare il processo di riforma con riguardo agli andamenti complessivi della spesa nel breve e nel lungo termine.Un attento monitoraggio delle tendenze in atto e della predisposizione di eventuali interventi correttivi, l’insieme delle evidenze di cui oggi disponiamo, soprattutto di quelle in materia di proiezioni della spesa nel lungo periodo, spinge a ritenere che sono stretti, se non del tutto esauriti, gli spazi per ulteriori attenuazioni degli effetti correttivi della legge 214/2011 ( legge Fornero), a meno di un ripensamento complessivo del sistema. Piuttosto, per quanto ovvio, giova rimarcare che, specie in campo previdenziale, osserva sempre la Corte dei Conti, le politiche pubbliche dell’oggi influiscono sulla spesa del domani. Sono dunque da auspicare azioni in grado di favorire un aumento del tasso di natalità; gestire in maniera equilibrata i flussi migratori; stimolare la partecipazione al mercato del lavoro; rafforzare la dotazione di infrastrutture materiali e immateriali.

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